Masi: “In Rai qualcuno mi remava contro. Minzolini? Rapporti inesistenti”

Mauro Masi – Intervista a Il Fatto Quotidiano

Mauro Masi, ex direttore generale della Rai e ora alla guida della concessionaria dei servizi assicurativi pubblici (Consap), è stato intervistato per Il Fatto Quotidiano da Carlo Tecce per la rubrica “I cattivi dell’estate”. 

Sul suo rapporto con Luigi Bisignani Masi racconta al Fatto:

Nonostante i quasi 700 mila euro di reddito, non s’annoia in Consap?Mi sembrava un’esperienza nuova, e l’ho fatto. Mi sento un lupetto solitario. Ho commesso errori con la mia testa nel bene e nel male. Nessuno mi chiese di mollare la direzione generale di viale Mazzini. Non c’erano più le condizioni, il Cda era completamente bloccato. Qualcuno tradiva, allora?La Rai è la patria del gossip. Ho recepito anch’io queste voci: qualcuno che mi remava contro. Non si è accorto che Lorenza Lei le stava scavando la fossa? Vi stupisco. L’ho conosciuta tramite amici in comune, e ci andavo pure d’accordo. Vi ha presentati Luigi Bisignani? Amici, non ricordo chi. Perché telefonava al faccendiere P4 per avere consigli su viale Mazzini?Non è proprio così. Luigi è un amico di vita. Siamo cresciuti insieme. Parlavamo di tutto, anche di televisione. Che mestiere fa, Bisignani? Non saprei. Posso dire che è un uomo intelligente, che conosce tante persone e tante cose e possiede numerose informazioni. Non ero l’unico che l’ascoltava con attenzione.

L’ex dg ha anche ripercorso la sua esperienza in Rai, dalle polemiche con Santoro e la Dandini fino alle dimissioni del 2 maggio 2011:

 “Le dispiace essere ricordato come Masi il censore?Sì, perché non corrisponde al vero. Con me in viale Mazzini, a parte le opinioni personali, i programmi di Michele Santoro e Serena Dandini non hanno perso una puntata.Non voleva cacciare Santoro? Io immaginavo un contributo diverso per lui. Ripeto: io avevo lui e la Dandini in azienda, adesso non ci sono più. E in futuro valuteremo queste scelte.Perché non ammette che Silvio Berlusconi l’ha sostituita perché non riusciva ad accontentarlo?Non è vero. Pensi che la mia Rai ha battuto Mediaset duramente nelle stagioni più importanti per l’ascolto televisivo. Vada a controllare i numeri di oggi. Augusto Minzolini le ha dato del codardo. I nostri rapporti sono inesistenti. Non mi va di litigare con lui. È un provocatore, e pure intelligente.Ha qualcosa di cui pentirsi?È un’azienda che ti fa seguire da tanti giornalisti, e non nego che solleticava la mia vanità. Però, in viale Mazzini non esiste nulla di riservato, anche uno sbadiglio viene scritto. E poi non dovevamo cercare il pluralismo in un’addizione: cinque programmi di centrosinistra non pareggiano cinque programmi opposti di centrodestra.Qualcosa di buono l’ho lasciata. Cosa?Il passaggio dall’analogico al digitale terrestre. I miei figli e i suoi nipoti mi saranno grato. E il mancato accordo con Sky, uno scherzetto da 350 milioni di euro. La sentenza del Tar mi dà torto, ma io ritengo di aver fatto bene. Non potevo svendere un prodotto Rai per sette anni a quel prezzo. Degli esperti avevano valutato il contratto di almeno 1, 4 miliardi.”

Infine una parentesi sul Masi-pensiero. Impegno politico, vita privata e prospettive future.

 “È sempre fidanzato con la stessa donna? Sì, ancora. Le manca Palazzo Chigi? Ho lavorato con Lamberto Dini, Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi. Ho fatto tante cose, ne mancano poche. La politica. Non dico mai di no, avverto una certa passione. In passato mi avevano offerto tante candidature. Quando deciderò, ci metterò la faccia. Con chi si candida? Io sono un liberale, buono per la destra e per la sinistra. Un liberale con tendenza americana. Non conservatore. Favorevole al matrimonio fra le coppie omosessuali? Certo, non ho dubbi. No ai condannati in Parlamento. Anche qui, vado dritto e voto sì.”

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Gianluca Pace