“Odore di Massoneria”. Luigi Bisignani: di Ferruccio De Bortoli non parlerei

Luigi Bisignani: Nell’immaginario collettivo, io potrei essere gran capo di logge europee e Ferruccio De Bortoli magari a capo di una loggia coperta cattolica di rito lombardo (Foto LaPresse)

ROMA – Luigi Bisignani è stato chiamato in causa come vero bersaglio dell’editoriale in cui Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, ha criticato duramente Matteo Renzi e ha comunicato ai suoi lettori di sentire nell’aria unostantio odore di massoneria”.

Luigi Bisignani, giovanissimo aderente alla P2 e poi accusato di averne rilanciato una specie di serie (P3, P4), emerge dalle cronache giudiziarie come potentissimo tessitore di incarichi, cariche e denaro.

Alberto Di Majo del Tempo che lo ha intervistato ha dato la sua interpretazione. Alberto Di Maio ha ricordato a Luigi Bisignani che “secondo l’ex ministro Paolo Gentiloni Ferruccio De Bortoli si riferiva a lei e non a Renzi”.

Risposta di Luigi Bisignani:

“Questa mi pare davvero incredibile. Preferirei non parlare di De Bortoli”.

Alberto Di Maio insiste: Ferruccio De Bortoli potrebbe avere lo stesso destino del protagonista del suo [di Bisignani] ultimo libro [L’uomo che sussurrava ai potenti], anche lui direttore di un importante quotidiano nazionale, che le prova tutte per restare in sella, si divincola tra potenti e morti, e alla fine ce la fa?

“Il personaggio del mio romanzo, Mauro De Blasio, è un gattopardo che esce dalla mia fantasia e come tale, resta sempre in scena. De Bortoli non c’entra niente”.

Non dica che pensa anche lei, come altri, che ci sia un mandante dell’attacco che il direttore del Corriere della Sera ha sferrato contro il premier Renzi…

“Quando c’era un omicidio o un altro grave fatto di cronaca e qualcuno chiedeva a Giulio Andreotti chi fosse il mandante, lui rispondeva “cercatelo in casa”. Questo è vero soprattutto quando si tira per di più in ballo la massoneria come ha fatto nel suo articolo De Bortoli. Il mandante è De Bortoli stesso”.

Su «Il Giornale» Alessandro Sallusti ha attaccato il direttore del Corriere: «Da che loggia viene la predica» ha scritto. Ma De Bortoli è massone?

“Bisognerebbe chiederlo a Sallusti. Mi viene da rispondere sorridendo. Nell’immaginario collettivo, come per me, forse sì. Io gran capo di logge europee. E lui magari a capo di una loggia coperta cattolica di rito lombardo”.

L’articolo del direttore del Corriere le sembra una mossa ragionata o disperata?

“Mi sembra che De Bortoli sia un uomo solo e, come dice lui, senza neppure un editore di riferimento”.

Perché ha «sparato» contro Renzi?

“Per un impeto di orgoglio. L’articolo che ha scritto è una prova di forza e di grande vitalità dopo un’estate non esaltante, con momenti per lui anche difficili”.

De Bortoli ha cercato di riposizionarsi politicamente?

“Non lo so davvero. Forse sta cercando un altro posto di lavoro e pensa che Renzi non potrà portarlo né alla Rai né a fare il sindaco di Milano. Gli resta sempre un ottimo rapporto con Carlo De Benedetti che non mi pare sia in sintonia con l’azione del premier».

Magari voleva strizzare l’occhio agli antirenziani che stanno aumentando. No?

“Non credo proprio. Il suo attacco al premier è un fatto personale. De Bortoli cerca anche di riavvicinarsi alla redazione che in questo momento ricorda un po’ la Libia, piena di faide che si confrontano senza una direzione. Firmata la liquidazione si riprende la scena e lo fa con coraggio togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. Del resto l’idea che lui potesse passare un semestre bianco in Via Solferino è stata sempre un po’ ridicola”.

Non è che De Bortoli ha fiutato che Renzi sarà presto ridimensionato?

“Io non ci credo. Penso che siano soltanto voci. Anzi sono certo che ci porterà presto al voto e vincerà alla grande”.

E Berlusconi glielo permetterà?

“Certo che sì, altrimenti rottamerà anche lui come ha fatto con tanti altri”.

Comunque a Renzi non avranno fatto piacere le accuse del direttore del Corriere.

“Tutt’altro. Quell’editoriale dà un bel vantaggio al premier che in questo modo può dimostrare che sta lottando contro (presunti) poteri forti per cambiare il nostro Paese: i politici, i magistrati, ora anche il Corriere. Invece a Napolitano non sarà piaciuto”.

Dunque Renzi dovrebbe gioire delle valutazioni di De Bortoli?

“Intanto Renzi ha incassato il consenso di Marchionne. Quest’ultimo ha addirittura precisato che “abitualmente” non legge De Bortoli e ha definito molto coraggioso il premier. In ogni caso Renzi deve preoccuparsi più di Wolfgang Munchau, uno dei più importanti commentatori del Financial Times che descrive l’Italia a rischio default, che di De Bortoli”.

 

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Marco Benedetto