
ROMA – “Don Franco Lanzolla, parroco della Cattedrale, prete in trincea fra i clan mafiosi del borgo antico – scrive Mara Chiarelli di Repubblica – fa il nome del bambino, un nome importante che ricorda quello di suo nonno, storico esponente criminale della zona”.
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Una domenica come le altre, in una cittร dove la mafia sociale sfoggia auto di lusso, occupa appartamenti popolari, gode di pensioni di invaliditร e indennitร di accompagnamento. ยซLe organizzazioni criminali โ interviene in un incontro di Libera Puglia โ sono un microsistema culturale che offre ai piรน giovani un progetto educativo, molto appetibileยป.
Don Franco che, con i suoi catechisti scende nei vicoli: ยซOrmai abbiamo lโoratorio di strada, ma siamo solo un gruppo di cittadini che fa squadraยป. Formazione sociologica, prova una disamina delle dinamiche sul territorio, senza risparmiare la politica locale, che si assenta: ยซBisogna stare sul territorio, e tocca anche alle istituzioni farlo, non come dโestate, quando la classe dirigente va in vacanza e nei quartieri popolari resta solo il ceto povero. La malavita, intanto, ha occupato le piazze, gli spazi antropologiciยป.
Il fascino del potere, delle bottiglie di birra e degli spinelli, di chi non chiede e prende. ยซAl quartiere Japigia โ denuncia โ i componenti dei clan vivono abusivamente nelle case popolari, godendo di favori negati ad altri che ne avrebbero piรน dirittoยป.
Si riferisce al clan Parisi, altra storica organizzazione mafiosa, che pur essendo proprietaria di ville ed altri beni (confiscati dal tribunale di Bari), occupa alloggi dello Iacp (lโistituto proprietario delle case popolari), somma alle proprie ricchezze qualche centinaio di euro (dai 500 ai mille) erogati dallโInps per invaliditร totali o superiori al 70 per cento.
Alle quali, come da prassi, si aggiungono le indennitร di accompagnamento. Senza contare lโabitudine, figlia del sopruso, di imporre agli amministratori di condominio, delle case popolari, ditte amiche per i lavori di pulizia o piccola manutenzione.
ยซNon si puรฒ โ conclude don Franco โ non ipotizzare connivenze allโinterno delle istituzioni, persone pagate per garantire ai malavitosi di godere, ancora, di quei beneficiยป. Tutti elementi che, sottolinea il parroco, giocano un ruolo fondamentale nellโoffrire ai piรน giovani un progetto educativo, un modello estremamente affascinante sul quale plasmarsi.
ยซFino alla confessione, alla prima comunione โ spiega โ in un modo o nellโaltro si riesce a tenerli vicino, ma poi vanno via, dando scarso valore ai riti sacramentali. Quello che รจ successo domenica lo conferma ยป. Ed รจ allora che entra in gioco lโantimafia sociale, lโassociazionismo, la Chiesa, la scuola, ยซma lo dobbiamo fare con passione. Ci vuole un poโ di pathos โ osa il parroco di trincea โ di eros sociale. Non serve lavorare sul penale, una volta si parlava di prevenire, di accompagnare. Dobbiamo occupare i territori, strappandoli a quei poteri forti, vincenti e convincentiยป.
