
ROMA – “Cara mamma e caro ex-marito, visto che parlate di me, lasciatemi dire che entrambi avete torto: tu, mamma, nel metodo e tu, ex-marito, nel merito” e questa volta, dopo la lettera della madre (e la risposta sarcastica di Selvaggia Lucarelli) a scrivere è la diretta interessata, Simonetta Bartolini, ex moglie di Raoul Bova, sempre dalle pagine del Giornale.
La lettera invita al Giornale:
Cara mamma, la tua rabbia, la tua indignazione, il tuo disprezzo, come ben sai, sono anche i miei, ad essi io devo aggiungere il dolore dell’oltraggio subito, della slealtà perpetrata con insopportabile leggerezza e poi giustificata con la formuletta auto assolutoria dell’amore finito perché tutto finisce e perché ormai i rapporti sono fatti solo di «amore, passione, condivisione» in nome di una malintesa «autenticità». Quel che finisce si butta via, si passa ad altro stimolo, oggi si vive solo di «nuovi stimoli», sessuali o emotivi, ma sempre «autentici». Quando ho letto la tua lettera, cara mamma, ho provato un misto di tenerezza e rabbia, di dolcezza e sconforto: a conti fatti per quanto la tua solidarietà mi abbia fatto bene e mi abbia anche fatto piacere (lo confesso) quel tanto di pubblico sputtanamento del mio ex, l’amarezza è stata superiore a tutto.
Il primo pensiero che ho avuto leggendoti è stato che non hai capito cosa mi abbia fatto male veramente in questa brutta faccenda, e che le tue parole per quanto giuste non sarebbero state capite dal destinatario, e infatti la sua risposta lo dimostra.
Vedi mamma, tu hai dato a lui la possibilità di difendersi non nel merito di quanto hai detto: la slealtà, ma a proposito di tutte quelle piccole grandi beghe di coppia per cui alla fine quando un rapporto scoppia si dice che la ragione sta nel mezzo. Certo il mio carattere, le difficoltà, i litigi, il mio rapporto con te tanto stretto da dare a lui il facile alibi che io sia rimasta figlia senza mai diventare moglie, e tutte le sciocchezze (con una parte di verità) che ha replicato. Le accuse rivolte a te non meritano di esser prese in considerazione tanto sono banali e scontate. Ma in fondo, cara mamma, come avrebbe potuto risponderti nel merito? Per comprendere che la slealtà è un disvalore, avrebbe dovuto essere un uomo diverso da quello che è, avrebbe dovuto essere un uomo leale e responsabile. Tu parli del tradimento, ma vedi, quando si decide di dividere seriamente la vita con qualcuno, quando si sceglie di assumersi la responsabilità di una famiglia (piccola o grande che sia) e di essa si prende il buono e il meno piacevole non è il tradimento che fa più male (intendo il tradimento sessuale che può e dovrebbe essere consumato in segreto, occhio non vede cuore non duole), quel che fa male è la rinuncia alla responsabilità in nome della leggerezza programmatica.
Ti lascio perché è finito l’amore, ti lascio perché ho trovato una più giovane e meno problematica, ti lascio perché ho bisogno di nuovi stimoli, ti lascio perché la responsabilità mi pesa e non voglio ipotecare il futuro con progetti e programmi che poi mi chiedono di essere realizzati, o almeno di provarci. Ti lascio perché vivere alla giornata in allegra superficialità è più facile che avere un progetto comune.
Vedi mamma, il problema è questo: essere stata messa improvvisamente, e (lo confesso) inaspettatamente di fronte a un uomo che avevo mal valutato, mal giudicato attribuendogli sentimenti e valori che in realtà non aveva. Questo fa male, questo è imperdonabile, ma non a lui, a me stessa.
Sì, mamma, l’errore è stato mio. Io ho creduto in un uomo che non esisteva e che mi ero costruita nel mio cuore come avrei voluto che fosse, io ho travisato in positivo ogni suo atteggiamento che avrebbe dovuto mettermi in guardia; io, e solo io, ho investito in lui affetto, speranze, futuro, progetti, senza verificare veramente se erano anche i suoi investimenti. Io, e solo io, ho dato senza pretendere in cambio eguale moneta, illudendomi che l’esempio servisse, che lui avrebbe apprezzato, capito, condiviso. Le parole, mamma, non servono, non sono significative, Renzi ce lo ha dimostrato con il famoso #enricostaisereno, e in genere funziona così (credo che sia per questo che il premier piace tanto a tutti) la lealtà alle parole dette e date non esiste, è quindi inutile anche rimproverargli quel che prometteva un tempo. Cara mamma, per questo sbagli nella tua lettera a lui, tu hai ancora fiducia nelle parole, io no, non più; sbagli perché se lui è un uomo sleale, irresponsabile, superficiale io avrei dovuto accorgermene e stargli alla larga oppure almeno non permettergli di farmi il male che mi ha fatto, prendendogli le giuste misure.
In ogni caso, grazie mamma, ti voglio bene.
