Libero: “Il bonus da 80 euro di Renzi lo avrà un lavoratore su dieci”

Il fotomontaggio di Renzi su Libero

ROMA – Sette contribuenti italiani su dieci non avranno alcun vantaggio dalla manovra economica preparata da Matteo Renzi e dal suo governo. Meno di uno su dieci avrà qualcosa di simile a quegli 80 euro al mese in busta paga promessi, circa due su dieci avrà meno di 40 euro, a tre su dieci la vita cambierà in peggio e per tutti gli altri non ci sarà differenza rispetto al passato.

Scrive Franco Bechis su Libero:

Come era immaginabile dalle simulazioni fatte a palazzo Chigi inqueste ore la realtà dei numeri è assai diversa dagli slogan delle slides mostrate dal premier.Quelle più facili da raccontare, ma la realtà sarà diversa. Solo il 9,74% deicontribuenti italiani riceverà nel 2014 più omeno gli 80 europromessi in busta paga. Si tratta di 3,8 milioni di lavoratori dipendenti che hanno un reddito lordo annuale che oscilla fra 20 e 26mila euro. In media avranno 79,49 euro mensili, ma fra loro c’è qualcuno che raggiungerà i 90 euro e qualcuno che starà ben al di sotto. Sono loro però gli unici a vedere realizzata la promessa fatta.

Per gli altri i vantaggi ci saranno, ma assai più ridotti rispetto alle attese. Avranno in media 61,79 euro inpiùin busta pagai lavoratori dipendenti che prendono fra 26 e 29mila euro lordi l’anno: sono 1,3milioni (il 9,14% di quelli che avranno qualcosina in più).Per tutti gli altri redditi interessati dalla manovra il vantaggio sarà inferiore ai 52 euro al mese. Per 5,5 milioni di lavoratori dipendenti il vantaggio sarà inferiore ai 30 euro mensili.

Per un milione e mezzo di loro, quelli che guadagnano fra 35 e 50 mila euro lordi, ci sarà perfino una lieve limatura del reddito a disposizione. Se però passerà anche la norma contenuta nel disegno di legge sul lavoro – il cosiddetto job act – che prevede l’abrogazione della detrazione prevista per il coniuge a carico (65 euro al mese), resteranno davvero pochi ad avere un vantaggio per fino nella platea dei lavoratori dipendenti (che rappresenta in tutto solo la metà dei contribuenti italiani).

E attenzione: secondo le simulazioni fatte dal governo, sarà solo nel 2014 che chi potrà godrà il massimo del vantaggio: nel 2015 anche chi ha goduto di quegli 80 euro al mese li vedrà ridotti a circa 60-65 euro. Anche per questo motivo la manovra Renzi ricorda molto nella sua impostazione il pacchetto misure varato da Romano Prodi, Vincenzo Visco e Pierluigi Bersani nel 2006-2007.

La filosofia che ispirò allora il governo fu quella di agevolare fiscalmente la propria base sociale di riferimento attraverso la rimodulazione delle aliquote Irpef (tecnicamente sbagliarono anche quella manovra, perché non calcolarono l’effetto cascata sulle tasse locali che si mangiarono i benefici previsti), mentre fu messa sotto torchio in mille modi quella parte di Italia considerata come il blocco sociale avversario. Basti ricordare cosa avvenne sulle partite Iva e i professionisti. Il complesso di misure inserite da Renzi nel Def ricorda molto da vicino quella filosofia. Vengono penalizzati o comunque esclusi da qualsiasi tipo di aiuto 6 milioni di lavoratori dipendenti, oltre 5 milioni e mezzo di lavoratori autonomie 15 milioni di contribuenti pensionati. A  questi 26 milioni di contribuenti italiani esclusi dai benefici Irpef il governo Renzi riserva nella migliore delle ipotesi nulla, nella peggiore una stangata sui risparmi, un prelievo di 65 euro netti al mese a chiunque abbia il coniuge fiscalmente a carico, un prelievo sulle pensioni al di sopra di certi redditi.

Published by
FIlippo Limoncelli