Il Corriere della Sera: “Appello di Napolitano: Votate, rischio populismi”. Una campagna vergognosa. Editoriale di Luigi Offeddu e Danilo Taino:
LโItalia non รจ uscita dallโUnione Europea. Se le forze politiche, in queste ore al culmine di una campagna elettorale nominalmente per il Parlamento di Strasburgo, continueranno a eludere le questioni che riguardano la Ue, finiranno con il mettere il Paese definitivamente ai margini di quella Europa che ci vide membri fondatori. Le elezioni di domenica prossima sono le prime dopo la Grande Crisi dellโeuro scoppiata nel 2010, uno sconvolgimento che ha cambiato la faccia del Vecchio Continente, ne ha modificato la prospettiva, ha ridisegnato la mappa e le gerarchie dei Paesi che stanno al cuore o alla periferia della costruzione europea. Da esse verranno le indicazioni sulla strada che una nuova Europa dovrร prendere negli anni a venire. Concentrare, come stanno facendo i partiti italiani, le discussioni (si fa per dire), i battibecchi, le contumelie o le banalitร solo a finalitร neanche nazionali ma di Palazzo รจ da irresponsabili: significa rinunciare a esserci e abdicare a ogni cultura politica a favore della ricerca di un potere secondario in provincia.
ร vero che negli anni recenti, trascorsi in buona parte nellโemergenza per evitare la catastrofe della rottura della moneta unica, la Ue non si รจ fatta amare per le incertezze, le divisioni, le politiche di rigore, le confusioni di sovranitร , la troppa eurocrazia. Ed รจ vero che in poco tempo gli italiani, fino a cinque anni fa gli europeisti piรน entusiasti, secondo i sondaggi oggi sono i piรน scettici: il 51% di loro si dice ยซtotalmente pessimistaยป sul futuro della Ue. Ma queste sono ragioni forti per essere in Europa, non per disinteressarsene: per modificare ciรฒ che non funziona, per ritrovare un ruolo. E โ ce lo dobbiamo dire โ per non finire con lโessere agenti distruttivi su scala continentale.
I 5 Stelle allโattacco cercano di forzare il senso del voto. La nota politica di Massimo Franco:
Parla come se avesse giร vinto. La spavalderia di Beppe Grillo probabilmente fa parte della sua strategia elettorale per le Europee di domenica prossima. Ma il concetto di vittoria va tarato e interpretato. Lโimpressione รจ che il capo del Movimento 5 Stelle voglia tallonare il piรน possibile il Pd anche senza superarlo, nella speranza di destabilizzare Matteo Renzi. Martella dunque su palazzo Chigi profetizzando ยซgli ultimi giorni di Pompeiยป per il premier. E continua con una campagna di insulti e di intimidazioni che gli servono per incorniciare la propria identitร di unico oppositore del sistema. Puรฒ darsi che lโoperazione gli porti piรน voti. Meno verosimile รจ che riesca a mettere in crisi un governo privo di alternative.
Che sia in questo momento il leader politico piรน avvantaggiato si intuisce dalla proposta di sfidarlo in un dibattito televisivo, che Silvio Berlusconi gli fa: un tempo sarebbe stato il contrario. Dโaltronde, elezioni interpretate a torto come una sorta di mega-sondaggio degli umori dellโopinione pubblica rischiano di essere il terreno ideale per sfogare i malumori: non solo contro lโEuropa ma contro i partiti tradizionali e contro lโesecutivo. E il sistema proporzionale consente a ogni forza di misurare i propri consensi senza dover discutere di alleanze.
Per questo Grillo cerca di additare ยซgli altriยป come un insieme indistinto e complice: punta a calamitare tutti i voti antisistema. Renzi lo contrasta, senza perรฒ ricambiare gli insulti. E continua a definirsi ottimista. Nega che il voto europeo sia un referendum tra lui, Grillo e Silvio Berlusconi. ยซAltrimenti anche il Pd avrebbe messo il mio nome sulla schedaยป. Si tratta di ยซcambiare lโUe, non il governoยป, precisa.
La prima pagina de La Repubblica: “Renzi sfida Grillo: vincerรฒ il derby. Il governo non rischia”.
La Stampa: “Fra Grillo e Berlusconi le europee degli insulti”.
Lโodissea dei bambini sul barcone alla deriva. Scrive Laura Anello:
Tante testoline bionde e scure, una accanto allโaltra, sul barcone squassato dal mare in tempesta. Quando lโhanno visto, gli uomini della Marina hanno quasi creduto che fosse un abbaglio. Invece erano proprio bambini quelli stretti lโuno allโaltro sul barcone in avaria, trascinato da unโaltra carretta che procedeva a fatica, tra le onde a sud di Capo Passero, estremo lembo orientale della Sicilia. Una nave di bambini. Unโimmagine mai apparsa in questo mare che pure si credeva avesse visto di tutto: morti, sangue, pianti, abbracci, famiglie separate e ritrovate.
Una nave di bambini in fuga dalla Siria, dove in tre anni di guerra civile in 7 milioni sono dovuti fuggire. Uno, due, tre, quattro. Li hanno portati uno per uno sulle navi Grecale e Foscari, mentre faceva sempre piรน buio e il maltempo peggiorava, tra le urla e il lancio di salvagenti. Alla fine ne hanno contati 133. I piรน piccoli di pochi anni, i piรน grandi adolescenti. Arriveranno domani al porto militare di Augusta insieme con le 64 donne e i circa 250 uomini che li accompagnavano.
Il Fatto Quotidiano: “Casaleggio: piano inglese per Letta e Napolitano-bis”.
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Il Giornale: “Vi dico io chi รจ Grillo”. Editoriale di Alessandro Sallusti:
A Porta a porta con Bruno Vespa, Beppe Grillo ha fatto un botto di ascolti nella sua prima apparizione televisiva ยซuffiยญciale ยปda quando รจ in politica. Dico ยซufยญficiale ยป perchรฉ in realtร il comico รจ in tv tutti i giorni. Dice di voler sfuggire ai giornalisti ma in realtร รจ sempre lรฌ, davanti a microfoni e telecaยญmere a parlare e sparlare di tutto e tutti. Da Vespa ha cercato di mostrare un inedito volto rassicuยญrante. Nel senso che ha tenuto a freno il linguagยญgio colorito e irriverente. Nella sostanza invece Grillo ha confermato una ricetta comunista: chiudere lโExpo,bloccare la costruzione degli aeยญrei F35 (oltre centomila posti di lavoro che anยญdrebbero in fumo), bloccare gli inceneritori, ferยญmare la Tav (altre migliaia di neo disoccupati). Il futuro? Secondo il leader del Cinquestelle sta nelle stampanti 3d, oggetto ancora misterioso. Da domani, quindi, tutti a fare fotocopie tridiยญmensionali e via con la decrescita felice da lui tanto teorizzata.