ROMA – “Esce finalmente nelle librerie – scrive Marco Travaglio – il saggio che dovrebbe spezzare le reni al processo sulla trattativa Stato-mafia e ai magistrati che lโhanno istruito: La mafia non ha vinto. Il labirinto della trattativa del giurista Giovanni Fiandaca e dello storico Salvatore Lupo (ed. Laterza). Ne dร solenne annuncio il Corriere della Sera, con unโampia anticipazione firmata da Giovanni Bianconi”.
L’editoriale:
ย In attesa di leggere il libro e di parlarne piรน diffusamente, giร lโanticipazione fornisce spunti interessanti per qualche riflessione. Intanto, una buona notizia. Fino allโaltro giorno, Fiandaca era noto per un lungo articolo pubblicato sul Foglio dal titolo fantozziano โIl processo sulla trattativa รจ una boiata pazzescaโ, in cui la trattativa era definita โcosiddettaโ e โpresuntaโ. Ora, forse grazie allโaiuto dello storico, il giurista siciliano se nโรจ fatta una ragione: โLa trattativa cโรจ stata, solo che purtroppo (per i boss, ndr) qualcuno si รจ rimangiato la parolaโ. Sarร interessante capire chi e quando mai si sia rimangiato la parola, visto che il papello di Riina ha trovato puntuale esecuzione in questi ventโanni sul 41-bis (revocato nel โ 93 a 334 mafiosi detenuti e poi progressivamente svuotato), sulle supercarceri di Pianosa e Asinara (chiuse nel 1997), sui pentiti (pressochรฉ aboliti con la โriformaโ Fassino-Napolitano del 2001), sullโergastolo (abrogato fra il 1999 e il 2000), sui capitali mafiosi (riciclati dallo Stato con tre scudi fiscali), senza contare gli innumerevoli tentativi di tradurre in legge altre richieste di Riina, come la dissociazione e la revisione delle sentenze passate in giudicato (per riaprire il maxiprocesso di Falcone e Borsellino). Passato con disinvoltura dal negare allโammettere lโesistenza della trattativa, Fiandaca accusa la Procura di Palermo di โpregiudiziale atteggiamento criminalizzatoreโ e di unโ โavversione moraleโ verso โipotesi trattativisteโ, che a suo dire sarebbero cosa buona e giusta e doverosa: le โconcessioni a Cosa Nostraโ da parte di โnegoziatori istituzionaliโ avvennero in โstato di necessitร โ e โa fin di beneโ. E quale sarebbe il โbeneโ che si ottenne dalla trattativa? โLa cessazione delle stragiโ che avrebbe consentito di โproteggere la vita dei cittadiniโ. Peccato che le stragi siano nate, nella mente di Riina, proprio per indurre lo Stato a trattare. Cosa che gli uomini del Ros fecero subito dopo lโomicidio Lima (12 marzo โ 92) e dopo Capaci (23 maggio โ 92). Col risultato di non fermare le stragi, ma anzi di produrne altre: via DโAmelio (19 luglio โ 92), via Fauro a Roma (14 maggio โ 93), via dei Georgofili a Firenze (27 maggio โ 93), via Palestro a Milano e le basiliche di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma (27 luglio โ 93), senza contare quella progettata poi fallita e infine annullata allo stadio Olimpico di Roma (fine โ 93-inizioโ 94). Totale: 15 morti e una trentina di feriti, senza contare i danni al patrimonio artistico e alla sicurezza nazionale. Molto semplicemente, la trattativa salvรฒ la pelle a un pugno di politici, da Mannino in giรน, che Cosa Nostra accusava di aver tradito le promesse o le attese sullโannullamento del maxiprocesso. E al posto loro morirono Borsellino, gli uomini di scorta e 10 cittadini fiorentini e milanesi: quelli che i โnegoziatoriโ istituzionali โ secondo la soave espressione dei due autori โ volevano โproteggereโ. Se questo รจ il โbeneโ, quale sarebbe il male? Si puรฒ discutere finchรฉ si vuole, invece, sullโimpostazione giuridica del processo: se, cioรจ, la trattativa implichi il reato di โviolenza o minaccia a corpo dello Statoโ, e se il Grande Ricatto a suon di bombe possa essere imputato, oltrechรฉ ai boss stragisti, ai โnegoziatori istituzionaliโ (politici e ufficiali del Ros) che li aiutarono nel loro progetto criminale. Spetta alla Corte dโAssise rispondere alla domanda, giร peraltro risolta positivamente dal Gup che ha rinviato a giudizio tutti glโimputati: il processo si celebra proprio per questo. Purchรฉ Fiandaca e Lupo non raccontino frottole: e purtroppo lo fanno quando ricordano ai pm che โil reato di trattativa non esisteโ.
E spiegano che revocare di nascosto il 41-bis a centinaia di mafiosi in barba a una legge appena varata dal Parlamento, come fece lโallora Guardasigilli Giovanni Conso sospendendo la democrazia parlamentare e tradendo i principi cardine della Costituzione e la fiducia dei cittadini, รจ un atto โinsindacabile penalmenteโ e โgiuridicamente legittimoโ. I pm, infatti, non si sono mai sognati di contestare a chicchessia il โreato di trattativaโ nรฉ di chiamare gli ex ministri a rispondere delle loro insindacabili scelte politiche: Mancino e Conso, in quanto membri dei governi Amato e Ciampi, sono considerati vittime del Grande Ricatto. Se sono imputati di falsa testimonianza รจ per aver mentito sotto giuramento su fatti a loro noti. Fatti che dimostrano lโampia condivisione della trattativa fra i politici e i governanti dellโepoca. E proprio qui casca lโasino di Fiandaca e Lupo: se persino loro devono ammettere che โla trattativa cโรจ stataโ, sia pure per necessitร e a fin di bene, mentre i politici che essi difendono continuano a smentirla negando anche lโevidenza, non li coglie il dubbio che i rappresentanti del cosiddetto Stato nascondano qualcosa di ben piรน terribile? E cioรจ, per esempio, che pezzi di Stato aiutarono Cosa Nostra a fare le stragi? Pasolini, a proposito di piazza Fontana, scriveva: โIo so, ma non ho le proveโ. Oggi gli intellettuali hanno le prove, ma fingono di non sapere.