Elezioni in Grecia, vince Nuova Democrazia. Il partito di Antonis Samaras annuncia: “Resteremo nell’euro, basta avventure.” Il Corriere della Sera: “Il voto della Grecia fa respirare l’Europa.”
La Terza Tregua. Editoriale di Marcello Messori: ” La messa in capo di garanzie europee sui depositi bancari, di forme centralizzate di vigilanza e di soluzione delle crisi, presuppone l’avvio del processo di unificazione fiscale. Quest’ultimo poggia su due pilastri: garanzie e gestioni congiunte rispetto ai debiti sovrani dei singoli Paesi e relativa cessione di sovranità nazionale. Merkel e Hollande sapranno superare i veti reciproci nell’interesse della Uem e delle loro stesse economie?.”
Calcio e politica. Nei quarti, scherzo del destino, la sfida Grecia-Germania. Per Pierluigi Battista: “Da Nord a Sud, da Ovest a Est, senza distinzioni: come se una partita di calcio potesse lasciar sfogare un risentimento anti-tedesco alimentato dalla certezza interiore che l’eccesso di rigore di Berlino sia la causa di tutte le traversie dell’Europa. Sperando che il rigore, stavolta, sia battuto dalla Grecia, doppiando la felicità con cui molti in Europa hanno salutato la vittoria del Chelsea in Champions contro il Bayern Monaco. E non può essere solo calcio, solo sport.”
Approfondimento di Danilo Taino: “Effetto Voto, l’Unione cerca la Svolta”. Cosa cambia per l’euro, la crescita e il debito dopo la tornata elettorale ellenica: “Nei prossimi giorni l’Europa non potrà non credere nella possibilità di tenere la Grecia sulla scialuppa di salvataggio. E non solo perché, in fondo, questo sarebbe il modo più sensato di evitare il famoso contagio che potrebbe allargarsi dall’Egeo alle coste occidentali del Mediterraneo. Ma anche perché perdere un Paese, per la Ue sarebbe un dramma politico capace di mettere in crisi alle radici buona parte del progetto europeo. Nessuno ne uscirebbe indenne, per motivi economici ma soprattutto perché la sconfitta con molta probabilità provocherebbe anche un altro tipo di contagio, fatto di recriminazioni, litigi tra capitali, accuse che arriverebbero nel cuore stesso della Ue, forse persino nell’asse storico tra Berlino e Parigi.”
In Nigeria una nuova strage di cristiani. Scrive Massimo Alberizzi: “Ancora bombe contro le chiese cristiane in Nigeria, nella domenica dedicata alla preghiera. Cinque luoghi di culto pieni di fedeli colpiti e immediata reazione dei cristiani. Il bilancio: 21 morti e centinaia di feriti.”
Governo pronto al decreto sulla spending review C’è un dossier sugli esuberi: “L’idea di fondo è di accorpare il più possibile le amministrazioni sul territorio, sfruttando ad esempio l’abolizione delle Province, o meglio il trasferimento delle loro funzioni ai Comuni o alle Regioni, che dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno. La razionalizzazione degli uffici pubblici potrebbe riguardare anche le prefetture e i provveditorati. L’accorpamento degli uffici consentirebbe tra l’altro di liberare sedi da dismettere o per le quali oggi si paga un affitto.”
Politica italiana. Presidenzialismo e Senato federale La tentazione dello scambio. “Nei giorni scorsi ci sono stati contatti informali e presto il tavolo dei partiti tornerà a riunirsi, ma non prima che l’Aula del Senato abbia messo ai voti le norme che cambiano la Costituzione e riducono il numero dei parlamentari. Si parte domani, in un clima nervoso. Gli emendamenti del Pdl sul semipresidenzialismo cominciano a intimorire il Pd, che si oppone alla svolta «francese». I due ex alleati hanno ripreso a parlarsi, a Palazzo Madama si racconta di incontri riservati tra i capigruppo di Pdl e Lega e di una bozza di intesa già siglata, lo scambio tra elezione diretta del capo dello Stato e Senato federale. Maurizio Gasparri non si sbilancia, però ci spera e azzarda: «Se passa è una svolta storica per la vita democratica». In realtà, dietro l’ottimismo di facciata, c’è riserbo e prudenza al vertice del Pdl. L’incitazione di Roberto Maroni ad Alfano («Stacchi la spina al governo e poi ricominciamo a parlare») è stata letta da molti come un’apertura sulle riforme, ma Ignazio La Russa, che tratta col Carroccio, ondeggia tra ottimismo e cautela: Stiamo lavorando. Non è che siamo proprio a zero… Anzi, posso dire che siamo piuttosto avanti»”
I (veri) conti sugli esodati e la soluzione possibile Altri 24.500 potrebbero essere «salvaguardati» Per gli altri la strada degli incentivi all’assunzione. Questo è il titolo della lettera al Corriere della Sera di Pietro Ichino, giornalista, giurista e politico del Pd: “La nuova cultura del lavoro di cui il Paese ha urgente bisogno deve liberarsi dall’idea che per un sessantenne trovare un lavoro, anche magari a part-time, sia impossibile. Per liberarsi di quell’idea non basta, certo, un tratto di penna sulla Gazzetta Ufficiale: occorre anche far funzionare meglio il nostro mercato del lavoro, abbattendo il diaframma che impedisce l’incontro fra una grande domanda di servizi alle famiglie e alle comunità locali e questa grande offerta potenziale di manodopera, che può essere facilmente posta in grado di svolgerli.”
Elezioni in Francia. Vince Hollande: “I socialisti conquistano la maggioranza assoluta, tutti i ministri del governo sono eletti o rieletti, la destra ammette una «severa sconfitta» nelle parole dell’ex premier François Fillon, sia pure eletto a Parigi: il secondo turno delle legislative francesi conferma e amplia la vittoria che già si profilava domenica scorsa. Chiusa la lunga sequenza elettorale, ora il presidente François Hollande ha a disposizione una chiara supremazia all’Assemblea nazionale.”
Anche La Repubblica apre sulle elezioni in Grecia: “I conservatori vincono con il 30%. La Ue: ora sosterremo Atene.”
L’analisi di Maurizio Ricci: “La buona notizia è che l’euro non si inabisserà oggi nelle acque del Pireo. La cattiva notizia è che nulla esclude che il collasso terminale della moneta unica non avvenga fra qualche settimana o fra qualche mese. Non necessariamente nelle acque del Pireo. Potrebbe avvenire, piuttosto, negli ariosi viali di Madrid o Barcellona. Perché, almeno per ora, anche se ci saranno scossoni sui mercati, il colore del nuovo governo greco importa poco. In ogni caso si apriranno negoziati fra Atene e Bruxelles.”
Elezioni in Francia, editoriale di Marc Lazar: “Dopo la vittoria alle elezioni presidenziali Hollande ha vinto anche le legislative. Come presidente di uno dei principali paesi europei ma anche grazie alle sue proposte economiche, di segno opposto a quelle della Merkel, è divenuto uno dei protagonisti dell’Ue.”
Intervista a Karl Lamers, leader della Cdu tedesca: “Risultato importante, i tedeschi devono capire che l’euro è una necessità. Noi europei pensiamo troppo istintivamente al presente, dobbiamo imparare a pensare di più al futuro.”
Ue alla Merkel: eurobond leggeri. Piano Hollande da 120 miliardi. Il dossier di Elena Polidori: “La prima giornata del G20 sarà per Monti l’occasione per una serie di importanti bilaterali. Si ritroverà faccia a faccia con i leader dei paesi emergenti e dei Brics, chiamati proprio qui in Messico a dare il loro contributo alla ricapitalizzazione del Fondo monetario internazionale che, nelle intenzioni, dovrebbe mettere in piedi un “firewall” anticrisi da 430 miliardi.”
Inchiesta Stato-mafia, scontro sulla lettera del Quirinale. Intervista di Salvo Palazzolo ad Antonio Ingroia, procuratore aggiunto a Palermo e coordinatore del pool che indaga sulla trattativa tra Stato e mafia: “Intercettazioni necessarie. Temevamo che i politici concordassero le versioni. Sulle indagini non ci sono state interferenze.”
La beffa delle tasse illegali. La classifica degli atenei che chiedono più del dovuto: “Fuorilegge 36 università su 61. E gli studenti ricorrono al Tar.”
Il Giornale: “L’euro è salvo (per ora).” Editoriale di Nicola Porro: “Immaginatevi la scena. La seconda guerra mondiale è finita. Con la sua scia di morti e sofferenze. Ed ad una signora americana viene chiesto: «È d’accordo a pagare un po’ di tasse per salvare l’Europa? Sì, sì certo anche lei non vive nell’oro. E per di più ha perso qualche parente in guerra. Ma dobbiamo salvare i tedeschi che si sono inventati i campi di concentramento e i loro alleati italiani. L’abbiamo chiamato piano Marshall? Che ne pensa?». Difficile da digerire. Eppure quella scelta ha reso l’America leader economico mondiale nell’ultimo mezzo secolo. Oggi la Germania si trova in una situazione simile, ma a parti invertite. Non ci sono le macerie della guerra. Non ci sono i morti. Ci sono le furbate spendaccione di una parte del fianco sud dell’Europa.”
Democrazia in agonia dov’è nata. L’Analisi di Giordano Bruno Guerri: “Ieri poteva essere la giornata del trionfo della democrazia nel Mediterraneo, dove è nata. Due fra i popoli più antichi del mondo, testimoni di civiltà preziosissime, dovevano decidere il loro futuro in elezioni eccezionali. E non soltanto il loro. In Egitto, dopo un lungo periodo di regimi «forti», per non dire fortissimi, l’elettorato è stato finalmente chiamato a scegliere in piena libertà sul proprio futuro, in una svolta che sarebbe stata – sarà – influente anche negli altri Stati dell’Africa settentrionale e della cosiddetta Primavera araba. In realtà, purtroppo, gli egiziani si sono trovati a scegliere fra gli eredi del vecchio regime e i fratelli mussulmani: quanto a tasso di democrazia c’è il rischio di cadere dalla padella nella brace, anche senza specificare, non sapendolo, quale sia la padella e quale la brace.”
Così la Germania è diventata ricca con le crisi degli altri. Il dossier di Renato Brunetta: “In principio fu Maastricht. Con le sue luci e le sue ombre. Si fissarono 4 obiettivi per un ideale alto: la moneta unica. Per realizzarlo era previsto, per gli Stati, un limite massimo di deficit al 3%; un rapporto debito/Pil del 60%; convergenza dei tassi di interesse (tanto sul debito pubblico quanto sull’indebitamento privato) verso il limite massimo del 2% della media del tasso di interesse dei 3 Paesi più virtuosi; convergenza dei tassi di inflazione verso il limite massimo dell’1,5% della media dei 3 Paesi a inflazione più bassa. Per rispettare questi parametri, gli Stati arrivano (pur se con qualche trucco) alla moneta unica stremati dal rigore e si crea subito un divario tra Stati «formica», come la Germania, che avvia un percorso di riforme che si riveleranno decisive per la sua crescita nel decennio successivo, e Stati «cicala», come Portogallo, Irlanda, Italia e Spagna, che non sfruttano il periodo precedente all’entrata nell’euro, in particolar modo la fine degli anni ’90, per fare le riforme.”
Il Fatto Quotidiano: “Indagine sulla trattativa Stato-mafia. Il Quirinale è intervenuto.” Scrivono Lo Bianco e Rizza: “E alla fine la lettera è saltata fuori. È firmata da Donato Marra, segretario generale della Presidenza della Repubblica, ed è datata 4 aprile 2012. Destinatario: il Procuratore generale della Cassazione, nella fase di passaggio di consegne tra Vitaliano Esposito e Gianfranco Ciani. La rende pubblica il Quirinale in una nota emessa poco prima delle 19 di ieri.”
Margherita, liquidazione al veleno: “Assemblea a porte chiuse. I soldi allo stato (in parte).” Articolo di Eduardo Di Blasi e Nello Trocchia: “Restano ora le partite aperte con Lusi sulle presunte sottrazioni milionarie. Il neo presidente dei liquidatori Montesi non si sbilancia sulle previsioni di quanto potrà durare la liquidazione appesa a processi penali e civili di là da veder la luce. Il funerale della Margherita, il partito già morto una volta e che da ieri non ha più nemmeno gli organi politici, rischia di essere il più lungo del mondo.”
La Stampa: “Grecia, vince il partito Pro-Euro.” Una crisi da trattare con umiltà. Editoriale di Gianni Riotta: “La crisi economica condiziona le nostre vite, senza confini. Il match di ieri in Grecia, che è andato a vantaggio dei conservatori di Nuova democrazia di Samaras con la sconfitta della sinistra Syriza del vulcanico ex comunista Tsipras, è stato atteso con ansia ad Atene come alla Casa Bianca, Cremlino, Pechino.”
Intervista a Verhofstadt, leader dei lib-dem europei: “Non si supera il momento nero senza qualcosa che assomigli agli eurobond, o agli stability bond – chiamateli come volete – per qualche trilione di euro. Mi spiace, ma è così. Chi pensa altrimenti si affida ai miracoli. Lo sanno tutti. Provate a chiederlo all’opposizione in Germania. Diranno la stessa cosa.”
Politica italiana. Intervista di Fabio Martini al ministro alla Coesione sociale Fabrizio Barca: “L’Aquila? Quando siamo stati incaricati di occuparci di questa questione, in febbraio, ci siamo subito resi conto che lo scoramento della popolazione era superiore rispetto alla situazione obiettiva. E abbiamo compreso che una percezione così negativa e una sfiducia così forte nello Stato traevano origine essenzialmente da un deficit di democrazia partecipativa. In altre parole, la gente non sentiva come proprio tutto ciò che accadeva.”
L’Imu porta i primi 10 miliardi. Il Sole 24 Ore: “Si chiude oggi il primo capitolo dell’Imu, che dovrebbe portare 10 miliardi a Stato (con la «quota erariale») e Comuni: sul gettito effettivo, però, pesa più di un’incognita, legata agli sconti intervenuti nella normativa, alle incertezze procedurali e, secondo alcuni osservatori, ai problemi di liquidità di una fetta di contribuenti. Dagli incassi della prima tranche, però, dipende anche il conto finale dell’imposta, perché su questa base Stato e Comuni potrebbero ritoccare le aliquote..”
In Basilicata, Calabria e Veneto il costo della vita più alto. Inchiesta di Andrea Biondi: “Affitti e Rc auto fanno schizzare il dato in Basilicata. Alimentari e alberghi hanno presentato il conto in Veneto, mentre in Calabria a pesare non sono i record, ma la continuità di dati più alti della media. Lungo lo Stivale il caroprezzi mostra una faccia sicuramente federalista, con tassi d’inflazione fra il 2,5% del Molise e il 5,1 della Basilicata. Un divario che con il tempo si è anche ampliato, complici fiscalità, tributi, ma anche costi dei servizi pubblici locali..”
Spending review. Sugli statali over 60 «rischio-esodo» con indennità al 50%. Articolo di Gianni Trovati: “«Eccedenze», «mobilità» e «80% dello stipendio». Per il pubblico impiego le tre parole chiave del pacchetto allo studio nella cura-Bondi sulla spending review non sono un inedito. Erano già comparse a novembre con la legge di stabilità, ultimo atto del Governo Berlusconi, che chiedeva alle pubbliche amministrazioni di passare al setaccio i propri organici per individuare i dipendenti di troppo da collocare «in disponibilità»: a loro sarebbe stata riservata una sorta di mobilità all’80% dello stipendio, per la durata massima di due anni, entro i quali gli interessati avrebbero dovuto cercare un’altra collocazione (non semplice da trovare) nel mondo pubblico..”
Competitività, Italia ferma al palo. Scrive Enrico Netti: “L’Italia riesce a mettere a segno un leggero miglioramento in alcuni settori chiave della competitività, ma non tiene il passo con la velocità degli altri Paesi Ue nella marcia di avvicinamento agli obiettivi di Europa 2020. Così l’Italia arretra di una posizione e finisce terz’ultima, davanti a Romania e Grecia, nell’indice di competitività della Ue 27. Un pessimo risultato per la seconda potenza manifatturiera del continente.”
Il Secolo XIX: “I greci hanno scelto l’Euro. Boom a sinistra, ma il centrodestra regge. L’Ue: massimo sostegno.” Il commento di Andrea Monticini: “L’area euro a un bivio: da un lato ci sono gli Stati Uniti d’Europa, dall’altro c’è il ritorno alle singole valute nazionali.”
Il Messaggero: “La Grecia sceglie l’Europa.” Editoriale dello storico Giovanni Sabatucci: “Il voto politico di ieri in Grecia può essere letto, più che come una nuova tornata elettorale, come una sorta di secondo turno delle elezioni che si erano tenute un mese fa e che avevano creato uno scenario di radicalizzazione, di frammentazione e di totale ingovernabilità. Come accade in genere nei ballottaggi, il consenso si è riaggregato attorno a due poli principali: l’elettorato di centro-destra ha in gran parte fatto ritorno nella vecchia casa di Nuova Democrazia, favorevole al rispetto degli impegni europei e premiata, ben al di là dei suoi meriti, con un successo che la candida direttamente alla guida del governo.”
Euro 2012. La Gazzetta dello Sport: “Non dire Trap, se non ce l’hai nel Sac. Prandelli punta su Cassano e Di Natale per battere gli irlandesi. Cominciamo a fare 3 punti, poi penseremo a Croazia-Spagna.”
