ROMA – “Eroi del nostro tempo” scrive Aldo Grasso, “Casarini a casa del caimano” ironizza Dagospia.
L’articolo di Aldo Grasso su Sette:
L’ultima salvezza della sinistra italiana, quella più radicale, è un greco e si chiama Alexis Tsipras, leader di Syriza. Neanche 40 anni, Alexis Tsipras è riuscito a trasformare la litigiosa e minoritaria area greca neo-post-comunista in un unico soggetto (Syriza) diventato, secondo i sondaggi, il primo partito.
In Italia un gruppo di intellettuali (tra cui Barbara Spinelli e Luciano Gallino) ha varato una lista a suo sostegno in vista delle europee, con l’appoggio di Sel e Rifondazione. In questi anni Tsipras è diventato il simbolo delle critiche più dure alle politiche di austerità dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea. Eroi del nostro tempo.
Ad appoggiare la lista Tsipras ci sono Marco Revelli, Curzio Maltese, Giuliana Sgrena, Moni Ovadia, Adriano Prosperi, Lorella Zanardo, Loredana Lipperini, Ivano Marescotti, Alfredo Somoza e molti altri. È scomparso in extremis il nome di Andrea Camilleri, contrario alla candidatura di Luca Casarini, leader storico dell’area antagonista.
Il commissario Montalbano contro Luca Casarini, l’ex “disubbidiente”, ex leader delle “Tute bianche”, l’ex masaniello veneto sempre in cerca di visibilità e di potere. Perfetto il ritratto che ne ha fatto Massimo Del Papa su Lettera 43: «Si nasce incendiari e si muore cumenda. Si nasce antagonisti e si muore di partita Iva. Si nasce rivoluzionari e si muore onorevoli, italiani o europei è uguale, uomini o caporali è lo stesso, “basta che ci sia posto”, come canta Vasco Rossi. Insomma si nasce Casarini e Casarini si campa: però diversi, mica come Casini che, alla fine, è sempre il solito professionista del galleggiamento nel potere».
Ospite fisso dei talk televisivi, specialmente di Corrado Formigli, Luca Casarini ha anche scritto un romanzo per Mondadori, La parte della fortuna, una sorta di autobiografia: Nico è l’eroe senza macchia e senza paura che si vede “costretto a sfidare apertamente la legge e a infrangere tutti i limiti che fino a quel momento si era imposto”.
Il racconto dell’ingresso a Segrate di Casarini è spassoso: «Comincio a realizzare dopo aver attraversato la sbarra ed esibito il pass che mi hanno fornito, che sto andando verso un mare di polemiche: ma come Casarini che pubblica con Berlusconi? Arrivo all’androne da cui devo salire al 5° piano, a Strade Blu, e subito mi ferma il portiere.
“Ma sei Luca Casarini? Piacere!” – e grande stretta di mano. “Senti dobbiamo parlare perché qui ci stanno rompendo i coglioni, siamo in lotta. Quando hai tempo ti spiego…”. Bell’inizio. Salgo. Mi sembra di entrare nella redazione del Washington Post, tutto un alveare di gente che scrive al computer dentro le cellette». Ecco perché Camilleri ha abbandonato: teme lo scrittore, non il politico.