TOKYO – Aumenta il numero di lavoratori giapponesi vittime di “mobbing istituzionalizzato”. Sulle loro spalle, e sul loro lavoro, pesa infatti una normativa particolarmente rigida sui licenziamenti in Giappone, ma anche di una sorta di tabù che rende socialmente inaccettabili i licenziamenti collettivi da parte delle grandi corporation del Sol Levante.Gianluca Paolucci per La Stampa scrive:
Per ottimizzare, la Sony ha creato degli appositi locali dove la tribù sta tutta insieme, chiamata «Career design room», ma subito ribattezzata dagli occupanti «stanza della noia». I dipendenti in esubero, che nelle dichiarazioni della società dovrebbero «ridisegnare» (altrove) la propria carriera, si ritrovano tutti insieme a non fare niente, percependo comunque lo stipendio pieno. Con il risultato di farli sentire dimenticatio inutili fino a costringerli a lasciare il posto.Nello stabilimento di Sendai, che negli ultimi due anni ha dimezzato la sua forza lavoro, i dipendenti distaccati nel dipartimento della noia sono circa 40, scrive il New York Times. Si tratta di quei dipendenti che non hanno accettato la ricca buonuscita offerta (circa 54 mensilità ) per lasciare il posto di lavoro durante l’ultima ristrutturazione, nel 2010. Erano occupati nella divisione che si occupava di produrre nastri magnetici per video e audiocassette. Un business non proprio all’avanguardia, praticamente cancellato dalla rivoluzione digitale.Nell’attesa che cambi la legge – o che il Vhs torni di moda – i dipendenti in esubero sono liberi di annoiarsi.
