Circola infatti il nome di Massimo Romano come capo di gabinetto di Fassina. Era il braccio destro, appunto, dell’ex vice ministro Vincenzo Visco, altro esponente Pd che aveva la stessa delega che dovrebbe andare a Fassina, quella alle politiche fiscali. Nel caso di Visco, ricorda il Giornale, Giulio Tremonti disse che era come avere messo Dracula all’Avis. Il nome di Romano salì agli onori delle cronache nel 2006, quando era direttore dell’Agenzia delle entrate e sul sito del ministero finirono online i redditi di tutti gli italiani. Divisi per città e in ordine alfabetico, a disposizione di tutti.
Come capo della segreteria di Fassina nei giorni scorsi circolava invece il nome di Gianni Sernicola, se sarà confermato, a fianco del vice ministro Pd si riproporrà esattamente la squadra di Visco.
Quindi il Giornale ricorda:
La partita più importante resta comunque quella per la Ragioneria dello Stato. «Devo prendere una decisione nei prossimi giorni», ha assicurato Saccomanni. È il ruolo chiave del ministero dell’Economia. Le leggi dei governi devono essere «bollinate », cioè approvate dalla Ragioneria. E il menù delle varie opzioni, quando un ministro deve prendere una scelta, lo compila lo stesso organo. Il ministro si limita a sceglierne una.
Sempre più probabile l’uscita di Mario Canzio, che è alla guida della Ragioneria da otto anni e prende quota la candidatura di Daniele Franco. Anche in questo caso la nomina ha una sua importanza politica, anche se non partitica. Attualmente Franco è direttore centrale della Banca d’Italia per l’area Ricerca economica e relazioni internazionali. Con ministro e ragioniere, il dicastero dell’Economia sarà saldamente in mano a uomini che provengono da Bankitalia. Cosa che la «macchina» del ministero non apprezza molto.