
ROMA – “Il bianconero” e “Il giallorosso”, Massimo Giletti (“Smettetela di cercare alibi”) e Massimo Ghini (“Fischiamoci contro da soli”), dalle pagine del Messaggero, commentano Juventus-Roma.
Il commento di Massimo Giletti:
La Roma ha ancora qualcosa in meno rispetto alla Juventus: la spietatezza. Lโha fatto capire lo stesso Garcia.
Dicendo: ยซAbbiamo perso perchรฉ abbiamo sbagliato un paio di occasioni importantiยป. Capisco che resistere alla tentazione storica di sentirsi vittime รจ difficile per chi ha subito in passato il torto del gol annullato a Turone, per una questione di centimetri, ma continuare a ripetere, come un mantra, la litania che il calcio non cambia e che la Juve dovrebbe fare un campionato a parte รจ un grave limite, figlio di una dietrologia da bar sport.
Certo sono parole dette a caldo, dopo una partita che รจ stata una vera battaglia, ma sono parole che non fanno bene al calcio in generale. E non fanno bene neppure alla Roma, perchรฉ un capitano del livello di Francesco Totti, non puรฒ concedere finti alibi alla sua squadra quando mancano ancora 32 partite alla fine del campionato, con 96 punti a disposizione. Perdere fa male. Lo capisco. Innesca la rabbia per chi sentiva di aver giocato per la prima volta allo Juventus Stadium alla pari con i campioni dโItalia, dopo essere stati presi a pallate per anni. Perรฒ cโรจ una sottile linea rossa oltre la quale, chi riveste un ruolo importante, non puรฒ andare.
Ero allo stadio, ho visto una partita di grande intensitร tra due squadre molto forti che ormai sono da considerarsi competitive anche in Europa. Forse lโarbitro Rocchi avrebbe dovuto usare un metro diverso in alcuni casi, quello del buon senso, che spinge a non fischiare quando si ha un dubbio, ma alla fine lโunico errore vero รจ stato lโaver concesso il rigore per il braccio di Maicon, che rivisto in televisione non mi sembrava, al di lร che fosse dentro o fuori area, da considerarsi fallo da rigore. Per il resto la partita, con le tensioni esasperate, le discussioni infinite sui rigori dati e non dati, le tre espulsioni, con un inedito Garcia in versione Mourinho, fotografano purtroppo, fin troppo bene, il livello del calcio italiano con la sua esasperata aggressivitร .
Roma-Juve viaggiano su un altro pianeta e viaggeranno parallele fino alla fine del campionato. Basta perรฒ parlare di centimetri o di righelli, cosรฌ piรน che il bene del calcio si crea la manna per i telemoviolisti di oggi e di domani, con buona pace del calcio giocato che รจ fantastico, perchรฉ sfugge ad ogni logica e non fa parte del circolo ristretto della trigonometria applicata alla geometria.
Due cose per chiudere. ร un peccato che i tifosi juventini abbiano perso lโoccasione di applaudire un campione come Totti allโuscita dal campo, perchรฉ i campioni vanno sempre rispettati. Ci sono poi le interrogazioni parlamentari presentate da alcuni politici sulla partita. Forse sarebbe meglio occuparsi di cose piรน serie, cose che non riguardano il campo di gioco.
Il commento di Massimo Ghini:
La Roma รจ una grande squadra. Ed รจ la mia fede. La Juve รจ una grande squadra.Quando due bellissime realtร del calcio italiano si incontrano si ha il dovere civile di offrire a tutti i tifosi, a tutti quelli che amano questo sport bellissimo, uno spettacolo straordinario di agonismo, di professionalitร , di abilitร , di fantasia. E che vinca il migliore. Un poโ retorica come immagine ma credo che ognuno di noi nel profondo dellโanima lo pensi, augurandosi certo che alla fine il vincitore debba solo essere la propria squadra. Che bello sarebbe. Senza doverci addolorare per la violenza estrema, straziante, quella del tifo ridotto a spettacolo animale.
Devo e voglio continuare a crederci, a costo di farmi ridere dietro, devo e voglio credere che un lancio da 40 metri, un dribbling ubriacante, un raddoppio di marcatura o il colpo di reni di un portiere siano gli ingredienti misteriosi della magica pozione che mi porterร a vincere. Sรฌ, me: perchรฉ io sono la mia squadra. La mia squadra che รจ la mia fede. Con tutto questo bagaglio antico e romantico mi sono messo a guardare la partita. Seduto su un divano, da solo. Non solo perchรฉ lontano da Roma, ma perchรฉ ho voluto scacciare tutti i fantasmi, prima e dopo il gol di Turone…. Cosรฌ, via tutti, si scende in campo e si gioca.
Non cโรจ stato niente da fare. Alla fine del primo tempo il divano si era tornato a riempire di ambigue presenze che a momenti cado per terra e mi fischio rigore da solo. Lo spettacolone ridotto ad una farsaccia orrenda. Certo che se ha dirigere un orchestra sinfonica metti una Nasica del Borneo (simpatica scimmia dal nasone rosso) il rischio che qualcosa non quadri รจ piรน che certo. E di bucce di banana sul campo di Torino ce ne erano parecchie, e molti ci sono scivolati.
Alla fine della partita chiedermi perchรฉ a dirigerla non fosse stato mandato un altro mi sembrava da sciocco. Gli ectoplasmi intorno a me sarebbero morti dal ridere. Alla fine abbiamo perso. No, non entrerรฒ nella polemica rovente: le immagini si commentano da sole. Lo sanno anche quelli della Juve. Lโimmagine piรน bella, per me, รจ quella dei giallorossi che vanno sotto la curva festeggiati come se avessero vinto. Forza Roma. Sempre.
