
ROMA – “Ora che รจ stato assolto in primo grado dallโaccusa di violenza o minaccia a corpo politico per la trattativa Stato-mafia, Calogero Mannino – scrive Marco Travaglio del Fatto Quotidiano – ha dinanzi a sรฉ due strade. Gridare โ come fanno tutti โ al complotto e accusare di persecuzione politica i pm che hanno avviato il processo e i giornalisti che lโhanno raccontato. Oppure scegliere una strada piรน intelligente e utile: dire finalmente tutto ciรฒ che sa della stagione in cui la mafia massacrava e lo Stato trattava, e interrogarsi, da quella testa politica finissima che รจ, sulle ragioni che da 25 anni portano innumerevoli magistrati โ il primo fu Paolo Borsellino โ a sospettare di lui (prima per i suoi rapporti con noti mafiosi, poi per il suo presunto ruolo nella trattativa). Ieri, a botta calda, ha scelto comprensibilmente la prima opzione. Se lโรจ presa con Ingroia e Di Matteo, con accuse scomposte e calunniose. E anche con il sottoscritto, reo di avere raccontato quei fatti in vari articoli e in un recital teatrale poi confluito in un libro: โAi pm non interessa avere portato in unโaula giudiziaria Napolitano, a loro interessa lo spettacolo che un guitto ha fatto in alcuni cinema in cui impartiva loro gli indirizzi relativi al processo”.
L’editoriale di Marco Travaglio: ย Dico subito โ da guitto โ che da quegli articoli, da quel recital e da quel libro la sentenza di ieri non sposta un monosillabo: li rifarei identici, aggiungendovi ovviamente lโesito (ancora provvisorio) del suo processo. Perchรฉ โ come ho detto infinite volte โ a me interessano poco i reati e molto i fatti, scolpiti nella cronaca e nella storia a prescindere dal giudizio dei tribunali sulla loro rilevanza penale.
Quanto a Napolitano, รจ stato lui stesso a infilarsi nel processo, trafficando con Nicola Mancino per ostacolare i pm che lo stavano istruendo (…).
Il patto di Mannino con la mafia fu accertato, ma non la contropartita. Vedremo dalle motivazioni perchรฉ รจ stato assolto per la trattativa. Il โnon aver commesso il fattoโ, unito al comma 2 dellโart.530 Cpp (che assorbe anche la vecchia insufficienza di prova) vuol dire che sussiste il fatto-reato (violenza o minaccia a corpo dello Stato): cioรจ la trattativa รจ un delitto, ma lโhanno commesso altri, o meglio non ci sono abbastanza prove per dire che lโabbia commesso anche lui. Il che salva lโimpianto accusatorio del processo principale che vede alla sbarra, appunto, gli โaltriโ: DellโUtri, i Ros Subranni, Mori e De Donno, e (per falsa testimonianza) Mancino, accanto ai boss corleonesi e ai loro postini, tutti raggiunti da prove piรน solide di quelle su Mannino.
Difficilmente il Gup potrร cancellare fatti ormai assodati in documenti e testimonianze su una trattativa tuttโaltro che presunta, visto che ad ammetterla e a chiamarla cosรฌ sono molti dei protagonisti: da Mori e De Donno ai mafiosi pentiti, che negano la sua rilevanza penale, non certo la sua esistenza. E proprio quei fatti i pm hanno doverosamente sottoposto al vaglio del giudice (dopo aver superato quello dellโudienza preliminare: tutti gli imputati rinviati a giudizio). Uomo intelligente, Mannino in cuor suo lo sa benissimo. Altrimenti nel febbraio โ92, dopo le condanne del maxi-processo in Cassazione, non avrebbe confidato allโamico maresciallo Guazzelli che la mafia si sarebbe vendicata proprio su di lui (โo uccidono Lima o uccidono meโ). E, dopo il delitto Lima, non avrebbe detto a Mancino โora tocca a meโ e a Padellaro (allora allโEspresso) โsono sulla lista neraโ, proprio mentre Brusca lo pedinava per fargli la pelle. E magari avrebbe denunciato alla Procura le intimidazioni che subiva (crisantemi a domicilio, croci nere sulla porta del suo studio, due incendi nel suo ufficio), anzichรฉ parlarne aumma aumma col capo della Polizia Parisi, con quello del Ros Subranni e col numero 3 del Sisde Contrada.
La fine รจ nota: il Ros iniziรฒ a trattare con Riina e Provenzano tramite Ciancimino, lโattentato a Mannino fu revocato, la lista nera dei politici โtraditoriโ fu cestinata e nel mirino entrรฒ Borsellino, che guardacaso aveva saputo della trattativa e vi si opponeva. Non cโรจ sentenza che possa cancellare questi fatti. Si puรฒ tentare di rimuoverli, ma continueranno a parlare. Anzi a urlare, insieme ai parenti delle vittime che da 23 anni chiedono veritร e giustizia.
