ROMA – “Marina grande manager la vedo candidata premier”, Lara Comi, intervistata da Repubblica, lancia la candidatura di Marina Berlusconi: “Ottima soluzione specie se si votasse a breve, sarebbe il nuovo nella continuità”.
L’intervista completa:
Berlusconi non potrà essere il vostro candidato premier.
«Che vuol dire? Anche Grillo non lo è stato ma ha trascinato al successo il suo partito. Vi inviterei a non sottovalutare il Berlusconi fuori dal Palazzo».Nessuna sottovalutazione, il fatto è che dentro il Palazzo non ci può più entrare. E se ripuntasse su Alfano?«Lo escludo».Volete le elezioni anticipate. Ma chi candidereste in primavera?«Io nutro molta stima nei confronti di Marina. Non mi dispiacerebbe affatto vedere una donna di grandi capacità, concreta, pratica come lei, candidata alla guida delPaese. Ha mostrato eccellenti doti manageriali. Il presidente ragiona giustamente da padre più che da politico e non vorrebbe che la figlia subisse anche solo in parte quel che ha dovuto subire lui. Per non dire degli equilibri interni all’azienda da tutelare».Se si votasse a breve, Marina sarebbe fuori gioco?«Al contrario, anche una candidatura lampo con lei può funzionare. Marina ha già un nome, una fama, in Italia e nel mondo. Avrebbe bisogno davvero di poco tempo, a differenza di qualsiasi altro candidato privo della sua capacità organizzativa».Marina in Italia e Silvio in Europa, candidato all’estero nell’Europarlamento?«Bisognerebbe verificare che ci sia un suo reale interesse».Beh, riconquisterebbe l’immunità perduta in Italia.«Falsa questione. L’immunità di cui godiamo a Bruxelles è molto più circoscritta. Non sarebbe quella la ragione».E poi non è detto che venga eletto.«Non avrebbe alcuna difficoltà, in qualunque Paese».Soprattutto se si candidasse nell’Est europeo.«Sono delle opzioni. Sebbene strane e improbabili».Certo non potrebbe aspirare alla Germania della Merkel.«Al contrario, è il posto ideale. Al rigorismo della premier opporrebbe la creatività e la simpatia italiana. Farebbe un boom, sarebbe eletto a furor di popolo».