
ROMA – “Ieri Piero Grasso – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – seconda carica dello Stato, diversamente dalla prima ha testimoniato al processo sulla trattativa Stato-mafia davanti alla Corte dโAssise di Palermo senza fare tante storie.
L’articolo completo:
La sua testimonianza verteva sulle pressioni di Nicola Mancino sullโallora procuratore nazionale antimafia Grasso e sul Quirinale e da questo (tramite Napolitano, il segretario del Quirinale Donato Marra e il consigliere giuridico Loris DโAmbrosio, poi scomparso) sul Pg della Cassazione Gianfranco Ciani e sullo stesso Grasso per scippare alla Procura di Palermo lโinchiesta sulla trattativa, o almeno per normalizzarla con un โcoordinamentoโ invasivo dallโalto. Grasso โ va detto a suo merito โ respinse le pressioni. Ma ieri, anzichรฉ rivendicare con orgoglio la sua impermeabilitร a quei veri e propri abusi di potere del Quirinale e dalla Procura generale, ha fatto di tutto per sminuirli. โMancino โ ha detto โ si sentiva perseguitatoโ dai pm di Palermo. E, fin qui, chissenefrega: le patrie galere sono piene di sedicenti perseguitati, cosรฌ come il Parlamento (non cโรจ politico inquisito che non strilli al complotto dei pm cattivi).
Resta da capire perchรฉ, se un quivis de populo o il Berlusconi di turno grida alla persecuzione, non se lo fila nessuno, e se lo fa Mancino si mobilitano Napolitano, DโAmbrosio, Marra e Ciani. Questโultimo, obbedendo a una lettera scritta da Marra per conto di Napolitano, il 19 aprile 2012 convoca Grasso in Cassazione per sensibilizzarlo sulle lagnanze di Mancino. Grasso risponde che non cโรจ nulla da fare: non ha poteri di avocazione nรฉ di indirizzo sulle indagini di Palermo; e il coordinamento fra i pm di Palermo e di Caltanissetta รจ giร assicurato dalle sue direttive di un anno prima, recepite dal Csm in un protocollo sempre rispettato dalle due Procure. Dunque le proposte indecenti che continuamente gli vengono rivolte sono irricevibili, al punto che Grasso pretende che il Pg gliele metta per iscritto, cosรฌ da potergli rispondere a sua volta nero su bianco e lasciare traccia dellโaccaduto (la lettera Marra-Napolitano e la sua convocazione erano segrete, e tali sarebbero rimaste se a fine indagini, a metร giugno, il Fatto non ne avesse parlato, costringendo il Colle a pubblicare precipitosamente il testo). Ieri Grasso ha detto che mai con Ciani si parlรฒ di avocare lโinchiesta. Ma dal verbale del loro incontro risulta il contrario: โIl Pna (Grasso, ndr) precisa di non avere registrato violazioni del protocollo del 28. 4. 2011 tali da poter fondare un intervento di avocazioneโ. Se il Pg non chiese a Grasso di avocare, perchรฉ mai Grasso rispose di non poter avocare? Intervistato dal Fatto il 22 giugno 2012, Grasso infatti rivelรฒ: โIl 22 maggio ho risposto per iscritto specificando che nessun potere di coordinamento puรฒ consentire al Pna di dare indirizzi investigativi e ancor meno di influire sulla valutazione degli elementi di accusa acquisiti dai singoli uffici giudiziariโ. Ora รจ comprensibile che Grasso, divenuto la seconda carica dello Stato, cerchi in ogni modo di risparmiare alla prima la responsabilitร (politica, non penale) dโaver tentato di pilotare unโindagine che preoccupava lโamico Mancino. Ma purtroppo รจ quel che emerge dalle carte. Compresa la lettera di Mancino a Napolitano datata 27. 3. 2012 che originรฒ il tutto e che, finora top secret, รจ stata finalmente divulgata grazie a un autogol di Marra, che lโaveva con sรฉ in aula: il pm Di Matteo gli ha chiesto di consegnarla ai giudici e ne ha dato lettura. Anche lรฌ si chiedeva di indirizzare le indagini e di unificarle in una sola procura: quella, da lui prediletta, di Caltanissetta. Mancino si scusava anche col capo dello Stato perchรฉ non era la prima volta che lo coinvolgeva nei suoi fatti privati. Scuse superflue: Napolitano si diede subito da fare. E solo per lui: agli atti del processo cโรจ unโaltra lettera del Quirinale che respinge le lagnanze di un cittadino sedicente perseguitato e gli spiega che il capo dello Stato non puรฒ interferire in unโindagine. Semprechรฉ non glielo chieda un tizio col cognome che inizia con la M e finisce con la o.
