
ROMA – “Una volta tanto – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – anche un gran rabdomante della pancia popolare come Beppe Grillo, che sa intercettare come pochi gli umori (non sempre profumatissimi) che salgono dalla โgenteโ, ha preso una cantonata. Il post dellโaltro giorno sul suo blog, dedicato al nuovo fronte di guerra contro lโunita nazionale in nome di imprecisate โmacroregioniโ (non se ne sentiva parlare dai tempi di quel mattacchione di Gianfranco Miglio), o addirittura del ritorno alla Repubblica di Venezia e al Regno delle Due Sicilie (giร allertati gli eredi dei Dogi e di Franceschiello), ha seminato piรน sconcerto e sarcasmo che interesse e apprezzamento”.ย
L’editoriale sul Fatto Quotidiano:
E, se lo scopo era quello di svuotare definitivamente il serbatoio ormai semivuoto della fu Lega Nord in vista delle elezioni europee, ha mancato clamorosamente lโobiettivo. Perchรฉ ormai del federalismo o del secessionismo non frega piรน nulla a nessuno. Neanche ai leghisti superstiti. Il mito del decentramento e delle autonomie locali, viste come panacea di tutti i mali dโItalia in quanto โpiรน vicineโ ai cittadini e quindi โpiรน controllabiliโ dello Stato centrale รจ andato a farsi benedire da un bel poโ: da quando gli scandali della malasanitร (gli ospedali sono la principale competenza delle regioni) e delle ruberie sui rimborsi dei gruppi consiliari hanno messo in mutande (non solo verdi) le classi dirigenti regionali, facendo rimpiangere quella di Roma ladrona (che peraltro, dal Comune alla Regione Lazio, non sโรจ fatta mancare nulla).
La piรน antica istituzione autonomista dโItalia รจ lo statuto speciale siciliano, con i risultati che tutti conoscono: una pletora di dipendenti di cui sโรจ perso financo il conto, spese incontrollabili, scandali di ogni genere e uno stuolo di presidenti condannati per ruberie e mafierie assortite. Un altro statuto speciale โ forse lโunico che avrebbe un senso per la presenza di vere minoranze etnico-linguistiche โ sโรจ appena aggiudicato il record nazionale della vergogna con consiglieri bolzanini del Freiheitlichen (gli indipendentisti tedeschi duri e puri) che si fanno rimborsare dai contribuenti persino 65 euro per un vibratore e altri utensili da sexy shop. E superano anche nel ridicolo, oltrechรฉ nello scandalo, le mutande verdi del piemontese Cota, le Red Bull del lumbard Trota, le aragoste e le amanti a pie โ di lista della giunta abruzzese di Chiodi (che vanta pure un โassessore al Termalismoโ talmente dedito alla causa da spendere 550 euro per un weekend con la moglie allโHotel Victoria Terme di Tivoli, utilissimo per โincontri prodromici allโattivitร termale in Abruzzoโ, vagli a spiegare che Tivoli รจ in provincia di Roma, cioรจ nel Lazio). E ora, dopo ventโanni buttati a blaterare di โgrandi riformeโ inutili o dannose โ dal premierato forte (che in realtร andrebbe un po โ indebolito, visti i danni che fanno i premier) alla separazione delle carriere di pm e giudici (e non di quelle fra politici e ladri) โ anche un altro fiutatore di umori popolari come Renzi non trova di meglio che trasformare il Senato in Camera delle Regioni, mentre ignora la rabbia della gente per Rimborsopoli, infatti si tiene al governo le Barracciu, i De Caro e i De Filippo inquisiti proprio per quegli scandali. Nessuno osa ricordare che gli Usa hanno due Camere e non hanno mai avvertito lโesigenza di cancellarne una (anzichรฉ abolire il Senato, dovremmo dimezzare il numero e gli stipendi dei parlamentari, riducendo i costi a un quarto). Per il lodo Alfano (la porcata piรน porca della storia dei porcili) e la legge Fornero, il governo, la Camera, il Senato e il Colle impiegarono rispettivamente 20 e 16 giorni, mentre per lโAnticorruzione (peraltro seminulla) ne occorsero 1456: il vero guaio non รจ il bicameralismo perfetto, sono i partiti. E lโItalia non ha bisogno di piรน leggi, semmai di abrogarne qualche migliaio. Lโidea poi di trasformare il Senato in unโammucchiata di consiglieri regionali รจ quanto di piรน vecchio si possa immaginare: i consiglieri regionali vanno aboliti insieme alle regioni, e naturalmente alle province. ร questa la vera, grande riforma. Infatti non ci pensa nessuno.
