
ROMA – “Maurizio Lupi, il ministro che voleva fare il sindaco. Storia del Mauri, uomo di periferia” è il titolo dell’articolo a firma di Paolo Colonnello sulle pagine de La Stampa.
Ho venduto bibite a San Siro, dato ripetizioni, insegnato religione in una scuola media al quartiere Tessera, ho fatto pure l’autista, anche se non mi piaceva molto guidare…». Le umili origini dell’uomo che voleva diventare sindaco di Milano e ora si deve dimettere da ministro, non si discutono. Come nemmeno la simpatia e la carica umana che lo hanno portato ad essere popolare nelle piazze e nei mercati di una città dove tutt’ora, se vuoi diventare qualcuno, è meglio cominciare dal basso. Legato per sempre alla periferia della sua gioventù, Olmi di Baggio, estremo nordovest, Maurizio Lupi, 55 anni, è un piacione con la faccia da eterno ragazzo, un po’ come Gianni Morandi quando andava a prendere il latte: sorriso sveglio e battuta pronta.
«Sempre stato un bel fieu, come diciamo noi a Milano, molto apprezzato dal pubblico femminile», racconta l’ex sindaco Gabriele Albertini che lo ebbe come assessore all’Urbanistica: «Un collaboratore efficiente e leale». Davanti alla regina Elisabetta, mentre gli altri s’inchinavano, l’assessore all’arredo urbano Lupi le rivolse la fatidica domanda: «Do you like piazza Scala?». Lei sorrise ammirata. Quando però la Procura gli mandò un avviso di garanzia per una cascina ceduta a prezzo di favore a una Ong legata a Cl, Lupi corse nell’ufficio di Albertini e scoppiò a piangere: «Gli diedi il mio fazzoletto e gli rinnovai la mia fiducia». Effettivamente Lupi venne assolto con tutti gli onori. Festeggiò andando a correre con gli amici, tra cui Linus, colonna di Radio Deejay.
Runner impegnato e pluridecorato alla maratona di New York, per Lupi gli anni passano ma la voglia di emergere resta. Forse è stato un po’ questo il problema del “Mauri” che dagli Olmi, dove ha ancora casa, mutuo e famiglia, è arrivato correndo fino in Parlamento, e poi al governo, abbagliato dal fascino scafato di Ercolino Incalza e dal metallo scintillante dei Rolex. Quasi un vizietto, visto che il nome di “Maurizio L.” comparve vicino a quello di “Roberto Form.” in un elenco di regalie e Rolex distribuito agli amici dal defunto re delle discariche lombarde Giuseppe Grossi, arrestato per aver gonfiato le bonifiche a Santa Giulia (…)