ROMA – “C’è un grande mister – scrive Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano – nella finanza italiana: ma cosa vuole Diego Della Valle? Negli ultimi giorni si è prodotto in una email di insulti a Giovanni Bazoli, presidente di Intesa San Paolo, seguita da una apparizione a Otto e Mezzo per ribadire le stesse accuse anche a beneficio del pubblico che non legge i giornali. Della Valle non dice cose false, rinfaccia a Bazoli il potere occulto sulla concorrente Ubi Banca (oggetto di un’inchiesta della Procura di Bergamo), all’anziano banchiere contesta di essere esponente di una finanza vetusta, che in nome delle logiche di sistema ha premiato gli interessi degli amici su quelli degli azionisti (Alitalia, Telecom, Zaleski…)”.
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Il duello con Bazoli, al netto delle antipatie umane, ha come terreno di scontro il Corriere della Sera: Della Valle è azionista con il 7, 3 per cento. Stando agli ultimi bilanci disponibili, per ora non è stato un grande affare. Nel bilancio 2012 la Di. Vi. Finanziaria di Diego Della Valle & C. srl la partecipazione in Rcs viene svalutata di 10, 6 milioni di euro, era stata indicata a bilancio a 1, 55 euro per azione e in Borsa all’epoca ne valeva 1, 01. Oggi sta a 1, 3, dopo un aumento di capitale, quindi non è migliorata di molto. Nel bilancio della Diego Della Valle & C srl si trovano invece 16, 9 milioni di “proventi derivanti dalla negoziazione di titoli Rcs Mediagroup”. Insomma: la Rcs non è mai stata – e non sarà mai – l’investimento che darà più soddisfazioni a Della Valle, che i soldi veri li fa con le scarpe Tod’s. L’imprenditore marchigiano contesta a Bazoli di avere un’influenza sul Corriere sproporzionata rispetto al 4, 1 per cento di capitale detenuto da Intesa San Paolo. Ma Della Valle, con il suo 7, 3, ha davvero più titolo a comandare? E non lo sapeva, quando ha investito, che la Rcs è una delle aziende dove meno si applica il principio di “comanda chi ci mette i soldi”? Se il movente di Della Valle non è il business, visto che difficilmente potrà ribaltare il modo in cui è gestito il Corriere (e cosa farebbe lui? non l’ha mai detto), come si spiega tanto accanimento contro Bazoli? Restano due interpretazioni. La prima, donchisciottesca: Della Valle sa che non comanderà mai su via Solferino, ma ha una coscienza civica che lo spinge a lottare per un bene superiore, pur sapendo di perdere. Seconda spiegazione: Della Valle non attacca Bazoli perché ha investito in Rcs. Ma ha deciso di investire in Rcs per poter attaccare Bazoli, cioè per diventare uno dei protagonisti dei salotti buoni, della finanza che finisce sui giornali. Senza queste baruffe e senza Rcs Della Valle sarebbe più simile a Mauro Moretti Polegato, quello di Geox. Un imprenditore di successo, che ogni tanto commenta la congiuntura economica, ma che di rado finisce in prima pagina.