Immigrazione, legge Bossi-Fini: solo ritocchi. Non sarà cancellata

Immigrati in un Cpt

ROMA — Come risponde il Governo italiano alla emergenza immigranti e clandestini? Fuori discussione “la riscrittura da capo a piedi della legge Bossi-Fini, né la cancellazione con un colpo di spugna del reato di clandestinità (frutto del passato accordo Pdl-Lega),

scrive Vladimiro Polchi su Repubblica:

“La Bossi-Fini ha più a che fare con i cosiddetti migranti economici, cioè coloro che scelgono di lasciare volontariamente il proprio Paese d’origine per cercare un lavoro, che con rifugiati. Anche per questo il governo prevede per ora solo dei ritocchi alla legge, per armonizzarla con le nuove norme in arrivo. Altro punto dolente è il regolamento di Dublino che affida al Paese di primo ingresso, ossia all’Italia, tutto il carico dei migranti”.

Per il momento, la risposta è in quattro punti che sono stati definiti dalla Presidenza del Consiglio:

“1. Legge organica sull’asilo.

2. Più fondi ai comuni per l’accoglienza dei rifugiati.

3. Controlli Ue (Frontex) rinforzati alle frontiere marittime dell’Italia.

4. Ritocchi alla Bossi-Fini”.

Mentre da più parti della sinistra, in testa il ministro per l’integrazione Cécile Kyenge e il mancato presidente della Repubblica Stefano Rodotà, si chiede se non l’abolizione una radicale revisione della legge attualmente in vigore sulla Bossi Fini, la soluzione partorita a Palazzo Chigi sa di quelle cose che in Italia si fanno sull’onda di emozioni ma che poi finiscono sul binario morto.

Il problema centrale, come nota Vladimiro Polchi, è non alterare

“gli equilibri del governo Letta, ma si muova su un terreno più stabile, puntando su alcune modifiche condivise”.

Aggiunge Polchi:

“Si tratta, in primo luogo, di mettere mano a una legge organica sull’asilo, per rispondere a caldo all’indignazione internazionale per la tragedia di Lampedusa e alle ripetute richieste del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. […]L’emergenza oggi sono i rifugiati, mentre sempre meno sono i migranti economici che entrano e restano in Italia (sempre più Paese di transito dei flussi)”.

Si prevede in settimana un vertice ministeriale tra Enrico Letta, Angelino Alfano, Fabrizio Saccomanni, Emma Bonino, Mario Mauro ed Enzo Moavero in cui verrà discussa una proposta di legge organica sul diritto d’asilo”.

La situazione in Italia è un po’ caotica. Ha detto a Polchi Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati:

“Mentre abbiamo un testo unico sull’immigrazione, sull’asilo abbiamo solo una giungla normativa di decreti e circolari e nulla di organico. Non solo. Il nostro sistema di accoglienza, diviso tra comuni e Cara, manca di una cabina di regia che elimini sprechi e inefficenze. Per non parlare dell’assenza di integrazione. E ancora: bisognerebbe rendere possibile presentare la richiesta di asilo già all’estero, per esempio alla rappresentanza diplomatica italiana a Tripoli. Ben venga dunque un intervento in tal senso.

[…]

“L’Italia nel 2012 ha ricevuto 15.715 richieste d’asilo: molte meno di Germania (77.500), Francia (60.600), Svezia (43.900), Gran Bretagna (28.200) e Belgio (28.100)”.

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Emiliano Condò