Libero: “È Ciampi il padre del Porcellum”

“Nessuno ricorda che fu lui, da presidente, a cambiare e firmare la legge incostituzionale…”

ROMA – E’ stato l’uomo dell’euro e del Porcellum scrive Libero, è l’ex presidente della Repubblica Ciampi, “93 anni di una sciagura nazionale” scrive Maria Giovanna Maglie.

Gli esemplari più recenti di questa razza padrona li abbiamo visti con Mario Monti, li vediamo speriamo ancora per poco nel governino dei bravi ragazzi di Napolitano; ma il Paese è stato proprio da lui in avanti cogovernato da tecnocrati provenienti dall’ufficio del Presidente Repubblica, da burocrati di ministeri chiave, dalla Banca d’Italia. Il loro compito ieri era quello di infilarci nel disastro dell’Europa unita senza garanzie se non quelle della decadenza, oggi è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Purtroppo ancora molti italiani sperano che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese, miti come quello di Ciampi contribuiscono a questa illusione, è bene invece che sappiano, sappiamo, che i tecnocrati sono del tutto funzionali ai partiti politici e, in sintonia e complicità sono diventati sempre più potenti. Peggio, oggi sono i garanti del declino inarrestabile dell’Italia. 1992. La Banca d’Italia aveva chiuso il mercato dei cambi e lasciava fluttuare la lira, anche se la nostra posizione finanziaria internazionale non era sostenibile a quel tasso di cambio, e sarebbe stato necessario adottare subito una misura comunque inevitabile, invece di bruciare miliardi per guadagnare tempo. La Banca d’Italia alla fine cedette ma aveva bruciato sessantamila miliardi di lire nell’illusione di potere rinviare, così facendo, la svalutazione della lira. I responsabili di quella follia furono Giuliano Amato, presidente del Consiglio, e Carlo Azeglio Ciampi, governatore della Banca d’Italia. Da quel disastro ricavarono numerosi e congrui vantaggi politici.

Tra il 1996 e il 1998 Romano Prodi e il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, definito «un creativo giocoliere finanziario », misero in campo «misure di risparmio cosmetiche», che «si basavano su trucchi contabili» o addirittura «furono subito ritirate non appena venne meno la pressione politica». L’allora cancelliere Helmut Kohl, informato dall’amba – sciata tedesca a Roma, era pienamente al corrente della drammatica situazione dei conti pubblici italiani ma l’opportunità politica prevalse sul rigore finanziario. Cito dal settimanale Der Spiegel, una inchiesta monstrum per resoconti diplomatici, note interne, appunti di colloqui. «L’Italia non avrebbe mai dovuto essere accolta nell’euro, così si creò il precedente per una decisione ancora più sbagliata presa due anni dopo: l’ingresso nell’euro della Grecia». Nel 1997 per essere onesti il nostro governo chiese due volte di rinviare la partenza dell’euro, ma a Berlino si opposero. Avevano fiducia nel ministro del Tesoro, il tecnico che aveva lasciato il governatorato della Banca d’Italia per diventare presidente del Consiglio nel 1993. Fanno da allora così i tedeschi, scelgono quello di cui fidarsi. 2005. La legge del Porcellum viene approvata dal presidente della Repubblica, Ciampi. Se il Porcellum è incostituzionale, si può dire che l’allora presidente sbagliò clamorosamente, visto che firmò la legge? Anche perché si spese, studiò, brigò, insieme ai suoi esperti, per inserire il premio di maggioranza su base regionale al Senato, spalleggiato da personaggi comeCasini e Fini. Oggi, a 93 anni, potrebbe, dovrebbe, attaccare la Consulta e difendere la legittimità della norma che ha firmato a fine 2005, oppure riconoscere la sua responsabilità e lasciare il posto di senatore a vita. O no? Auguri, comunque.

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Gianluca Pace