
ROMA – “Milano apre l’inchiesta per incarcerare Silvio” titola Libero: “Il tribunale del processo Ruby bis ordina ai pm di indagarlo per corruzione in atti giudiziari: il grimaldello per lโarresto. Ma il vero obiettivo รจ spingerlo alla fuga”.
Ecco l’editoriale di Maurizio Belpietro:
Ancora ieri alcuni presunti consulenti giuridici si affannavano sui giornali a sostenere che Silvio Berlusconi non rischia lโarresto. Gli argomenti erano i seguenti. Troppo vecchio per poter essere sbattuto in cella: la legge Gozzini non lo consente per persone che abbiano compiuto piรน di settantโanni. Tanzi insegna. Nessuna esigenza di custodia cautelare: i procedimenti a suo carico sarebbero giร tutti in dirittura dโarrivo e dunque saremmo prossimi alla richiesta di rinvio a giudizio, non di invio in gattabuia. Anche Scaglia insegna. Chiacchiere dunque. Anzi, una cortina di parole che serve soltanto a nascondere la realtร . Ma la foschia quotidiana cela una semplice veritร : il Cavaliere puรฒ finire in manette da un momento allโaltro. E a confermarlo non รจ il Fatto quotidiano, organo ufficiale delle Procure che pure giovedรฌ, cioรจ il giorno seguente la decadenza di Berlusconi, si รจ fatto sfuggire un titolo piรน eloquente di qualsiasi commento giuridico: ยซร fuori, puรฒ finire dentroยป. No, a far capire che si puรฒ arrivare alla soluzione finale della guerra scatenata dalle Procure contro il leader del centrodestra sono gli stessi giudici del Tribunale di Milano. I quali, nelle motivazioni alla sentenza di condanna a carico di Emilio Fede e Lele Mora nel cosiddetto processo Ruby bisย sostengono che il Cavaliere va indagato per corruzione in atti giudiziari. In pratica la Corte sostiene che ยซil pagamento mensile di una regolare somma di denaroยป alle ragazze ospiti ad Arcore e che poi hanno testimoniato nel processo contro il direttore del Tg4 e lโimpresario delle star tv costituisce ยซun inquinamento probatorioยป. Con la sentenza i giudici tracciano il solco e lasciano alla Procura il compito di usare la spada. Che, se si prendono per buone le motivazioni, significa una sola cosa: se Berlusconi sta agendo in modo da inquinare le prove va arrestato.
Qualche giorno fa lโex pm del pool di Mani pulite Piercamillo Davigo escludeva la custodia cautelare tra i rischi incombenti in seguito alla cacciata dal Senato del leader di Forza Italia, spiegando che solo la flagranza di reato avrebbe potuto spalancargli le porte del penitenziario. In realtร lโinquinamento probatorio รจ proprio uno dei reati che non solo consentono, ma quasi obbligano a spiccare un mandato di cattura. Se poi i pagamenti alle fanciulle non si fossero interrotti ma proseguissero ricorrerebbe anche lโaltra causa che giustifica un provvedimento simile, ossia la ยซreiterazione del reatoยป. Insomma, nonostante le rassicurazioni sparse a piene mani sulle pagine dei giornali da illustri opinionisti, lโipotesi di un soggiorno preventivo del Cavaliere nelle patrie galere รจ tuttโal – tro che campata in aria. Ai nostri occhi non pare affatto una tesi di scuola messa in giro ad arte da chi intende drammatizzare la situazione, ma un rischio concreto nel momento in cui i giudici ordinano alla Procura di aprire unโindagine per corruzione in atti giudiziari. Del resto, quello che sta accadendo รจ la logica conseguenza di un processo iniziato tanto tempo fa. Sono almeno ventโanni che Berlusconi รจ nel mirino. Per molto tempo รจ riuscito a schivare i colpi, ma dopo la sentenza di condanna per i diritti Mediaset รจ diventato un bersaglio facile. Dunque, nonostante la decadenza dal mandato parlamentare, anzi proprio per questo, cโรจ da attendersi lโinasprirsi dei provvedimenti. Non solo quelli derivanti dal cosiddetto Ruby ter incardinato a Milano, ma altri che potrebbero giungere da Napoli o da Bari, con perquisizioni, intercettazioni e perfino provvedimenti restrittivi. Per il Cavaliere si intravede un periodo nero, una specie di via Crucis giudiziaria. Che perรฒ potrebbe avere una controindicazione, cioรจ di rendere ancor piรน popolare Berlusconi, rafforzando nellโelettora – to moderato il convincimento che sia vittima di una persecuzione. Per tale ragione non รจ escluso che lโobiettivo di tutto ciรฒ, piรน che incarcerarlo, possa essere da parte di qualcuno quello di indurlo alla resa, al ritiro definitivo dalla scena politica. O, ancor meglio, quello di spingerlo alla fuga, costringendolo a un esilio dorato su una qualche isoletta caraibica o a Mosca, sotto la protezione del caro amico Putin. In fondo si tratta di un epilogo alla Craxi: il leader socialista, in carcere, avrebbe fatto rimordere la coscienza a qualche compagno. Ma, costretto a riparare allโestero, in una villetta tunisina, consentรฌ di appiccicargli addosso anche il marchio infame del latitante. Dopo il leone di Hammamet finirร cosรฌ anche il leone di Arcore? Cโรจ chi lo spera, ma come ha dimostrato anche alle scorse elezioni, Berlusconi puรฒ ancora sbranare.
