ROMA – “Ho sbagliato anche tante cravatte”, ironia amara quella di Gianni Cuperlo dopo la sconfitta alle primarie contro Matteo Renzi, “una vera e propria débâcle – scrive Alessandro Trocino – per Gianni Cuperlo, candidato della sinistra bersaniana e dalemiana, il più filogovernativo dei tre”.
L’articolo sul Corriere della Sera:
Eloquente il silenzio, fino a tarda sera, dei dirigenti di peso del vecchio Pd e in particolare di quelli legati al Pci. Alle dieci di sera, Cuperlo fa apparizione in una mesta piazza di Pietra. Fa i complimenti a Renzi per «l’ampio consenso», e si assume completamente la responsabilità della sconfitta, alludendo scherzosamente anche «alle tante cravatte che ho sbagliato». Ma avverte anche: «Non scenderemo dal treno, non rinunceremo alle nostre idee. L’unità è un valore, ma basata sulla chiarezza reciproca». Un modo per dire che c’è ancora una parte del partito che resiste, anche se Cuperlo non può non sapere che una parte dell’apparato ha già traslocato in direzione Renzi e un’altra parte sarà probabilmente rottamata definitivamente dal neo segretario.
Farà pesare i suoi voti anche Civati, che non a caso, a urne ancora aperte, spiegava: «Sarà interessante vedere le proporzioni, perché poi si va in assemblea». Il terzo incomodo chiederà a Renzi una decisa presa di distanza dal governo, come spiega subito: «Il risultato degli elettori del Pd ci dice che il lungo patto con Alfano e Giovanardi si deve rivedere». E a sera, non rassicura affatto il premier: «Non negozierò la mia posizione sul governo, a partire dalla richiesta del voto».
Civati è combattuto tra l’essere felice per i 300 mila che l’hanno votato, «un risultato clamoroso», e la consapevolezza della sconfitta: «Non ci possiamo nascondere che avremmo potuto fare molto di più. Negli ultimi giorni confidavamo in un risultato migliore».