ROMA – Una poltrona per due. Una, la poltrona, quella da amministratore delegato del Milan, due i litiganti, Barbara Berlusconi e Adriano Galliani. 50 i milioni di euro, la buonuscita chiesta da Adriano e che ha fatto tornare sui suoi passi Silvio, il cavaliere infuriato: “Buonuscita fuori mercato”.
Scrive Maria Latella (esperta di casa Berlusconi e autrice di Tendenza Veronica e Come si conquista un paese) sul Messaggero:
Anche la vicenda offre due chiavi di lettura, un po’ come tutto sembra dividersi e sdoppiarsi in una Italia che, incapace di scegliere una strada, salomonicamente tende a farne due. Le chiavi di lettura sono, naturalmente, quella legata al mondo del pallone e quella collegata al mondo Berlusconi. Quest’ultima è naturalmente la più avvincente. Intanto perché lo scontro è avvenuto tra due berlusconiani, l’amico di trent’anni e la figlia non ancora trentenne. Poi perché in tutte le Dinasty che si rispettano la presenza di una donna calamita tutte le attenzioni: è successo quando al centro di un complicato intreccio c’era l’ottuagenaria Liliane Bettancourt di L’Oreal, figuriamoci quando, come nel caso di Barbara, la donna è giovane, bella e non particolarmente remissiva. Per concentrarci sullo scontro tra l’amico di una vita e la figlia. Raccontano che Silvio Berlusconi abbia considerato alquanto intempestivo l’annuncio di Galliani. «Ma come – ha pensato e detto il Cavaliere – Adriano sceglie lo show down proprio nel giorno in cui i giudici mi contestano un nuovo reato?» (la corruzione per il processo Ruby 2 ndr). Raccontano che, a parte il comunicato distensivo nel quale Berlusconi assicura che sul Milan è tornato il sereno, tra Galliani e il Cavaliere il sereno non è del tutto tornato. Venerdì sera la discussione tra i due è andata avanti fino a tarda notte, e si sarà parlato di soldi (quelli che Galliani si attende «dopo ventisette anni di successi» ricorda) e quelli che in casa Berlusconi tutti considerano una richiesta fuori mercato. Tutti, si intende, pur nelle differenti sfumature: perché per Marina e Piersilvio sarebbe stato meglio che il caso non scoppiasse.
ANDIRIVIENI
Andato via Galliani nella notte, ad Arcore a metà mattina è arrivata Barbara. Con una certezza da comunicare a suo padre: «Quel che deciderai, a me andrà bene». Nel mezzo, le considerazioni più diverse e tra queste non mancavano quelle di chi notava come Galliani avesse attaccato «a mezzo stampa», cosa massimamente detestata dai berlusconiani di rito ortodosso, sempre molto critici se a parlare, in passato, erano Veronica o la stessa Barbara.
TRA PRANZO E TÈ
Dall’ora di pranzo all’ora del tè, Berlusconi non ha lasciato trapelare le sue intenzioni, diviso tra la tentazione di pensare ai casi giudiziari suoi e l’obbligo di risolvere una grana esplosiva. Esplosiva proprio per i due contendenti e per la possibilità che la narrazione della Dinasty berlusconiana, il feuilleton a puntate che si alimenta di tensioni vere e presunte tra figli di primo e secondo letto, tensioni interne alla corte, tensioni politiche, andasse ad arricchirsi di un nuovo capitolo. Da quando Barbara viene considerata dai media la potenziale competitor di Matteo Renzi, perché è giovane, glamourous, e con una parlantina capace di tenere testa al velocissimo sindaco di Firenze, da quando il partito personale sembra obbligato a perpetuarsi per via familiare, Barbara, così come la sorella Marina, è diventata oggetto di speciale attenzione, di un genere diverso rispetto a prima. Suo padre lo sa e così, a fine pomeriggio, è arrivato il comunicato sui due amministratori delegati del Milan. Una soluzione tampone, in attesa che la trattativa economica di Galliani avanzi con reciproco gradimento delle parti. Quello che è stato per ventisette anni l’amministratore unico del Milan da oggi non lo è più e, liquidazione a parte, dal presente si attende soprattutto un’uscita di scena con onore. Sulla scena, (del Milan, almeno per ora) resterà Barbara. Ieri sera, lei ha telefonato a lui. Un colloquio lungo e, a quanto pare, tutt’altro che formale. Se convivenza dovrà esserci, nei prossimi mesi, né a Barbara né a Galliani conviene un surplus di tensione. Quanto al resto, si vedrà. Nelle Dinasty di famiglie con molte aziende ma anche con molte incognite giudiziarie, non tutto è prevedibile.