
ROMA – “Consigli non richiesti” è il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano di giovedì 11 dicembre:
I 5Stelle pubblicano una divertente (si fa per dire) cronologia di tutte le volte in cui Renzi ha stoppato le norme anti-corruzione in Parlamento. Il 13 maggio il M5S fa votare dal Senato la discussione urgente delle sue proposte, che prevedono pene più alte e prescrizione più lunga. Il 27 maggio Grasso dichiara in aula che l’esame delle varie proposte di legge sul tema inizierà il 10 giugno. Ma a quel punto il premier, per salvare il Nazareno, annuncia che ci penserà il governo con un decreto, e le mazzette passano in cavalleria dinanzi alla decisiva urgenza di sfasciare la Costituzione.
1) Uno degli scandali emersi dalla fogna romana è quello delle municipalizzate: in Italia le società pubbliche o miste sono 7800 (e in continuo aumento), con 19mila consiglieri di amministrazione e 300mila addetti; per un terzo hanno i bilanci in rosso e ci costano 15 miliardi l’anno. Oltre a disboscare il carrozzone riducendo sigle e posti inutili, è troppo chiedere che gli amministratori vengano scelti per merito e curriculum, con concorsi nazionali a evidenza pubblica, e non fra i soliti compari dei politici?
2) Un’altra cloaca è quella delle fondazioni: ogni leader o leaderino ne ha una. Raccolgono soldi da chicchessia e, quando si chiede di conoscere i finanziatori, la risposta è “no, c’è la privacy”. La stessa risposta che riceviamo da giorni alla domanda su chi ha partecipato alle cene pro Pd organizzate da Renzi (compresa quella romana con Buzzi & C.) e quanto ha versato. Ogni euro che va a politici o a partiti, direttamente o tramite fondazioni e altri marchingegni , dev’essere tracciabile e cristallino: se davvero la legge sulla privacy lo vieta, la si cambi e si dia trasparenza a questi buchi neri chiamati fondazioni. Può capitare di ricevere soldi da qualcuno che poi si scopre un delinquente: nel qual caso bisogna saperlo e restituire il maltolto.
3) Anche a questo dovrebbe servire la legge sul conflitto d’interessi, attesa da 20 anni: a impedire che chi lavora per la pubblica amministrazione finanzi politici che poi, una volta eletti, si sdebiteranno con appalti, incarichi e consulenze. Questi non sono finanziamenti privati, sono tangenti preventive.
4) Raddoppiare le pene di tutti i reati dei colletti bianchi, compreso l’illecito finanziamento ai partiti (e ripristinando finalmente il falso in bilancio), è essenziale per consentire le intercettazioni e la custodia cautelare, oggi precluse quando la pena è fino a 3 anni (…)
