ROMA – Il Monte dei Paschi di Siena ha deciso di procedere subito alla ricapitalizzazione nonostante le richieste di attesa del suo principale azionista, la Fondazione, per risparmiare denaro rispetto a giugno 2014, approfittare delle positive condizioni di mercato e fare di tutto per evitare la nazionalizzazione dell’istituto, secondo il presidente Alessandro Profumo.
Ecco una parte dell’intervista su Repubblica:
“Intanto ricapitalizzando a gennaio c’è un risparmio consistente di interessi rispetto a giugno (stimato tra 100 e 150 milioni,ndr).Inoltre altre banche ricapitalizzeranno nel 2014, e con la coda è più difficile. Poi c’è fortissima volatilità sul mercato: oggi il clima appare favorevole, non sappiamo se lo sarà ancora gennaio, men che meno a giugno. Aggiungiamo i rischi di peggioramento della politica italiana e i riflessi sullo spread Btp. Tutti elementi per cui il consorzio di garanzia che oggi c’è domani potrebbe non esserci. Ultimo ma non ultimo: ricapitalizzando a giugno avremmo anche il Tesoro azionista, per il pagamento della cedola sui Monti bond, quindi avremmo ancora più diritti non sottoscritti nell’aumento».
Si dice che anche Mps potrebbe avere carenze patrimoniali dopo l’asset review della Bce.
«Il nostro problema oggi è che dobbiamo rimborsare un supporto pubblico da 4 miliardi. Mi pare prematuro e poco opportuno parlare dei test di vigilanza 2014».
Perché nel consorzio a 10 che garantirà tutti i 3 miliardi di aumento c’è una sola banca domestica (Mediobanca) e spicca l’assenza di Intesa Sanpaolo e Unicredit?
«Intanto ritengo sia estremamente positivo l’aver formato un consorzio con 9 banche internazionali: un chiaro segnale di fiducia nel paese, nel suo settore finanziario e nella stessa Mps. Certo gli investitori esteri iniziano a guardare all’Italia, e a Siena, in modo diverso. Quanto alle assenze, ogni azienda fa autonome scelte; io penso abbiano perso un’occasione».
Il sindaco di Siena Valentini tuona: “Colpo di Stato contro la fondazione”. Qualcuno le ricorderà che lei è stato fatto presidente col placet di Franco Ceccuzzi – ex sindaco – e del Pd. Cosa dirà?
«Che sono assolutamente convinto di lavorare nell’interesse di tutta la comunità senese, che ha interesse ad avere una banca sana e indipendente che rimane in città, con tutte le possibili ricadute sul territorio. Vorrei ricordare che i problemi di Mps li ha generati qualcuno venuto prima dell’attuale management».
L’aumento Mps è in pratica un’Ipo. Quale azionariato ne uscirà, con quali ripercussioni su stakeholder e strategie?
«Non posso assolutamente prevederlo. Chiunque sottoscriverà lo farà in base a un progetto industriale che il consorzio ha considerato credibile, e che ci porterà a 900 milioni di utile netto nel 2017. Ma oggi non ho la più pallida idea se saremo public company, preda o altro» (…)