ROMA – Marco Travaglio, il MoVimento 5 Stelle e Beppe Grillo. L’editoriale di Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano, “Doppiogrillismo”:
“Ma non si vede perchรฉ M 5 S, per proporre un premier e una squadra di ministri fuori dai partiti da offrire a chi ci sta, debba aspettare lโincarico da Napolitano (che non glielo darร mai, specie dopo che Bersani ha fallito pur avendo la maggioranza almeno alla Camera grazie al premio-porcellum). E qui Grillo sbaglia. Anche perchรฉ, se non abbiamo capito male, รจ questo il percorso scelto per il Quirinale: interpellare online gli iscritti per conoscere il loro candidato preferito e poi votarlo con 163 voti sicuri nelle Camere riunite dal 18 aprile, nella speranza che altri partiti o parlamentari sciolti si associno (piano A). Se ciรฒ non avvenisse e il candidato a 5 Stelle restasse al palo dei 163 voti, si riproporrebbe il dilemma giร sorto con lโelezione dei presidenti delle Camere: votare scheda bianca (piano B), o accodarsi al candidato meno peggiore proposto dagli altri (piano C), o concordare con qualcuno degli altri (si spera non con B.) un presidente accettabile (piano D)? La decisione, se vale sempre quel che scrisse Grillo per i vertici delle Camere, verrร presa a maggioranza dai gruppi parlamentari: e sarebbe saggio, se sfumasse il piano A, optare per il D. Tutto ciรฒ premesso, รจ francamente insopportabile il trattamento doppiopesista che politici e media continuano a riservare al M 5 S rispetto agli altri partiti. Se Grillo ripete le cose che dice da sette anni su Pdl e Pdmenoelle, รจ Hitler reincarnato che emana diktat antidemocratici, editti, epurazioni e ostracismi, ovviamente per โfare soldiโ da quel โmiliardarioโ che รจ, e perchรฉ sotto sotto fa il gioco di Berlusconi (anzi, ha fatto un โpattoโ con lui, come scrive impudentemente lโUnitร ). Se invece Renzi propone un patto di governo con B., se Bersani vuole incontrare B. per accordarsi sul Quirinale, se il Pd non vuole nemmeno Prodi al Colle perchรฉ โdivideโ (da B., sโintende), va tutto bene. Tre giorni fa il Fatto, e poi il Corriere, e persino Repubblica (in una micronotizia di 18 righe a pag. 18), rivelano la lettera di un sedicente โuomo dโonore della famiglia di Alcamoโ che anticipa il piano stragista โdegli amici romani di Matteoโ Messina Denaro contro i pm Nino Di Matteo e Nico Gozzo per impedire โun governo di comici e frociโ. Cioรจ un governo con Grillo e una parte della sinistra, sul modello siciliano della giunta Crocetta. Gli inquirenti ritengono serissima la minaccia, perchรฉ lโanonimo conosce alla perfezione gli spostamenti dei due magistrati e i punti deboli della loro sorveglianza, con particolari noti solo a chi li abbia pedinati per lungo tempo. Bene, anzi male: non solo nessunโautoritร di Stato e di governo pronuncia un monosillabo per dare solidarietร e sostegno ai magistrati nel mirino. Ma nessuno scrive e nessuno commenta il diktat di Cosa Nostra contro il governo di โcomici e frociโ. Ogni giorno si riempiono pagine e spazi tv su Grillo e i โgrilliniโ; ma, quando un mafioso scrive che gli amici romani di Cosa Nostra non li vogliono al governo, tutti tacciono. Immaginate se la lettera dicesse โnon vogliamo al governo il Pdโ, o โMontiโ o (ipotetica del terzo tipo) โBerlusconiโ: sarebbe il titolo di apertura di tutti i giornali e tg. Gli stessi che dipingono gli eletti di 5 Stelle come un branco di zotici analfabeti, ma se il presidente del Senato Piero Grasso definisce la Costituzione figlia delle culture โliberale, socialista e monarchicaโ, ignaro della XIII disposizione finale che esiliava i Savoia, tutti zitti. Grillo ha torto marcio quando insulta i giornalisti. I quali perรฒ ce la mettono tutta per dargli ragione”.