ROMA – “Chissà perché – scrive Massimo Gramellini – quando una donna bella dichiara di sentirsi sola si trasforma subito in una notizia”.
Il Buongiorno completo:
Ultimo caso, la ministra delle riforme Maria Elena Boschi che rivela a Vanity Fair quanto le piacerebbe poter riformare almeno la sua esistenza, trovando un marito e abrogando le tazze di latte bevute in solitudine la sera davanti alla tv. Parole che ci sorprendono. Come se esistesse un’associazione automatica tra bellezza e pienezza del vivere. E fosse impossibile, a chi magari bellissimo non è, immaginare la perfezione estetica abbinata a una condizione latente di infelicità. Eppure già Apuleio, agli albori della letteratura, raccontò in una favola immortale il percorso tormentato di Psiche, la creatura più bella del mondo, rimasta a lungo zitella proprio a causa della sua esagerata e inibente avvenenza, mentre le sorelle trovavano con disinvoltura marito.
Curioso e feroce il destino delle donne: crescono con l’idea, instillata da altri, che solo la bellezza e il successo le renderanno felici. Ma appena raggiungono uno o entrambi gli obiettivi, si accorgono che il loro punto di vista è cambiato. Si scoprono insicure per la paura di perdere ciò che sono diventate. E al tempo stesso più esigenti: sentendosi all’apice, pretendono il massimo dal proprio compagno e di rado lo trovano, perché è ancora piuttosto difficile incontrare un maschio che accetti di stare accanto a una donna simile senza andare in crisi di identità. Inutile illudersi: la bellezza non dà la felicità. Figuriamoci la bruttezza.