ROMA – Sulla nuova legge elettorale sono concentrati i giornali di domenica 19 gennaio. Il Fatto Quotidiano รจ molto critico, fin dal titolo in prima pagina: “Accordo con il condannato. Fuori i piccoli, guerra a Grillo”. E all’interno: “Matteo e Silvio, sintonia canaglia”. L’articolo di Wanda Marra รจ piรน sfumato, rappresenta il clima del sabato 18 nella sede del Pd ma non fa capire molto.
Preciso e dettagliato l’articolo sul Corriere della Sera di Maria Antonietta Calabrรฒ che definisce “Italicum” il nuovo modello che ne sembra uscito, un “quarto modello”:
“rispetto ai tre proposti dal leader del Pd, frutto del lavoro preparatorio intercorso nei giorni scorsi tra il professor Roberto DโAlimonte, esperto di sistemi elettorali vicino a Renzi, e Denis Verdini, coordinatore di Forza Italia”.
I punti chiave, nella cronaca di Maria Antonietta Calabrรฒ sono:
1.Per la Camera dei deputati (che sarร lโunica Camera elettiva e quella che darร la fiducia al governo) la distribuzione dei seggi avverrร a livello nazionale, in base ad un sistema proporzionale. Quindi, la ripartizione dei voti tra i vari partiti sarร attribuito in un collegio unico nazionale. Questo sistema servirร a garantire anche le formazioni piรน piccole, […] ma con uno sbarramento del 5 per cento (o del 4) per i partiti che facciano parte di una coalizione e uno piรน alto, dellโ8 per cento, per i partiti non coalizzati.
2. Premio di maggioranza per la coalizione che raggiunga almeno il 35 per cento dei voti su base nazionale. Il premio ipotizzato consisterebbe in un 20% di seggi in piรน, che permetterebbe di raggiungere complessivamente il 55 per cento dei seggi, alla coalizione vincente”.
Questo รจ uno dei passaggi piรน critici, secondo Maria Antonietta Calabrรฒ:
“La proporzione tra questi due numeri โ coalizione al 35 per cento e un premio del 20% dei seggi โ รจ uno dei punti piรน delicati dellโintero accordo. Ci sono dei dubbi al riguardo: se cioรจ non sia troppo alto il premio previsto o troppo bassa la percentuale richiesta per ottenerlo.
Se nessuna coalizione dovesse raggiungere il 35 per cento dei consensi a livello nazionale, i voti invece verrebbero ripartiti proporzionalmente in base ai risultati raggiunti da ciascun partito e da ciascuna coalizione (fatti salvi i due diversi livelli di sbarramento di cui si รจ detto).
3. Le liste. Qui c’รจ tanta puzza di porcilaia, altro che di Porcellum:
“Come verranno scelti i candidati? […] “NellโItalicum, il numero dei seggi, pur attribuito su scala nazionale, consentirร di eleggere i candidati presentati dai vari partiti in circoscrizioni su base provinciale ( o nel caso delle province piรน grandi e piรน densamente popolate) su base subprovinciale. E su liste ยซcorteยป e ยซbloccateยป. Non ci saranno quindi preferenze da esprimere, ma il rapporto con lโelettore verrร assicurato dai pochi nomi per partito che appariranno sulla scheda.
4. Titolo V e abolizione del Senato come nei disegniย di P1, P2 e Licio Gelli: Matteo Renzi e Berlusconi sono d’accordo:
“su due riforme costituzionali: la riforma del Titolo V della Costituzione e la fine del cosiddetto bicameralismo perfetto. Il Senato non sarร piรน elettivo, ma composto da sindaci, presidenti di Regione, comunque da persone giร elette come rappresentanti delle autonomie locali. Il titolo V riguarda il funzionamento di Comuni, Cittร metropolitane, Province e Regioni, cioรจ gli enti territoriali che compongono la Repubblica italiana”.
Qui Maria Antonietta Calabrรฒ sbanda e sembra Alice:
“Con queste riforme si vuole ottenere un taglio sostanziale dei costi della politica con lโabbattimento delle indennitร ”.
Repubblica non si pronuncia e presenta l’accordo cosรฌ:ย “Renzi-Berlusconi, accordo fatto”. Un po’ poco ma Repubblica deve pattinare fra il suo amore per Matteo Renzi e l’ira funesta della base del Pd, che costituisce anche la base piรน solida dei propri lettori.ย Scrive Silvio Buzzanca che Andrea Romano, montezemoliano e montiano, capogruppo alla Camera per Scelta Civica,
“vede di buono occhio il modello su cui lavora Matteo Renzi”
e arriva a dire:
“Se nasce lโโItalicumโ sarร buona legge elettorale. Governabilitร e rappresentanza”.
Riferisce ancora Silvio Buzzanca che Andrea Romano:
“giustamente arriva a definire l’Italicum qualcosa di originale, di nuovo. Che prende le mosse dal sistema elettorale di Madrid, ma ha una sua originalitร ”.
Poi anche Silvio Buzzanca descrive, anche se meno bene di Maria Antonietta Calabrรฒ, l’imbroglio delle liste:
“Siamo di fronte a un modello proporzionale a turno unico basato su circoscrizioni molto piccole e liste corte, bloccate, di candidati. Nella versione italiana avremmo 114 circoscrizioni con un minimo di 4 e un massimo di 6 candidati per lista.
Poi รจ previsto anche:
“un premio di maggioranza per la lista che supera il 35-40 per cento dei voti. Percentuale che dovrebbe trasformarsi in un premio di governabilitร di 92 deputati.
“Nel modello โitalianoโ i seggi verrebbero invece assegnati a livello nazionale dove sarebbero previste due soglie di sbarramento: il 5 per cento per le liste coalizzate e lโ8 per cento per le liste singole.
“Una volta calcolati, i seggi conquistati a livello nazionale si dividerebbero scegliendo i migliori risultati di ciascuna lista nelle circoscrizioni. Resta il problema dei resti. In Spagna quelli sotto il 3 per cento vanno persi, mentre nella proposta italiana non sembra proprio cosรฌ: si recuperano a livello nazionale con un effetto che addolcisce lโeffetto maggioritario. E questo potrebbe andare bene ai piccoli partiti. Come potrebbe andare bene tutto il sistema alla Lega o allโUdc, che al pari degli autonomisti spagnoli, hanno un forte insediamento regionale”.
