
ROMA – Golden globe alla Grande bellezza? “Roma applaude la vittoria del film che la sputtana” scrive Giorgio Carbone su Libero.
Da piรน di dieci anni non andavamo in finale. Meritatamente. Perchรฉ quasi sempre (tranne nel caso di Gomorra osteggiato dai mafiosi americani) i nostri candidati non avevano respiro internazionale. Noi esultiamo. Chiunque ami il cinema (e la meritocrazia) esulta. Esultano anche i terrazzieri romani, quasi Sorrentino fosse una creatura loro (non lo รจ, se lo fosse non avrebbe fatto Il divo). Domanda: รจ proprio in caso che i terrazzieri esultino? Perchรจ il quadro che ยซLa bellezzaยป dร della capitale allโalba del nuovo secolo, รจ tetro,miserando, quasi iettatorio. Lโex cuore della Dolce vita, la Hollywood sul Tevere, lโombelico del mondo รจ oggi (lo dice Sorrentino, ma รจ impossibile che se lo sia inventato) un postaccio inivivibile.
Livido, soffocante di giorno, agghiacciante nelle notti (le leggendarie notti romane) popolate di fantasmi. Non รจ un caso se Sorrentino fa fuggire a gambe levate anche il piรน romano dei personaggi dello spettacolo, Carlo Verdone. E idem per quello (inventato ma non tanto) di Toni Servillo, lโintellettuale napoletano venuto nella Cittร Santa mezzo secolo prima, convinto di immergersi nel centro dellโuniverso. Eppure, i terrazzieri fanno festa. Come i tifosi della Roma ogni volta che i giallorossi sono in cima alla classifica (anche se poi non vincono lo scudetto). Ho provato a capire il perchรจ di questo assurdo fescennino a entrare nella testa di un terrazziere. Quello che per noi รจ purtroppo unโeccezione (una vittoria internazionale del nostro cinema) per loro รจ giusto, logico, naturale, la conferma di una secolare superioritร . Su questo complesso di superioritร ho sbattuto in decine di occasioni ogni volta che si celebrano i Nastri dโargento, i David di Donatello, i premi letterari. Il panorama sopra e sotto il palcoscenico รจ sempre piรน squallido. Le opere premiate sonopoche, la gente chepremia di serie B. Pure in quelle sale si parla e ci si comporta come se lรฌ in mezzo ci fossero Fellini o Visconti. Dalle mie parti e non solo, questa si chiama autoreferenzialitร . Parla sempre con le stesse persone, frequenta le stesse persone e ti convinci e le convinci che siete sempre i piรน bravi e i piรน forti. E se magari arriva qualcuno da fuori (leggi Quentin Tarantino) arriva e osserva che il caput mundi ha perso la capa da vari decenni, tutti a reagire indignati a dire che Tarantino non รจ nessuno e se รจ qualcuno lo deve a Sergio Corbucci.
Stop. Lasciatemi scrivere solo di cose belle. Qualche settimana facendo previsioni sui Globe, ho sognato che vinceva Cate Blanchett (per me la migliore del mondo,ma chi รจ Meryl Streep?) che vincevano Jennifer Lawrence e Amy Adams dopo averle viste rissare nella toilette di American Hustle. Ieri mattina mi sono svegliato e la prime immagini sul computer sono state quelle di Cate, Amy e Jennifer con annessi Globi. Ma che bel risveglio. Con un unico rimpianto. Che nella corsa agli Oscar Amy non potrร non essere sopraffatta da Cate. Questo perchรจ da sempre, i riconoscimenti per i Golden sono piรน numerosi degli AcademyAwards. Ai Golden si laureano anche i ยซtelevisiviยป. E i ยซcinematografici ยป sono divisi in due categorie (i drammi e le commedie) che permettono una piรน larga spartizione dei riconoscimenti. Cosรฌ accade che risultino premiate e contente sia la Blanchett che la Adams (American hustle รจ considerato commedia). E Leonardo Di Caprio (commedia anche Wolf of Wall Street) e lโemaciato MatthewMc Conaughey di Dallas buyers club, lโodissea antirazzista di Dodici anni schiavo di Steve Mc Queen e lo svagato (?) Wall Street di Scorsese. Per lโOscar devi per forza mandare a casa qualcuno a mani vuote. Ci andrร dunque la Amy (nonostante nel film di Russell sia una favola); rischia ancora Di Caprio allโennesima candidatura (ma nella giuriadeve avere qualcuno che gli vuole male). E se fossi in Scorsese non nutrirei molte speranze. Nella borsa valori di Hollywood attualmente sono le azioni di Mc Queen quelle che vanno per la maggiore.
