Google, l’Europarlamento vota per lo “spezzatino”

Google, l’Europarlamento vota per lo “spezzatino”

ROMA – “Con un voto a larga maggioranza (384 a favore, 174 contrari e 56 astenuti), l’assemblea di Strasburgo – scrive Luca Pagni di Repubblica – ha mandato un segnale politico alla Commissione del neo presidente Jean-Claude Juncker, Approvando la “risoluzione per la difesa dei diritti dei consumatori nel mercato digitale”, ha di fatto invitato Bruxelles ha prendere provvedimenti che potrebbero portare allo spezzatino di Google”.

Scrive David Carretta del Messaggero:

La posta in gioco è enorme dal punto di vista economico ed ha implicazione anche nelle trattative in corso tra UE e Stati Uniti sull’accordo di libero scambio transatlantico. Non è un caso se, sollecitati dalla Commissione, altri governi si stiano mobilitando discretamente a favore di Google. Non solo l’Irlanda, dove il gigante di Mountain View ha il suo quartier generale europeo: anche Italia e Regno Unito sembrano pronti a difendere Google. Le ragioni politiche sono state spiegate dall’Economist: «le mosse europee contro Google sono destinate a proteggere le imprese, non i consumatori». Dentro la Commissione il fronte pro-Google è maggioritario ed è guidato dal vicepresidente responsabile per il Mercato Unico Digitale, Andrus Ansip, che ha spiegato di «non essere pronto a dire che Google deve essere smembrato».
La responsabile della Concorrenza, Margrethe Vestager, che conduce l’indagine sul rischio di abuso posizione dominante, sembra favorevole a una soluzione negoziata, come il suo predecessore Joaquin Almunia.
Il voto dell’Europarlamento, che ha chiesto di scindere il motore di ricerca dalle altre attività, rafforza il fronte dei commissari anti-Google, capitanato dal tedesco Guenther Oettinger, che in passato si è vantato di essere riuscito a bloccare il compromesso tra Almunia e Google. Diventato responsabile dell’Economia Digitale, Oettinger ha auspicato lo smembramento del colosso e ora guarda con favore all’iniziativa franco-tedesca contro i giganti di internet. «Non lavoriamo contro gli Stati membri. Le attese di questi due paesi sono legittime», ha detto Oettinger. Dietro di lui si muovono grandi gruppi mediatici tedeschi del calibro di Axel Springer e Hubert Burda Media. Gli stessi, che secondo la stampa in Germania, avrebbero convinto Angela Merkel a sostenere la nomina di Juncker, in cambio della garanzia che su Google la Commissione adotterà la linea dura.

 

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Gianluca Pace