ROMA – Marco Travaglio, con un editoriale, ha voluto rispondere a Pietro Grasso, neo presidente del Senato protagonista in questi giorni di un lungo duello mediatico con il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano.
Duello iniziato durante l’ultima puntata di Servizio Pubblico quando Marco Travaglio aveva dedicato un monologo contro l’exย Capo della Direzione nazionale antimafia “Grasso รจ molto furbo, รจ un uomo di mondo cheย si รจ tenuto distante da ogni indagine su legami tra mafia e politica…”. Parole che avevano provocato l’immediata reazione di Grasso prima con una chiamata direttamente in trasmissione poi la replica da PiazzaPulita.
Ecco il testo integrale dell’articolo di Marco Travaglio Lunedรฌ Grasso (con bugie):
Nelle quasi due ore di intervista concordata per rispondere ai tre minuti che gli avevo dedicato a Servizio Pubblico, Corrado Formigli e Piero Grasso hanno detto moltissime cose. Tralascio, per palese irrilevanza, quelle dette da Formigli (a parte il rivendicare come โla cosa piรน normale del mondoโ convocare con un tweet notturno un confronto fra la seconda carica dello Stato e un giornalista di unโaltra testata, che fra lโaltro non frequenta twitter). E passo immediatamente al presidente del Senato, che si conferma purtroppo un pubblico mentitore e approfitta del fatto che i suoi colleghi della Procura di Palermo non possono andare in tv a sbugiardarlo. Se perรฒ mi vorrร querelare, sono in molti che verrebbero volentieri a testimoniare sotto giuramento come sono andate le cose e dove sta la veritร . Balla n. 1: appello Andreotti. Grasso dice di non aver firmato nรฉ โvistatoโ lโatto di appello della sua Procura contro lโassoluzione di Andreotti in primo grado per motivi squisitamente tecnici, in quanto era stato sentito come testimone e la sua adesione allโappello avrebbe precluso ai giudici la possibilitร di risentirlo in appello. ร falso. Quando, nellโestate 2000, i procuratori aggiunti Scarpinato e Lo Forte gli consegnano il plico dellโimpugnazione, Grasso rifiuta non solo di sottoscriverlo, ma anche di apporre il โvistoโ rituale, dicendo che non lโha letto e non cโentra. Un gesto di plateale presa di distanze, che gli vale le lodi sperticate del Foglio di Ferrara e del Velino di Jannuzzi. Anzichรฉ respingere quegli imbarazzanti elogi, Grasso rilascia unโintervista al Quotidiano Nazionale e spiega che โforse, se avessi avuto piรน tempo a disposizione, avrei potuto collaborare anchโio alla stesuraโ (7. 8. 2000). E unโaltra a La Stampa in cui boccia i processi della stagione Caselli, capace โ a suo dire โ di โottenere condanne solo sulla stampa, nella fase delle operazioni di cattura, e non sempre nelle sedi giudiziarie e in via definitivaโ (19. 8. 2000). Potrebbe dichiarare subito che il mancato visto รจ dovuto a un motivo squisitamente tecnico (il suo ruolo di ex testimone), ufficializzando cosรฌ la sua vicinanza ai pm nel mirino per aver osato processare uno dei padroni dโItalia. Invece, col suo attacco a Caselli e ai processi eccellenti istruiti sotto la sua guida, li delegittima e li isola. Soltanto parecchio tempo dopo Grasso scoprirร improvvisamente di non aver firmato lโappello Andreotti (fra lโaltro coronato dal successo di una sentenza dโAppello, poi confermata in Cassazione, che dichiarerร provata la mafiositร dellโex premier fino al 1980) perchรฉ aveva testimoniato in primo grado. Una scusa puerile e infondata, sia perchรฉ nessuno pensava di richiamarlo a testimoniare in appello; sia perchรฉ, da procuratore nazionale antimafia, Grasso ha poi coordinato per anni varie indagini sulle stragi, in cui era stato chiamato a testimoniare piรน volte sui suoi rapporti con Falcone e sulla sua funzione di giudice del maxiprocesso, e non si รจ mai sognato di astenersi per quel motivo. Balla n. 2: caso Giuffrรจ. Nel giugno 2002 si pente Antonino Giuffrรจ, boss delle Madonie, fedelissimo di Provenzano e membro della Cupola. Grasso dice che Giuffrรจ โvaleva oroโ perchรฉ sapeva tutto di tutti i livelli mafiosi. Dunque cosa fece? Non avvertรฌ nessuno dei pm antimafia, nรฉ tantomeno le procure di Firenze e Caltanissetta che indagavano sulle stragi, e per ben tre mesi se lo gestรฌ da solo, clandestinamente, insieme al fido aggiunto Pignatone e al fido sostituto Prestipino (allโaltro aggiunto Lo Forte diede la notizia, ma negรฒ lโaccesso ai verbali). E lo interrogรฒ โpersonalmente nel carcere di Novaraโ, ma โsolo i sabati e le domenicheโ: mossa geniale, quella di giocarsi 5 giorni su 7 a settimana, visto che la nuova legge sui pentiti dava ai pm solo 6 mesi di tempo per cavargli di bocca tutto quel che sapeva. Perchรฉ tanta segretezza?
Articolo che continua a pagina 8 con il titoloย Tutte le bugie di Grasso, il furbo che piace a tutti:
Per evitare โfughe di notizieโ che avrebbero messo a repentaglio la vita dei famigliari del neopentito: oltretutto โ dice Grasso โ โGiuffrรจ mi aveva parlato di talpe in Procura, che poi abbiamo individuatoโ. Se ne deduce che Grasso sospettava (senza prove) dei suoi colleghi, e perciรฒ disattese la regola-Falcone della โcircolazione delle informazioniโ nei pool antimafia. Ma non basta: nei primi tre mesi (su sei a disposizione) interrogรฒ Giuffrรจ quasi soltanto su certe estorsioni nelle Madonie, che porteranno allโarresto di una dozzina di pastori: la gallina delle uova dโoro che partorisce il topolino. Per annunciare i mirabolanti arresti, Grasso convocรฒ una conferenza stampa il 20. 9, svelando la collaborazione di Giuffrรจ โnuovo Buscettaโ. Insomma, la fuga di notizie la fece il procuratore che ora dice di averla sventata, precludendo lโeffetto sorpresa che poteva portare alla cattura di latitanti o al rinvenimento di prove decisive sui rapporti mafia-politica. Per questo tutta la Dda di Palermo โprocessรฒโ Grasso che alla fine dovette capitolare: Giuffrรจ poteva essere sentito (giorno e notte, a tappe forzate, essendo rimasti solo tre mesi) dai pm dei processi eccellenti. A loro rivelรฒ particolari importanti su Andreotti, B., DellโUtri e trattativa, che Grasso non aveva chiesto. Non solo: consentรฌ di individuare il referente mafioso delle talpe in Procura (che non erano pm, ma i marescialli Ciuro e Riolo): il costruttore Michele Aiello. La scoperta si deve ai pm Scarpinato, Lari, Russo, Paci, Piscitello, Guido e Tarondo che lo interrogarono a tutto campo il 12. 11. 2002. Lรฌ Giuffrรจ rivelรฒ che Aiello era un prestanome di Provenzano. Cosรฌ Grasso e i suoi, due anni dopo, fecero arrestare lui e i marescialli-talpa. Dunque รจ falso che la segretezza su Giuffrรจ abbia consentito la scoperta delle talpe: al contrario, fu proprio quando Grasso dovette informare su Giuffrรจ i suoi pm che le talpe furono smascherate. Balla n. 3: Ciancimino & C. Partito Grasso da Palermo nel 2005, dai cassetti della Procura saltano fuori un sacco di documenti dimenticati o trascurati sui rapporti mafia-politica. 1) Le intercettazioni dirette e / o indirette di telefonate del 2003-2004 fra il prestanome di Vito Ciancimino, il ragionier Lapis, e gli on. Cintola, Romano e Vizzini, in cui si parlava anche di Cuffaro, e che facevano ipotizzare una corruzione mafiosa. 2) Un pizzino di paternitร incerta (Ciancimino? Riina? Provenzano? Un loro scriba?) con minacce e promesse di appoggio a B. in cambio di una tv Fininvest. Grasso lโaltra sera si รจ fatto una risata: ai suoi tempi Massimo Ciancimino โnon collaboravaโ e i Carabinieri o i suoi sostituti โ lui, mai โ โcommisero degli errori o forse trascurarono qualcosaโ. Giร , ma era difficile che Ciancimino collaborasse, visto che la sua Procura non gli domandรฒ nulla sulla trattativa. E non fece domande sulle carte sequestrate a Ciancimino jr. sulla trattativa: come il pizzino su B. e DellโUtri (puntualmente segnalato dallโArma alla Procura). Grasso dice che โnon si sapeva chi lโavesse scritto, forse Provenzano o Riinaโ. Invece di indagare meglio, lo gettarono in uno scatolone, dove lo ritrovรฒ un pm dopo la dipartita di Grasso. Quanto alle telefonate dei / sui quattro politici, Grasso sostiene che non erano dirette, ma fra terze persone che accennavano a nomi di battesimo imprecisati: i Carabinieri non capirono che โTotรฒโ era Cuffaro e โSaverioโ era Romano (probabilmente pensarono al principe De Curtis e a Borrelli), dunque ignorarono i nastri โsenza neppure trascriverliโ. Ma neanche questo รจ vero: le telefonate erano fra Ciancimino jr., Lapis e tre politici. Grasso aggiunge che, in ogni caso, โCintola รจ morto, Cuffaro รจ stato condannato, Romano รจ stato assolto e per Vizzini cโรจ una richiesta di archiviazione per prescrizioneโ, dunque la dimenticanza โnon fu un gran dannoโ. Ne avesse azzeccata una: Cuffaro รจ stato condannato per altro (favoreggiamento mafioso) e Romano assolto per altro (concorso esterno). Sulla presunta corruzione mafiosa, Cuffaro รจ uscito dalle indagini; per Romano pende una richiesta di archiviazione per prescrizione; idem per Vizzini perchรจ il Parlamento ha negato lโuso di numerose intercettazioni. ร incredibile che il Pna uscente ignori fatti cosรฌ gravi. Se poi sul caso incombe il rischio di prescrizione, รจ proprio perchรจ le bobine furono ignorate nella sua gestione nel 2005 e scoperte dai suoi successori nel 2008, perdendo tre anni preziosi. In realtร i carabinieri obbedirono a una circolare diramata da Grasso il 26. 11. 2004 sulle intercettazioni di parlamentari su utenze di soggetti terzi: โNon dovranno essere riportate nelle richieste di intercettazioni o di proroga, nรฉ in qualsiasi altra notaโฆ allโAutoritร giudiziariaโ, ma solo trasmesse con โnote separateโ alla Procura, mentre nei โbrogliacciโ si deve annotare solo che le intercettazioni esistono. Cosรฌ, se un killer confida a un deputato che sta per uccidere qualcuno, la polizia non puรฒ riportare la conversazione nella richiesta di intercettare il killer, solo perchรฉ il killer ha preannunciato lโomicidio a un deputato. Senza la circolare, magari, i Carabinieri avrebbero segnalato alla Procura le telefonate dei politici. E la Procura di Grasso si sarebbe forse accorta per tempo della loro esistenza. Balla n. 4: le querele minacciate. โMai minacciato querele a Travaglioโ, assicura Grasso. Invece il 10. 1. 2006 Grasso definรฌ il libro Intoccabili. Perchรฉ la mafia รจ al potere (Bur) scritto da Lodato e da me โopera di disinformazione scientificamente organizzataโ (non disse da chi) e aggiunse: โNon mancheranno le โ sedi giudiziarie ed istituzionali in cui far trionfare la veritร โโ. Poi naturalmente se nโรจ tenuto alla larga. Balla n. 5: lโamante del confronto. Grasso lamenta, sullโorlo delle lacrime, lโimpossibilitร di ottenere un confronto col sottoscritto. Se ciรฒ fosse vero, accetterebbe il mio invito a dibattere con me a Servizio Pubblico, Otto e mezzo, al Tg di Mentana, o da Lerner. E, se ciรฒ fosse vero, avrebbe risposto venerdรฌ a Santoro che lo cercava tramite la batteria del Viminale, anzichรฉ fargli rispondere (lโindomani e da una segretaria) che era totalmente impegnato sabato e domenica (peccato che sabato fosse a Roma, ai funerali di Manganelli). Personalmente cerco un confronto con lui da dieci anni. Nellโestate 2003, quando ricostruii per MicroMega le drammatiche spaccature nate nella sua Procura (quelle che lui liquida come โnormali dialettiche interneโ, mentre lui si sforzava di โtenere unita la magistraturaโ), il direttore Flores dโArcais lo invitรฒ a un forum in redazione o a un confronto con Scarpinato. Ma Grasso declinรฒ entrambi gli inviti. Idem quando molti dei suoi pm chiesero un confronto con lui dinanzi al Csm. Balla n. 6: caso Schifani. Archiviato ai tempi di Grasso, Schifani รจ stato di nuovo indagato dopo la sua dipartita. E, contrariamente a quel che lui afferma, non รจ stato archiviato: la richiesta รจ ancora allโesame del gup Piergiorgio Morosini. Balla n. 7: le leggi anti-Caselli. Dice Grasso che, contrariamente a quanto ho sostenuto a Servizio Pubblico, le tre leggi del governo Berlusconi nel 2005 per eliminare il suo concorrente Gian Carlo Caselli dal concorso per la Dna, non furono da lui โottenuteโ. Gli piovvero in testa come la casa di Scajola: a sua insaputa. โOttenere significa chiedere e io non ho mai chiesto nienteโ. Ma ottenere significa anche meritare. Si รจ mai domandato perchรฉ ha meritato tre norme (e da che governo!) contro il suo unico avversario, e dunque in suo favore? E perchรฉ i cinque membri laici del centrodestra al Csm votarono per lui? E perchรฉ, mentre il centrodestra cannoneggiava, spiava fin dentro i calzini, insultava, attaccava, faceva punire, chiedeva di trasferire, delegittimava tutti i magistrati piรน in vista dโItalia, e tutti i pm antimafia, elogiava, applaudiva, favoriva per legge e votava soltanto uno: lui? Grasso sostiene che le tre leggi non ebbero effetto perchรฉ il Csm avrebbe potuto procedere alla nomina del Pna in un plenum straordinario, in fretta e furia, prima che entrasse in vigore la terza e decisiva legge anti-Caselli. Il quale dunque โse la deve prendere con i colleghi che impedirono la decisioneโ. Balle: la commissione Incarichi direttivi dร 3 voti a lui e 3 a Caselli il 12 luglio 2005; e il 20 luglio viene approvata la legge: come puรฒ il plenum deliberare in una settimana, visto che uno dei relatori delle candidature deve ancora stendere le motivazioni? Inoltre la lettera che chiedeva il plenum straordinario su input del centrodestra era irricevibile, infatti non ebbe risposta dal vicepresidente Rognoni. La legge poi ebbe un effetto gravissimo: escludendo Caselli, gli impedรฌ di ricorrere al Tar contro la nomina di Grasso vantando titoli e anzianitร che Grasso si sognava. In ogni caso resta la questione di principio: un cultore della Costituzione come Grasso dovrebbe sapere che lโart. 105 affida le nomine dei magistrati al Csm senza interferenze del governo. E avrebbe dovuto rifiutare quel concorso truccato a suo favore. Invece ne approfittรฒ senza batter ciglio, salvo poi โ quando la Consulta dichiarรฒ incostituzionale lโultima norma โ riconoscere che sรฌ โera stata contro Caselli e a favore mioโ, ma conservando la poltrona. Ottenuta, sรฌ โottenutaโ in quel modo scandaloso. * * * Esaurito โ per esigenze di sintesi e per ora (il resto domani a Servizio Pubblico) โ il capitolo-balle, e sorvolando sul paragone tra le critiche di un giornalista e le minacce dei mafiosi alla sua famiglia, restano un paio di violenze alla logica che confermano platealmente la sua fama di italianissimo furbo, una sorta di Alberto Sordi della toga. 8. Premio antimafia a B. ร stato tutto un equivoco, colpa di โquei birbanti de La Zanzaraโ. Ma per non cadere nel presunto tranello, anzichรฉ dire e ripetere che B. merita โun premio specialeโ antimafia, bastava rispondere: โNo, nessun premio a chi dice che Mangano รจ un eroe e che i magistrati sono matti, antropologicamente diversi dalla razza umana, golpisti, cancro della democraziaโ. Nessuno avrebbe equivocato. 9. Processi & (in) successi. Se un pm si chiama Ingroia o Caselli o Gozzo e si vede condannare un imputato, tipo DellโUtri, per Grasso โnon deve viverlo come un successoโ. Anzi, come una sconfitta, perchรฉ il processo โรจ durato troppoโ. Se invece lโimputato si chiama Cuffaro e viene condannato e il pm si chiama Grasso, allora รจ un trionfo: la prova che il suo โmetodoโ รจ quello giusto, mentre quello degli altri era sbagliato, viziato da โprocessi gognaโ a politici poi assolti, dunque da non processare proprio (ma i processi non servono proprio a stabilire se uno รจ colpevole o รจ innocente?). Quali? โNon รจ elegante fare nomiโ. Invece i nomi dei suoi imputati politici Grasso li fa eccome e molto elegantemente. Tanto ce nโรจ solo uno: Cuffaro. Anzi no, ha sgominato anche un altro pezzo da 90: โVincenzo Lo Giudice detto Mangialasagneโ, nientemeno che consigliere regionale Udc. E qualcuno osa insinuare che si sia tenuto a distanza dalle indagini sulla politica? 10. Applausi da B. e DellโUtri. Se B. applaude il suo discorso al Senato e se DellโUtri si spertica in elogi in ogni intervista, รจ colpa del Fatto che chiede pareri su di lui a โpersone non in auge dal punto di vista dellโopinione pubblicaโ. Ma DellโUtri, prima che lo intervistassimo, aveva giร esternato qua e lร in difesa di Grasso: โร equilibrato, un uomo di Stato. Lui sa chi sono ioโฆ Grasso รจ brava persona, sono contento per la sua elezione a presidente del Senatoโฆ Non รจ un magistrato fanatico come Ingroiaโ. E giร nel 2004 gli aveva dipinto un impareggiabile ritratto umano: โGrasso, quando era giovane, giocava a calcio nella mia squadra, la Bacigalupo, ed era famoso perchรฉ a fine partita usciva sempre pulito dal campo: anche quando cโera il fango, lui riusciva sempre a non schizzarsiโฆโ. Comunque, promesso: la prossima volta che ci servirร un parere su Piero Grasso, chiederemo direttamente a Pietro Grasso