ROMA – Legge tortura, le critiche:
Per ragioni opposte, la legge non soddisfa Si e Mdp che si astengono dal voto finale considerano il testo approvato «debole», «poco incisivo» e «inefficace». E il M5S, che pure considera la legge «giusta», alla fine si astiene, prendendo l’impegno «di migliorare le norme non appena possibile». Nonostante tutto, il governo si dice soddisfatto. La ministra Anna Finocchiaro parla di «un passaggio importante, per il quale il Parlamento lavora da quasi vent’anni».
“un omicidio dei principi costituzionali e codicistici”. La norma è “vaga” e elevata la possibilità di «denunce strumentali» in danno delle forze dell’ordine”.
“Siamo di fronte a un paradosso: invece di tutelare le indagini, vengono sollecitati accertamenti su coloro che dovrebbero farle. Questa norma doveva essere più leggibile e meno vaga, questa è quasi una ripetizione di un reato che esiste già ed è quello di lesioni. Si cambiano le carte in tavola e vengono previste pene gravissime per le forze dell’ordine. Oltretutto nel nostro paese conta la pendenza del processo, anche un semplice fascicolo aperto come atto dovuto rovina le carriere»”
In che senso la legge sarebbe dovuta essere meno vaga?“Al momento riguarda una fattispecie troppo ampia, non viene punita la tortura vera e propria. Vengono invece punite le lesioni in danno di soggetti che si trovano in custodia e questo tipo di reato è già sanzionato penalmente. Ci sarebbero dovute essere maggiori differenziazioni. Ovviamente noi siamo favorevoli all’introduzione del reato di tortura, ma così come è stato formulato presenta troppe problematiche. Basti pensare all’imprescrittibilità e alla sanzione dell’istigazione non accolta. Questo è un reato che non si prescrive. E quindi dove finisce la ragionevole durata del processo? L’istigazione non accolta, invece, nel codice non è punita. Qui invece viene sanzionata. Questa legge rappresenta una novità assoluta, da premio Pulitzer in negativo”.