
ROMA – “Che Maurizio Lupi se ne dovesse andare – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – per il lombrosario di cui si รจ circondato, per le balle che ha raccontato, per i favori che ha chiesto e ottenuto per il figlio e per quelli che ha accettato per sรฉ e per la moglie, per i suoi interventi a favore di Perotti, per la sua conclamata incompetenza che faceva di lui il burattino nelle mani di Incalza & his band senzโalcuna possibilitร di controllo, alla faccia del โprimato della politicaโ ย – era ovvio”.
L’editoriale di Marco Travaglio:ย E infatti oggi se ne andrร , ora che รจ stato scaricato non solo da Renzi, ma pure da Alfano che non puรฒ permettersi di perdere la ragione sociale del suo partito: le poltrone di governo e sottogoverno. Ma, se il premier pensa di cavarsela con cosรฌ poco (lโeventuale testa di Lupi), sbaglia di grosso. Spetta a lui, infatti, e non solo a Lupi, spiegare in Parlamento alcune cosucce. 1) Perchรฉ un ministero-chiave del suo governo come le Infrastrutture, gran mangiatoia di spesa pubblica, era rimasto nelle mani di Ercole Incalza che, oltre alle 14 indagini collezionate in trentโanni, era indagato dallโottobre 2013 per il Tav Firenze-Bologna, per tacere della casa della figlia pagata in gran parte dalla Cricca della Protezione civile. 2) Perchรฉ un anno fa il suo neonato governo, con il suo consenso, rinnovรฒ a Incalza la consulenza ministeriale con un concorso su misura. 3) Perchรฉ, oltre a confermare Lupi alla guida (si fa per dire) del dicastero, Renzi gli affiancรฒ due sottosegretari che Incalza si vanta di avere personalmente scelto (Nencini e Del Basso de Caro, il primo in rapporti con la Cricca della Protezione civile, il secondo ex avvocato di Craxi e indagato a Napoli per peculato): per la cronaca, i sottosegretari non li nomina il ministro, e neppure il capo dello Stato, bensรฌ il presidente del Consiglio. 4) Perchรฉ, quando a fine anno scadde anche lโultimo contratto annuale di co. co. co al pensionato Incalza, il governo gli consentรฌ di scegliersi il successore, nella persona di Paolo Emilio Signorini, noto alle cronache giudiziarie del Mose per essersi fatto pagare le vacanze al mare da Giovanni Mazzacurati (…)
