
ROMA – “Tomo tomo, cacchio cacchio, il vicepresidente del Csm Michele Vietti – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – rilascia una lunga intervista alla Stampa. Dopo unโora di colloquio col presidente della Repubblica e del Csm Giorgio Napolitano, anche sul โcaso Milanoโ: cioรจ sul dissidio esploso fra il procuratore Edmondo Bruti Liberati, lโaggiunto Alfredo Robledo e i rispettivi sostenitori”.
L’articolo completo:
Una guerra che, fortunatamente, non riguarda magistrati corrotti o collusi, nรฉ indagini insabbiate o inventate, dunque non avrร conseguenze su processi in corso: riguarda quale pool, capeggiato da quale aggiunto, doveva seguire questo o quellโindagine; e quando Tizio o Caio dovevano essere iscritti nel registro deglโindagati. Le assegnazioni dei fascicoli devono seguire rigidi criteri di competenza per materia (reati contro la PA, delitti economici, CO-criminalitร organizzata, reati ambientaliโฆ). I tempi delle iscrizioni sono piรน discrezionali, nel senso che ciascun pm valuta quando gli indizi su un sospettato costituiscono โnotizia di reatoโ a suo carico. Tre fatti sembrano emergere con chiarezza.
1) Il fascicolo su Expo, non emergendo fatti o uomini di mafia, era di competenza del pool โPAโ guidato da Robledo, invece Bruti lโassegnรฒ a quello sulla โCOโ capeggiato dalla Boccassini. 2) Bruti ha accusato Robledo davanti al Csm di aver disposto i pedinamenti di indagati per Expo giร pedinati da altri colleghi, ma il doppio pedinamento รจ stato smentito dalla Guardia di finanza, dunque pare non aver detto la veritร . 3) Bruti รจ un magistrato colto e onesto, ma non si รจ rivelato un buon capo, non avendo saputo gestire i contrasti fra i suoi aggiunti, anzi sembra averli inaspriti. Nel 1991, appena emersero analoghi dissidi fra la Boccassini e Armando Spataro sulla gestione di un caso di mafia e politica, un capo vero come Francesco Saverio Borrelli li risolse subito inviando al Csm un rapporto che imputava alla collega โuna mancanza di controllo nervoso, una carica incontenibile di soggettivismo, una mancanza di volontร di porre in comune risultati, riflessioni, intenzioniโ. La Boccassini di lรฌ a poco emigrรฒ a Caltanissetta. Nulla di ciรฒ ha fatto Bruti, lasciando incancrenire un conflitto che sarebbe rimasto clandestino senza lโesposto di Robledo. In ogni caso le due apposite commissioni del Csm stanno esaminando gli esposti dei due contendenti e le audizioni degli altri aggiunti, che via via hanno ricostruito i fatti dando ragione allโuno o allโaltro. Ora sia Bruti sia Robledo hanno il sacrosanto diritto di ottenere un verdetto maturato nella massima serenitร , senza interferenze politiche. Invece Vietti incontra Napolitano, poi dichiara alla Stampa di non poter โanticipare le conclusioni delle due commissioni nรฉ del plenumโ. Ma subito dopo anticipa le conclusioni delle due commissioni e del plenum. La classica sentenza prima del processo: ha ragione Bruti e torto Robledo. E questo perchรฉ โ spiega lโex viceministro Udc di due governi B. โ per legge โla titolaritร dellโazione penale รจ del procuratore capoโ. Vero, ma la legge non dร al capo il potere di fare ciรฒ che gli pare: anche lui deve rispettare delle regole, almeno quelle che si รจ dato il suo ufficio sullโassegnazione dei fascicoli a seconda delle materie, non delle sue personali simpatie o antipatie. Viettipoi, anzichรฉfelicitarsiperchรฉicontrastisono emersi nella loro sede naturale, e cioรจ il Csm da lui vicepresieduto, trova โnegativo far passare lโidea che i processi venissero assegnati senza regoleโ: molto meglio che il bubbone restasse nascosto, ma purtroppo โlโesposto dellโaggiunto ha innescato una spirale che non poteva essere piรน fermataโ. I panni sporchi si lavano in famiglia. E chi non lo fa rischia โil trasferimento dโufficio per incompatibilitร โ. A chi toccherร ? A Bruti, a Robledo, a tutti e due? Comunque vada, il giudizio sarร inficiato dallโinvasione di campo di Vietti che ha tutta lโaria di un intervento politico normalizzatore. Il numero 2 dellโex organo di autogoverno dei magistrati, dopo un colloquio col numero 1, non parla solo a Milano: fra poco il Csm nominerร il nuovo procuratore capo di Palermo, al posto di quel Messineo che ha il grave torto di non aver fermato per tempo lโinchiesta sulla Trattativa. Chi ha orecchi per intendere intenda.
