ROMA – Non si andrà verso un Letta-bis, in gioco non c’è la stabilità di Governo ma la stabilità del Pd. “Non è un caso che Enrico Letta voglia posticipare il dibattito parlamentare dopo l’8 dicembre, dopo la probabile elezione di Matteo Renzi come segretario Pd”, Stefano Folli sul Sole 24 Ore fa il punto sui prossimi scenari politici:
Come è naturale, la nuova opposizione di Forza Italia non ha voglia di assecondarlo. Si può capire. Il giorno dopo aver ottenuto dal capo dello Stato il via alla cosiddetta verifica parlamentare, che nella sostanza è una mezza crisi di governo (solo mezza, per la verità), i seguaci di Berlusconi non sono felici di vedere che la loro conquista serve a Letta per rinegoziare i patti con Renzi. È probabile che il premier abbia sbagliato a collegare in maniera esplicita il dibattito in Parlamento con l’elezione del nuovo leader del Pd. Se avesse usato un altro argomento per posticipare di qualche giorno la “verifica”, tutti avrebbero intuito ugualmente la verità, ma si sarebbe risparmiato le polemiche. È chiaro d’altra parte che il passaggio in Parlamento, a questo punto, non può essere una mera formalità. Deve invece delineare la “fase due” del governo, quasi un Letta-bis.
La crisi di Governo, probabilmente, non verrà formalizzata, Letta e i suoi ministri non si presenteranno dimissionari:
Non sarà dimissionario, il presidente del Consiglio, ma dovrà comportarsi come se stesse rinegoziando dalle fondamenta il patto e il programma di governo. In altri termini, la verifica non può sembrare un negoziato tutto interno al Pd, un modo per far uscire allo scoperto Renzi e stringerlo in un accordo destinato a durare un anno e mezzo. Certo, il passaggio è soprattutto questo, ma occorre dare l’impressione che il governo non è una sorta di monocolore del Pd. È vero che il gruppo alfaniano e anche Scelta Civica non hanno altre carte da giocare, al momento, che non siano il pieno sostegno a Letta. Ma le apparenze vanno salvate. Il premier dovrà convincere non tanto le Camere, quanto l’opinione pubblica che il programma è stato rinnovato e reso più efficiente. E che tutto ciò è avvenuto grazie all’uscita di scena di Berlusconi e al concorso dei vari soci della coalizione.