ROMA – “Anche ieri la mia parte snob – scrive Massimo Gramellini sulla Stampa – ha provato a resistere al dolce stil novo del monello di Firenze. Ha sorriso schifiltosa alla vista dei cartelloni, una via di mezzo tra una pubblicitร Esselunga e il catalogo Postalmarket, con cui la giovane marmotta di Palazzo Chigi andava annunciando le offerte speciali del governo”.
Il Buongiorno completo:
Ha scosso imbarazzata la testa davanti ai suoi giochi di parole – la svolta buona, usiamo i fondi per non toccare il fondo – che costringeranno lโimitazione di Crozza a ritirarsi per concorrenza sleale. Si รจ addirittura ribaltata sulla scrivania ascoltando il premier del suo Paese arringare i cronisti con un tono che ricordava le televendite col risucchio di Roberto ยซBaffoยป da Crema, ma piรน che altro gli interventi del Comitato nei giochi a premi di Magalli.
Le auto blu allโasta, la foto di un carrello della spesa al posto dei diagrammi soporiferi di Monti e la strepitosa, surreale lista dei provvedimenti di cui ยซnonยป avrebbe parlato. Stentava a credere, la mia parte snob, che lโautore di quello show del mercoledรฌ sera fosse lโultimo erede della tradizione socialista: da Matteotti a Matteo, titolerebbe lui.
Al confronto, il contratto con gli italiani di Berlusconi mi รจ volteggiato nella memoria come una scrivania piena di polvere risalente allโetร di De Gasperi.
Ma, al pari di tutti, anchโio custodisco una parte piรน semplice, che dopo tanti sospiri e lacrime desidera illudersi che questa sia davvero la volta, pardon, la svolta buona. Ed รจ a questa parte semplice che si rivolgeva ieri quel diavolaccio di un fiorentino. A differenza dei suoi recenti predecessori, se ne infischiava dei politici, dei mercati e dei giornalisti. Parlava direttamente agli elettori. E con un linguaggio smaccatamente di destra diceva cose abbastanza di sinistra. Anzi, le cose piรน di sinistra che abbia mai detto in Italia un premier di sinistra: piรน soldi in busta paga ai poveri, piรน tasse sulle rendite finanziarie. E le diceva mettendo nella voce un ardore cosรฌ diverso dallโumore medio dellโitaliano medio che di questi tempi, quando non urla, riesce soltanto a mugugnare.
Renzi vendeva sogni come Berlusconi, eppure persino la mia parte snob deve riconoscere che non era Berlusconi. Altrettanto furbo, ma molto piรน politico. Se lโantico Silvio si lamentava che il presidente del Consiglio non potesse decidere nulla, lโimberbe Matteo emanava bullismo rassicurante da tutti i nei. E i suoi sogni, dopo lungo peregrinare, atterravano finalmente su una realtร fatta di cifre e di date. A tarda sera le due parti di me stesso hanno trovato lโaccordo su un punto inequivocabile: dopo ventโanni di politica al servizio della pubblicitร , con questo tipetto che promette o minaccia di durare altrettanto รจ la pubblicitร a essersi messa al servizio della politica.