
ROMA, 28 GEN – L’accordo sulla riforma della legge elettorale non si tocca, ma si continua a lavorare su alcune modifiche: premio di maggioranza e candidature multiple. La coppia Renzi-Verdini, scrive il Fatto Quotidiano, “vuol fare un macellum”. E intanto si continua a discutere.
L’articolo di Wanda Marra:
Lโaccordo Renzi-Berlusconi non si tocca, avverte il relatore in Commissione della legge elettorale, Sisto in serata. E in effetti, al netto di unโaltra giornata di โammuinaโ parlamentare, quello che regge รจ proprio lโaccordo tra i due. Il segretario Pd incontra Denis Verdini, delegato alla trattativa di Forza Italia e sua vecchia conoscenza. Sul tavolo delle modifiche ci sono essenzialmente due punti: lโinnalzamento della soglia per accedere al premio di maggioranza (dal 35 al 38 %) e lโabbassamento di quella per entrare in Parlamento (la bozza prevede il 5 % in coalizione e fuori lโ 8 %). Verdini dice sรฌ alla prima richiesta, no alla seconda. Poi Matteo prova a chiudere con Angelino Alfano, che se le soglie rimangono queste non ha altra scelta che tornare allโovile di Fi. Al netto delle richieste di preferenze e sbarramento piรน basso, la richiesta di Ncd sono le candidature multiple. Renzi ha chiarito: โNon mi immolo sulle candidature multipleโ.
Dโaltra parte, fatto salvo lโimpianto di massima della legge e per ottenerne lโapprovazione, lui non sโimmola davanti a nulla. Con buona pace di chi definisce lโItalicum un super Porcellum. La minoranza dem che ha molto abbassato i toni, ma non ha mollato sulla questione delle preferenze (rilanciata anche da Letta giovedรฌ sera a Otto e mezzo). Una minoranza che in commissione Affari costituzionali รจ maggioranza. Tanto รจ vero che il segretario in serata prova a disarmarli offrendo un meccanismo di โprimarie alla toscanaโ, ovvero per legge ma facoltative. E per questo si presenta addirittura a Montecitorio in serata, illustrando al gruppo le modifiche possibili. E il gruppo abbassa le penne impegnandosi a ritirare tutti gli emendamenti, tranne quelli che riguardano il premio di maggioranza, la delega al governo per i collegi e le primarie. Si conclude cosรฌ una giornata di conclamata โammuinaโ parlamentare. โUNA CASSETTA degli attrezziโ. Cosรฌ Roberto Speranza, capogruppo Dem, definisce gli emendamenti in Commissione del Pd alla legge (36 su 318 complessivi). Scadenza alle ore 13, trattative continue, alla fine i Democratici si accordano su un non accordo: a titolo piรน o meno individuale presentano modifiche praticamente su tutto.
Abbassare le soglie di sbarramento per partiti e coalizioni, alzare la soglia per lโattribuzione del premio di maggioranza, introdurre le preferenze, salvare il miglior perdente. Ma anche rimandare lโentrata in vigore della legge elettorale a dopo la riforma del Senato, trasformare i collegi da plurinominali in uninominali. Il piรน unitario prevede la delega al governo a disegnare i collegi e le circoscrizioni. Non firmano nulla la Boschi, Fiano e Bressa. E mai come ieri mattina la Commissione sembra un suk, con firme dei membri della commissione messe sulle modifiche piรน o meno a caso. Tanto la trattativa avviene fuori, e gli emendamenti sono solo un modo per lasciarsi aperte tutte le porte e prendere tempo. Renzi ribadisce da Firenze quello che va dicendo da giorni: โSe la legge salta, finisce la legislaturaโ. Franchi tiratori e giochi sotterranei per far saltare lโaccordo sono nel conto. Tanto che il segretario scende a Roma nel primo pomeriggio per gestire gli incontri e visionare le modifiche proposte in prima persona. Perchรฉ poi, se il Pd ha fatto la sua parte, gli altri non sono stati da meno: Ncd ne presenta 11 (tra cui quello per le candidature multiple), Forza Italia ripropone il salva-Lega. Renzi studia il fascicolo in proprio e incontra Speranza e Emanuele Fiano (relatore della legge in Commissione) al Nazareno. Intanto il premier si cautela e si dice โfeliceโ sia se la la legge elettorale si fa, sia se finisce il bicameralismo perfetto. Un modo per avvertire che la legge passa solo se cโรจ la garanzia che una volta fatta non si andrร al voto. Ambienti vicini al premier raccontano che la tentazione di sfidare Renzi e di andare al voto con il proporzionale puro e vedere dove arriva ci sarebbe, ma per โsenso di responsabilitร โ. Lโidea รจ far approvare la legge alla Camera e allungare i tempi al Senato. Per superare lโultima finestra elettorale per andare al voto con le Europee. Ora dalle parole si passa al voto.
