
ROMA – Una seconda carta di credito. Non solo, quindi, quella di cui Ignazio Marino ha diffuso le spese sul web incappando però in una raffica di smentite da parti di presunti commensali. Di carta di credito in qualche modo riconducibile all’amministrazione del sindaco dimissionario ce ne sarebbe, racconta il Fatto Quotidiano in un lungo articolo firmato Paola Zanca, una seconda. Intestata non a Marino ma a Giuseppe Piazza, direttore del cerimoniale, l’uomo che era a Philadelphia insieme al sindaco in occasione del contestato viaggio che l’ex sindaco aveva attribuito, poi smentito dal diretto interessato, a un invito di Papa Francesco.
La carta in questione risalirebbe a giugno 2015, ha un massimale di spesa di 10mila euro, ed è finita nel mirino dell’Oref, l’organismo che si sta occupando della revisione delle spese del Campidoglio, dopo la richiesta di fare luce sulle spese di Marino da parte del Movimento 5 Stelle. Racconta Zanca:
C’è un’altra carta dicredito che è inte-stata al Comune di Roma. È stata richiesta solo a giugno, poco più di tre mesi fa. E sta nella tasca di Giuseppe Piazza, il capo del Cerimoniale che ha accompagnato l’ex sindaco Ignazio Marino anche nella trasferta di Philadelphia,l’ultima prima delle dimissioni. Finora, di questa carta,nessuno aveva parlato. A darne notizia è la relazione dell’Oref, l’organismo di revisione economico finanziaria del Campidoglio. L’Oref era stato sollecitato dai consiglieri comunali del MovimentoCinque Stelle: erano stati loro, dopo la richiesta di accesso agli atti per conoscere tutte le spese sostenute dal sindaco, a chiedere ai revisori dei conti capitolini una analisi complessiva della vicenda. Sergio Conti, Giuseppe Gismondi e Massimo Zaccardelli – questi i nomi dei componenti dell’Oref – hanno risposto due giorni fa.
La relazione è sorprendente. Intanto perchè fa sapere che “non risultano ancora pervenuti” gli estratti conto aggiornati al 30 settembre 2015: non solo quelli del sindaco, ma anche quelli della carta “supplementare” “intestata all’Avv. F. Piazza”, direttore del Cerimoniale e delle Relazioni Internazionali. Il bancomat di riserva ha un massimale di spesa di 10 mila euro ed è stato richiesto il 19 giugno 2015.
Era stato proprio Piazza, dieci giorni fa, a difendere il sindaco di fronte alla commissione Trasparenza del Comune. “Dall’insediamento al 31 dicembre 2013 – spiegava Piazza – il sindaco ha fatto 7 missioni spendendo in totale 8.810 euro. Nel 2014 13 missioni per un totale di 13.623 euro. Nel 2015, senza contare l’ultimo viaggio di New York e Philadelphia, le missioni sono state 7 per un totale di 4.890 euro”. Eppure nemmeno questi dati combaciano del tutto con quelli ricostruiti dall’Oref, tant’è che le spese di missione per il triennio 2013/2015 arrivano a un totale di 44 mila euro circa (il 2015 è solo un impegno di spesa, visto che il rendiconto non si è ancora chiuso).
La carta, in qualche modo, consentirebbe di non essere del tutto trasparenti. Spiega ancora Zanca sul Fatto Quotidiano:
E poi c’è una questione di chiarezza: se le spese per alberghi e ristoranti fatte con la carta finiscono nelle spese di missione (e non in quelle di rappresentanza) sfuggono all’obbligo di “pubblicità e trasparenza” previsto dalla legge.
Ma i revisori dei conti annotano anche una serie di questioni critiche anche nella gestione della cosiddetta “operazione verità” sulle spese di Ignazio Marino. “Non sono stati rispettati i 15 giorni assegnati”, dice l’Oref, ovvero il termine entro cui la Ragioneria avrebbe dovuto inviare gli atti (solo lunedì è arrivata “tutta la documentazione richiesta”). E anche il direttore del cerimoniale Piazza, “nonostante la rassicurazione verbale della fornitura della documentazione di spesa al 30/09/2015, ancora non l’ha fatta pervenire”. Né quella di Ignazio Marino, né la sua.
