ROMA – “Non dobbiamo creare allarmismi ma la suina ha colpito due italiani su tre di quelli a letto per l’influenza, per cui l’appello è a vaccinarsi subito perché il picco è previsto per i primi di febbraio e il vaccino fa effetto dopo due settimane”. Invita a fare presto Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
Nell’intervista a La Stampa a cura di Paolo Russo, Rezza non vuol creare allarmismi:
“Non è così pericolosa come si crede ma certo è che in questo momento due italiani su tre a letto per influenza sono stati colpiti proprio del virus A/H1N1. Che però non sta mietendo vittime come in Sudamerica”.
I normali vaccini antinfluenzali proteggono anche dalla suina?
“Sì, e chi non si è immunizzato tra le categorie a rischio sarebbe bene lo facesse subito perché il picco influenzale è previsto per i primi di febbraio, ma il vaccino inizia a fare effetto solo due settimane dopo averlo somministrato. Quindi con i tempi siamo proprio al limite”.
Chi può far a meno di di vaccinarsi.
“In quella fascia di età c’è un ampio spettro di persone a rischio, soprattutto rispetto al virus A-H1N1. Dovrebbero vaccinarsi soprattutto cardiopatici, persone con problemi respiratori seri, diabetici, neurolesi, donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza, immunodepressi, bambini nati prematuri tra i 6 mesi e i due anni di età”.
Quali sono i sintomi della suina?
“Sono simili a quelli dell’influenza stagionale. All’inizio è simile a una bronchite ma poi può degenerare anche in disturbi neurologici e polmoniti. Ai primi sintomi è consigliabile starsene a casa e consultare il proprio medico. Anche se è impossibile stabilire con una semplice visita a studio o in pronto soccorso se i sintomi siano causati proprio dal virus A-H1N1”.
Come si cura questo virus?
“Come tutte le altre influenze. Assumendo antipiretici per combattere la febbre e anti infiammatori contro i dolori, mentre gli antibiotici sono inutili, a meno che non insorgano complicanze di tipo batterico”.