
ROMA – Dall’ingresso nel parlamento turco del partito curdo alla resistenza all’Isis in Iraq e Siria. “Mai come in questi ultimi anni e mesi – scrive Roberto Tottoli del Corriere della Sera – la questione curda รจ diventata allo stesso tempo lontana e vicina. Lontana perchรฉ le tragedie del Vicino Oriente hanno portato alle cronache una crisi che va oltre le storiche rivendicazioni curde; vicina perchรฉ mai come ora lโelemento curdo pare un fattore di stabilitร politica nella regione”.
Il successo dellโHdp alle elezioni turche ha portato per la prima volta la rappresentanza curda allโinterno della politica della Turchia, superando negazioni deliberate e ostinate, ma anche le contrapposizioni armate che avevano alimentato da una lato la repressione del governo e dallโaltra lโepica del Pkk, il clandestino Partito dei lavoratori del Kurdistan, di quellโOcalan che anni fa ha attraversato anche la storia italiana. Rivendicazioni e lotta politica e armata senza quartiere avevano condotto la questione curda su un binario morto, almeno fino a queste elezioni che aprono una nuova fase di partecipazione politica, per ora moderata rispetto ai tentativi autoritari di Erdogan.
Ma la stessa evoluzione appartiene anche alle altre regioni curde. Il Kurdistan iracheno, resistendo agli attacchi dellโIsis, vive attualmente in una condizione di autonomia che ha fatto dimenticare le persecuzioni di Saddam Hussein e ha dato una sostanziale stabilitร alla regione. Dallโoccupazione americana dellโIraq, ha iniziato a intrecciare vari rapporti diplomatici staccandosi progressivamente dal controllo centrale con il beneplacito occidentale. Da piรน parti si indica o si teme che una proclamazione di indipendenza possa sollecitare progetti analoghi in altre regioni. La regione curda nel nord della Siria รจ, di fatto, indipendente dallโinizio della guerra civile ed รจ diventata famosa per la strenua difesa di Kobane. Anche qui la popolazione curda ha mostrato una forza di coesione inaspettata nel respingere gli attacchi dellโIsis, nonostante la neutralitร turca.
Mai come ora, quindi, i curdi godono delle simpatie internazionali. Paiono improvvisamente un fattore di stabilitร in una regione squassata da guerre civili e divisioni feroci. Eppure la loro storia nel ventesimo secolo รจ stata una serie di illusioni tramontate, effimere indipendenze e una frammentazione che ne ha fatto una popolazione senza nazione, divisa tra gli Stati usciti dalla dominazione coloniale e costruiti su mosaici confessionali ed etnici. Con unโestensione poco piรน grande dellโItalia, il territorio curdo percorre la regione settentrionale della Mesopotamia, tra Turchia, Iran e Iraq, e in parti piรน piccole anche Siria e Armenia. I curdi parlano dialetti diversi ma tutti appartenenti alla medesima famiglia iranica che nulla ha a che vedere con lโarabo. Ovunque hanno sopportato isolamento e negazione della loro stessa esistenza. Ma le loro stesse divisioni politiche hanno non poco contributo a indebolirne le rivendicazioni, almeno fino a queste ultime vicende.
Il Kurdistan รจ un esempio in piccolo della realtร del mondo musulmano: la popolazione รจ in maggioranza sunnita allโinterno della quale ci sono minoranze sciite e cristiane, oltre a unโinfinitร di altre confessioni che riflettono la storia delle regioni in cui si trovano. Il fattore religioso รจ perรฒ sempre stato secondario rispetto alle rivendicazioni nazionali. I partiti e le forze associative non hanno subito la crescita dellโIslam politico del resto del mondo arabo e islamico. Salafismo e jihadismo hanno fatto scarsa breccia in realtร spesso rurali piรน attaccate alla tradizione. Lo stesso Hdp, nella campagna elettorale turca, ha parlato di un Islam democratico, piรน per blandire i curdi musulmani delle regioni piรน tradizionali che per rivendicare lโappartenenza islamica contro Erdogan.
La politica internazionale รจ estremamente prudente nei confronti delle rivendicazioni curde e assiste quasi con stupore a queste ultime evoluzioni. Alla stabilitร del Kurdistan iracheno e alla resistenza di Kobane in Siria, ora si aggiunge la vittoria politica di Demirtas e dellโHdp, che ha mostrato una moderazione e capacitร di frenare le ambizioni di Erdogan senza eguali. Ad oggi i curdi paiono la popolazione musulmana della regione piรน coesa e unita. Forse non basterร a dare vita a una nazione curda, soprattutto per lโopposizione iraniana, ma certo, nel crollo delle nazioni del Vicino Oriente, questa potrebbe essere una tentazione neppure troppo azzardata.
