ROMA – Il ministro Fabrizio Saccomanni smentito da Prometeia,uno “dei più accreditati centri” di previsione economica, numeri riportati sull’edizione odierna di Italia Oggi:
I numeri di Prometeia: quest’anno si chiuderà con -1,8% di pil per l’Italia, un tracollo rispetto al +1,1 % dell’economia europea, al +4,5 di quella dei Paesi emergenti e orientali, al +2,8 % di quella mondiale.
Il prossimo anno il nostro Paese toglierà il meno (+0,8 %) ma non riuscirà a stare al passo con gli altri: +1,9 % dell’Europa, +5 % dei Paesi emergenti, +3,5 dell’economia mondiale.
La via crucis economica continuerà nel 2015, quando a fronte del nostro +1,3 % di pil, in Europa si viaggerà a +2,2 %, nei Paesi emergenti addirittura al +5,9 % e nel mondo a +4,2 %. Infine il 2016: l’Italia rimane fanalino di coda col +1,5 %, rispetto al +2.1 % dell’Europa, +5,6 % dei Paesi emergenti, +4,0 % dell’economia mondiale.
Ancora: quest’anno l’industria italiana avrà, secondo Prometeia, un calo di fatturato del 3,5%. Anche riguardo il rapporto tra pil e debito pubblico le previsioni sono nere: quest’anno si attesterà al 132,6 %, nel 2014 si arriverà addirittura al 134 %. Con buona pace del ministro Saccomanni la situazione è davvero difficile e non sta migliorando come dovrebbe.
“Occorrerebbero 60 miliardi l’anno di investimenti in efficienza e innovazione nelle imprese per colmare il gap con la Germania ma siamo abbondantemente al di sotto della metà”, dice Giuseppe Lusignani, vicepresidente di Prometeia, a un summit con gli imprenditori, a Bologna. Aggiunge: “il sistema bancario nel 2007 aveva concesso 95 miliardi di finanziamenti alle imprese, oggi il credito è pressoché inesistente e solo nel 2015 si tornerà in positivo con 16 miliardi. Lo scarto col 2007 è evidente”.
D’altra parte gli istituti di credito non navigano in buone acque: “La Bce, banca centrale europea, ha finanziato le banche con 240 miliardi -continua Lusignani – e non vedo come le banche siano in grado di restituire questo debito”.
“In questa situazione- spiega Lusignani – non ci sono le condizioni per una diminuzione dei tassi d’interesse. La nostra previsione è di un loro assestamento attorno al 5 %”.