
ROMA – “I soci del mercato non vogliono che Paolo Scaroni rientri nel cda Generali – scrive Andrea Greco di Repubblica – Ma anche se allโassemblea del 14 ottobre votassero compatti contro il suo reintegro in consiglio, Mediobanca e i soci storici italiani ยซnon lo pugnaleranno alle spalleยป, dice una fonte attendibile. Quindi la matematica รจ dalla parte del dirigente che si sospese dal cda Generali il 15 maggio, dopo la condanna a tre anni in primo grado del Tribunale di Rovigo per disastro ambientale sulla centrale Enel di Porto Tolle”.
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Ma questo scenario divisivo, su di unโistanza cosรฌ delicata, รจ uno scenario considerato ยซin movimento ยป.
Lโimbarazzo di spaccare quasi in due lโassemblea, e avere contro i soci del mercato che nella gestione dellโad Mario Greco sono il vero referente della gestione, potrebbe indurre lโex ad di Eni ed Enel a meditare sul passo indietro. Nel tempo che resta non vanno escluse opere, anche istituzionali, di convincimento.
Scaroni รจ consigliere Generali dal 2007, presiede il comitato remunerazioni ed รจ membro dei comitati governance e nomine del cda, tutto per 242.472 euro annui.
ร anche nei cda di London Stock Exchange e Veolia, e vice presidente di Rothschild. ยซIo mi auguro che non si dimetta ยป, ha detto martedรฌ lโad delle Generali. Non tutti i suoi consiglieri paiono dello stesso avviso.
Serve la metร piรน uno dei presenti per integrare o revocare Scaroni. E se gli italiani lo sosterranno, sui numeri non cโรจ partita. Infatti, benchรฉ il 73% di Generali sia dei soci istituzionali stranieri, solo un 15,3% di essi sโรจ presentato allโassemblea di aprile sul bilancio, quando cโera il 46% del capitale. I soci del nocciolo duro sono molto piรน assidui: siamo al 23% se con Piazzetta Cuccia (13,2%) contiamo Del Vecchio, Caltagirone, De Agostini, Effeti.
E anche il 2,5% di Cassa depositi, lโ1,5% di Cariplo e lโ1% dei Benetton difficilmente si metteranno di mezzo. Tra i pesi forti di Trieste la tendenza รจ interpretare le accuse dei pm come poco rilevanti, specie rispetto ai profili corruttivi che contano in casi simili; eppure la sentenza imputa ยซnon indifferente capacitร a delinquere dei prevenuti (Scaroni e Tatรฒ, ndr), che hanno agito per incrementare gli utili dโimpresa a discapito della sicurezza e della salute dei cittadiniยป. ยซSono completamente estraneo alla vicenda e farรฒ ricorso – aveva commentato Scaroni – sono stupefatto, come dimostrato dalle difese la centrale Enel di Porto Tolle ha sempre rispettato gli standard in vigore anche allโepoca dei fattiยป.
Fosse per il mercato, da Generali Scaroni starebbe fuori. ยซData la sentenza che ha portato a questa assemblea, e tutte le passate e attuali accuse attribuite a Scaroni, ci sono sufficienti dubbi sulla sua capacitร di sovrintendere efficacemente il management, e operare nellโinteresse degli azionisti ยป, conclude la nota di 10 pagine che Iss, tra i primi fornitori di raccomandazioni di voto al mondo, ha redatto.
Iss fa riferimento, oltre che alla condanna di Rovigo, alle inchieste su presunta corruzione di Saipem in Algeria e di Eni in Nigeria con Scaroni indagato, e al suo patteggiamento per corruzione in Techint nel 1996. Anche Frontis governance ha consigliato i fondi di votare contro il reintegro. E lโaltro advisor Glass Lewis pare orientato alla stessa scelta. Benchรฉ nel 2013 i fondi fossero al 12% nellโassemblea Generali, e il voto a distanza ne agevoli la presenza – serve la proprietร dei titoli il 3 ottobre per votare – รจ difficile che raggiungano la soglia del 20%, tale da rendere dubbio un voto aut aut.
Lโassemblea Generali potrebbe riaprire un dibattito che mesi fa ha visto il governo in campo, invano. A marzo il Tesoro, con il placet di Matteo Renzi, cercรฒ di rendere piรน severi i requisiti di onorabilitร dei manager delle partecipate, perchรฉ non vi sedessero amministratori sotto processo, sottoposti a misure di custodia o condannati anche in modo non definitivo.
Alcuni videro il tentativo di modificare gli equilibri di vertice di aziende come Eni, Enel, Finmeccanica approfittando delle disavventure di qualche manager. Fosse vero o no, il governo in aprile fece le nomine nelle partecipate allโinsegna di un certo rinnovamento.
E in ogni caso la proposta del Tesoro di inserire negli statuti i nuovi piรน severi principi fu sonoramente bocciata alle assemblee Eni, Finmeccanica e Terna proprio dagli investitori istituzionali, timorosi che avesse effetti dirigistici e destabilizzanti sulle societร ex pubbliche. Cosรฌ Scaroni il 9 maggio, giorno del mancato quarto rinnovo al vertice Eni, aveva commentato il fatto con una frase dal sapore beffardo: ยซHo giร detto che nessuna societร al mondo aveva una clausola di questo tipo. Siccome il mondo sono i nostri azionisti, si sono espressiยป.
La norma passรฒ solo su Enel, per la preponderanza dei piccoli azionisti nel capitale. Ma adesso gli azionisti di mercato, che a maggio resero meno amara lโuscita di Scaroni dallโEni dopo nove anni, gli rendono complicato il rientro in Generali.
