Lettore a Libero: “Multa pagata il doppio. E non mi ridanno i soldi”

La burocrazia

ROMA – Un errore dell’impiegato postale avvia l’odissea: per essere rimborsati bisogna attendere il bilancio comunale.

La lettera di un lettore a Libero Quotidiano:

“Egregio Direttore, ecco l’incredibile vicenda che mi è capitata. In data 29.01.2014 mi recavo presso un ufficio postale periferico della città di Treviso per pagare una contravvenzione stradale inflitta a mio figlio per l’importo di 56 euro, più 7,20 euro di spese postali, più altri 10 di spese procedurali (ma di quali procedure si parla? Non sono forse quelle in capo al funzionario addetto e ricomprese nel “servizio” che deve fornire al cittadino?). Totale: 73,20 euro.

La dipendente delle Poste inavvertitamente effettuava al Comando della Polizia Locale di Venezia anche il versamento dell’ulteriore ammontare di 97 euro di cui al secondo bollettino allegato allo stesso verbale, ma usufruibile solamente in caso vengano superati i fatidici cinque giorni dalla notifica della contestazione. Insostanza veniva liquidata in un sol momento il doppio della sanzione pecuniaria. Nell’impossibilità manifestata dal dipendente dell’ufficio postale di recuperare la maggior somma pagata, ne veniva richiesta la restituzione al Comune di Venezia. Ma l’istanza inviata via fax,così com’era stata stilata, non andava bene: secondo la persona che non si è qualificata del Comando della Polizia Locale, interpellata telefonicamente, doveva essere ripresentata con il modulo prestampato del Comune debitamente compilato (contenente tra l’altro una serie di dati personali già in possesso dell’ufficio comunale), con una copia degli attestati di versamento (già trasmessi) e con la fotocopia del documento d’identità del trasgressore (già individuato dalla Polizia Locale).

In data 13.03.2014 veniva sollecitata (via fax) al Comando la restituzione della somma versata in più. Il 17.03.2014 l’anonimo funzionario comunale rispondeva che «l’ufficio scrivente è in attesa di conoscere la disposizione a bilancio delle somme per la restituzione di quest’anno» (!?). Non essendo decifrabile tale risposta, veniva interessata della questione la gentile segretaria del sindaco, la quale si adoperava per vedere sbloccato l’iter della pratica. Ma il 19.03.2014 un solerte funzionario anonimo (forse lo stesso che in precedenza aveva risposto al telefono e scritto le assurdità di cui sopra) replicava stizzosamente che «il bonifico sarà effettuato compatibilmente con la tempistica di approvazione del bilancio 2014 dell’Ente » (!?).

A me sembra non abbia alcun senso accostare il bilancio 2014 del Comune di Venezia con la somma in più entrata per errore nelle casse comunali e da restituire. Indata 21.03.2014 veniva ricordato (via fax) all’ignoto funzionariochela legge 241/1990 prevede che «lecomunicazioni inuscita dal Comune vanno obbligatoriamente firmate dal responsabile del procedimento…, allo scrivente poco rileva la tempistica di approvazione del bilancio 2014 dell’Ente…, la somma maggiore va immediatamente restituita per non far maturare vantaggi economici non pertinenti». Ad oggimi risulta non sia stato ancora rimborsato nulla. Che fare? Egregio Direttore, cortesemente mi conforti e mi “confermi” che per merito di tali burocrati il nostro Paese progredirà sempre di più… e il sindaco di Venezia purtroppo non lo sa!.”

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FIlippo Limoncelli