
ROMA – Mazzetta, dove la metto? Puff, libri, slip, cesso… lista semiseria del Fatto. Nel puff come Poggiolini, nel cesso come Mario Chiesa, tra i libri come Ottaviano del Turco e oggi Ettore Incalza (lo scrive il gip), nel reggiseno di un’amica compiacente e prosperosa: la mazzetta, dove è meglio metterla?
Tra cronache giornalistiche e intercettazioni telefoniche che, dal 1992 di Tangentopoli agli ultimi episodi dei Lavori Pubblici della commissione di Ettore Incalza, descrivono il fenomeno delle bustarelle nazionali, merita il giusto approfondimento la soluzione, a volte sistematica a volte creativa, del problema spesso incombente di dove occultare o far sparire l’ingombro fisico della tangente.
“E tu come nascondi le tangenti? Libri, prosecco, reggiseno o cesso”, è il titolo dell’articolo di Enrico Fierro sul Fatto Quotidiano utile a ripercorrere qualcuna delle trame tangentizie più famose e rivivere con i protagonisti gli angoscianti attimi che precedono lo smascheramento inevitabile (?).
In principio fu il gabinetto di Mario Chiesa, quello che Craxi chiamava affettuosamente “mariuolo” non accorgendosi del precipizio che si apriva: nella fiction Sky “1992” lo si vede tirare lo sciacquone prima che una banconota disubbidiente risalga la corrente solo per farlo arrestare. Chiesa, a distanza di anni, giura che non è mai successo, ma l’episodio appartenendo alla mitologia del pool di Milano resterà agli annali.
Quando i finanzieri entrarono nella casa di lady Poggiolini trovarono un vero e proprio sacrario della mazzetta, i soldi erano depositati in ogni angolo. Dieci miliardi di lire nascosti nei puff (altra immagine-simbolo di Tangentopoli), altri occultati in un caveau costruito dentro un armadio, e poi lingotti d’oro nascosti nei divani, in cucina. Una fortuna miliardaria, una sorta di Forte Knox della corruzione.
Ma “i devoti della dea tangente”, come li ha definiti ultimamente papa Francesco, stiano attenti alle mogli. Soprattutto a quelle arrabbiate, stanche di essere tradite e particolarmente vendicative. A Roma ancora ricordano quella pioggia di banconote, 13 milioni di lire tutti in tagli piccoli, che volarono dalla finestra di un appartamento in un quartiere signorile. A lanciarle ai passanti l’irritata consorte di un tangentaro alla carbonara […]
Secondo Vincenzo Angelini, enigmatico ras della sanità privata in Abruzzo, Ottaviano Del Turco li nascondeva tra i libri. Angelini racconta che portava i soldi in buste di carta, li lasciava e usciva con le stesse buste riempite di mele. Ma i danari della corruzione possono finire anche negli slip. Naturalmente extra-large, quelli che qualche anno fa indossava G.P., la figlia di un costruttore ligure fermata al confine con 273mila euro costretti proprio nell’indumento intimo […]
Taglia abbondante anche per il reggiseno delle funzionaria del ministero delle Infrastrutture che nel 2008 nascondeva “in seno” 4.500 euro. “Lei fuma?”. Era questa la domanda che un consigliere comunale Pdl di Milano si sentiva rivolgere dall’imprenditore concusso. “Certo che fumo”, era la risposta. Dentro il pacchetto, però, non c’erano sigarette, ma banconote: 10mila euro arrotolate con precisione svizzera […] (Enrico Fierro, Il Fatto Quotidiano).