Scrive Andrea Ossino sul Messaggero:
Era il 30 gennaio del 2009 quando il notaio aveva approfittato del suo ruolo di garante per mettere a segno una truffa. Una ricca benefattrice aveva infatti donato un appartamento, in zona Gianicolo, offrendolo in eredità alla Congregazione dei Padri Rogazionisti del cuore di Gesù, un ordine religioso che si occupa principalmente di assistenza ai poveri e della creazione degli ”Orfanotrofi Antoniani Maschile del Canonico Annibale Maria di Francia”. Così alcuni anni dopo, quando la donna era morta, i religiosi avevano ereditato l’immobile e lo avevano venduto ricavando circa cinquecentomila euro.
Ma i sacerdoti, prima di entrare in possesso dell’intera somma, dovevano aspettare che il curatore dell’eredità facesse l’inventario generale di tutti i beni, per controllare la situazione economica della donna. Quindi il tribunale aveva bloccato una parte del soldi, trecentonovantamila euro, e aveva predisposto che venissero momentaneamente affidati ad un notaio. In attesa dell’autorizzazione del tribunale, i sacerdoti si erano rivolti al notaio Pasquale Cordasco.
Ma il notaio aveva approfittato del suo ruolo. Quando finalmente i soldi erano stati sbloccati, Cordasco – secondo l’accusa – aveva messo in piedi una truffa redigendo una procura speciale nella quale si attestava che uno dei padri della congregazione aveva nominato un collaboratore del notaio come procuratore speciale. Naturalmente, secondo il pubblico ministero Attilio Pisani, le firme del sacerdote con cui era stata stipulata la procura, erano false. Poi il notaio aveva convinto il suo ignaro collaboratore e lo aveva mandato a ritirare gli assegni, firmati tempo prima dall’acquirente dell’immobile. Il collaboratore inoltre, seguendo le istruzioni del suo datore di lavoro, aveva depositato l’intera somma sul conto corrente del notaio. (…)