
ROMA, 23 GEN – Nei paradisi fiscali arrivano anche i soldi dei principi rossi della Repubblica Popolare cinese.
L’articolo diย Guido Santevecchi per il Corriere della Sera:
Secondo i documenti provenienti dalle Virgin Islands britanniche, almeno 22 mila cinesi, compresi molti milionari di Hong Kong, hanno attivitร registrate nel lontano territorio caraibico che sfugge a ogni controllo fiscale. Tra questi, una dozzina di ยซprincipi rossiยป, figli e parenti stretti dei leader di Pechino. Compreso un cognato del presidente Xi Jinping, lโuomo che ha promesso di combattere e sradicare la corruzione dalla Cina.
La rivelazione รจ dellโInternational Consortium of Investigative Journalists (Icij), che ci ha lavorato per due anni e ha condiviso i risultati dellโinchiesta con alcuni giornali internazionali, dal Guardian britannico al francese Le Monde .
Secondo questi ยซChinaLeaksยป, i membri delle famiglie di una dozzina di leader politici e militari di Pechino si sono aggiunti ad altri 22 mila residenti cinesi che utilizzano societร dei Caraibi come base per le loro attivitร economiche. Tra questi, ci sarebbe il signor Deng Jiagui, marito della sorella maggiore di Xi Jinping, del quale si conosceva la ricchezza di industriale del tabacco poi allargatosi allโimmobiliare e ai metalli rari; un figlio e un genero dellโex premier Wen Jiabao (la famiglia della quale era nota lโimmensa ricchezza dopo lโinchiesta del 2012 pubblicata dal New York Times ); un cugino dellโex presidente Hu Jintao; i parenti del venerato Deng Xiaoping e di Li Peng, il falco della Tienanmen. E poi molti tra i piรน ricchi imprenditori della Cina e di Hong Kong.ย
Anche se avere una societร offshore non รจ di per sรฉ reato in Occidente e nemmeno in Cina, per un Paese come la Repubblica Popolare questa pratica รจ doppiamente imbarazzante: lโeconomia รจ centralizzata e controllata, ogni investimento devโessere timbrato da unโinfinitร di autoritร . E poi, come hanno fatto le famiglie dei dirigenti cinesi ad arricchirsi tanto da sentire il bisogno di aprire un conto o unโattivitร offshore?
I documenti dimostrano che quando la leadership post-maoista promette pulizia e ยซfrugalitร ยป, in realtร non pensa a se stessa. Ma questโipocrisia coinvolge anche grandi istituti internazionali come Credit Suisse e Ubs, che avrebbero un ruolo centrale nella delocalizzazione delle ricchezze dei cinesi alle Isole Vergini.
Il conto dei capitali rifugiati nel paradiso fiscale varia ma dal 2000 a oggi si stima che dalla Cina siano stati esportati illegalmente tra i mille e i 4 mila miliardi di dollari.
Non si tratta solo di miliardi, ma di potere e politica. Questโanno รจ stato condannato allโergastolo Bo Xilai, astro nascente del Politburo di Pechino, per corruzione. Sotto inchiesta per corruzione cโรจ lโex capo dei servizi segreti Zhou Yongkang, che controllava il business del petrolio. La settimana scorsa lโex premier Wen Jiabao ha sentito addirittura la necessitร di scrivere a un giornale di Hong Kong per negare di essere personalmente coinvolto negli affari della famiglia.
ร evidente che la campagna di Xi Jinping contro ยซcorruzione, edonismo e stravaganzaยป, fa paura. Ma poi si scopre che un cognato di Xi รจ negli elenchi oscuri delle Virgin Islands.
