“Esplode la crisi del Pdl” (Repubblica), mentre arrivano i “primi fischi a Monti” (Giornale), il Governo sblocca un po’ di miliardi per le imprese (Corriere della Sera, Stampa, Messaggero), le indagini su Brindisi sono strattonate secondo le fedi e la Corte Costituzionale delude anche sulla fecondazione.
La crisi del Pdl è l’apertura di Repubblica e se la si somma con lo sfascio della Lega e la crisi del Pd scosso da Beppe Grillo dà un quadro assai preoccupante della politica italiana. La crisi del Pd è mascherata dalla capacità dei suoi capi di assorbire fenomeni come Marco Doria a Genova e Leoluca Orlando a Palermo e dalla tenuta del vecchio apparato. I vecchi comunisti avevano, per tante ragioni, non necessariamente nobili, il monopolio della moralità, che è stato ormai incrinato da Consorte e Penati e Emiliano. Sono scesi dall’altare e si misurano con gli altri partiti non in nome della verità ma del servizio: ti voto in base a quello che mi hai dato, se sei stato in carica, o di quello che prometti, se sei fuori.
Ha ragione Pierluigi Bersani a rispondere a Beppe Grillo che gli dà dello zombie con “dica cosa vuol fare sul lavoro” (Fatto Quotidiano). Ma gli animi sono esasperati, il clima è quello che hanno creato anche loro e i giornali amici in questi anni di guerra a Berlusconi. Viene in mente la guerra ai sovietici in Afghanistan negli anni ’80: per sconfiggere l’impero del male ogni mezzo era buono, anche i talebani. Ora però non riescono a levarseli di torno, anzi, hanno di nuovo vinto quelli. Lo stesso errore hanno fatto i comunisti italiani e le loro mutazioni, prima con la guerra alla Dc, che ci ha portato a Berlusconi, poi con Berlusconi: Beppe Grillo nasce un po’ anche da lì, oltre che dal disastro fatto dal Santo Mario Monti & Boys.
C’è fermento. Luca Montezemolo scrive al Corriere della Sera: “Se Italiafutura deciderà di presentarsi alle elezioni 2013, lo farà rispettando i propri valori e le aspettative di autentico rinnovamento di chi vi ha preso parte”. Un po’ autoreferenziale, esoterico e veltronian-vendoliano, ma sempre meglio di niente.
Berlusconi peraltro si è sciolto come la tinta dei suoi capelli in un giorno di grande sudore non solo e non tanto per effetto degli scandali ma per la mancata consegna di quanto promesso, dai milioni di posti di lavoro alla riduzione delle tasse, tutto naufragato negli ultimi anni sugli scogli della crisi.
Il titolo di Repubblica segna il punto di arrivo: “Dopo la disfatta delle amministrative resa dei conti nel centrodestra. Alfano commissariato. Berlusconi: torno io. Scajola: azzeriamo tutto”. Ricordiamo che Scajola è schiacciato da un paio di scandali che a uno di noi lo avrebbero fatto partire se non per Sant’Elena almeno per l’Elba. Se anche lui si sente di alzare la voce la crisi è proprio acuta.
Conferma la Stampa: “Il partito è a pezzi, terzo dopo Pd e 5 Stelle”.
Risponde Libero con una lettera di Maurizio Belpietro, direttore, ai vertici del Pdl: “Dimettetevi tutti”. Hanno “commesso una serie impressionante di errori” e il partito “è stato giustamente punito dai suoi elettori. Per riconquistarlo non bastano i ritocchi, c’è bisogno di una rivoluzione”.
Fa riscontro a Repubblica il Giornale, fondato con i soldi di Silvio e passato per motivi di antitrust al fratello Paolo: “La tentazione di Berlusconi, azzerare tutto. Lui è attratto da antipolitica e liste civiche e si fa consigliare da un trentenne di Monza”. Il tutto sa un po’ di ultimi giorni di Salò o di Saigon.
Questa notizia però non vale per il Giornale la prima pagina, che invece è dominata dalla fotografia, peraltro molto imbarazzante per la sinistra, di Ippazio Stefàno, neo sindaco di Taranto: “L’uomo di Vendola gira con la pistola”. Sarò per sparare a chi lo sfotte per il nome, però non è molto di sinistra. Stessa foto anche sul Corriere della Sera
Il titolo di apertura del Giornale è però dedicato ai fischi di una decina di cittadini emiliani a Monti, in doverosa (e gli fa onore) visita fra i terremotati. Monti però “si becca le contestazioni: Vergognati, ridacci i nostri soldi”. Eco del Fatto: “Monti contestato dai terremotati: I sacrifici falli tu”. Solo Repubblica, fra i giornali filo governativi, ha la notizia dei fischi in prima, piccola ma c’è. Quei fischi, secondo Libero, “svegliano Monti” e, secondo Libero, ne consegue un annuncio: “Sbloccati 30 miliardi di crediti per le imprese” (Stampa). Il Secolo XIX si allarga: “Soldi alle imprese e tagli ai partiti”.Il Corriere della Sera è più incerto: forse 20 forse 30. Idem il Messaggero, che aggiunge la magica parola “piano”. Il Sole 24 Ore ha tre paroline che lasciano un po’ perplessi: “entro quest’anno”. Vedessi mai che alla fine, salvo intese e naturalmente a sua insaputa quei soldi si perdono nell’Okawango della burocrazia.
Forse piano è meglio che ci vadano quelli del Palazzo, perché di piani ce ne hanno propinati più di uno e di miliardi ne hanno fatto sventolare tanti, anche 1oo, un po’ di qua, un po’ di là e finora l’unica cosa che hanno fatto bene sono stati i blitz del sabato sera.
Vediamo i giornali economici per capirci qualcosa di più. Sole 24 Ore: “Via libera del Governo a 4 provvedimenti. Le imprese: bene i decreti, ma in futuro rispettare i tempi. Per i crediti Pa primo sblocco, recuperabili anche i contributi. Italia Oggi precisa: “Compensabili Inps e Inail. Non soltanto i debiti fiscali, ma anche quelli previdenziali potranno essere usati per recuperare i crediti con la pubblica amministrazione”.
Nel suo piccolo, il neo sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, grillino a 5 Stelle, “studia il ripristino della moneta storica” e pensa a “un sistema parallelo per alleggerire il debito” (Stampa).
A sinistra sono rimasti spiazzati dalla sentenza della Corte costituzionale sulla fecondazione assistita. Repubblica esprime così la delusione: “Respinto il ricorso dei Tribunali. L’esultanza dei cattolici. No alla fecondazione eterologa, la Consulta salva la legge”. A parte il titolo che solo a Roma capiscono, perché nel palazzo della Consulta ha sede la Corte, ma tra Consulta e Costituzione non c’è legame se non da addetti ai lavori, perché stupirsi. Non ci si può stupire, basta giudicare la Corte dalle poche cose che uno conosce, come la giurisprudenza sull’Ordine dei Giornalisti e i vent’anni di moratoria concessi a Berlusconi in cui non ha rispettato le loro sentenze e continua nonostante tutto a non farlo. Ma ai giornalisti della loro vera libertà importa poco, meglio proteggere la corporazione, e quanto a Berlusconi, meglio la guerra a suon di puttane che sugli interessi veri, che poi peraltro sono stati santificati da Massimo D’Alema come “patrimonio di tutta l’Italia”.
Libero se la prende con Piero Fassino, sindaco di Torino dopo essere stato ministro e segretario dei Ds , perché vuole celebrare il matrimonio di un ex brigatista di 63 anni, Nicola D’Amore. La cosa non piace a chi ha ancora nel cuore le cicatrici del terrorismo, ma Fassino fa una cosa civile e anche di sinistra, dando una lezione a chi lo scalzò dalla segreteria con risultati poi nefasti per il partito, Walter Veltroni, che si è messo a capo di una campagna law and order a Roma per sloggiare da una tomba in chiesa Enrico Renatino De Pedis, immortalato da Romanzo Criminale come il Dandy della banda della Magliana.
Intanto sull’attentato di Brindisi gli inquirenti brancolano nel buio, come si diceva una volta. La storia è uscita dalla prima pagina di Repubblica, giustamente, ma sta diventando una storia simile a quella della Orlandi. Dopo le sparate del primo giorno, con tutti i dietrismi di cui si può essere capaci, è dura ridimensionare l’attentato a un fatto di nera locale. E allora il Fatto: “C’è un nuovo sospettato: aveva un complice e veniva da fuori. L’attentatore potrebbe non essere residente a Brindisi e nemmeno pugliese. Così si allarga il cerchio delle ricerche e risalgono le probabilità di una matrice mafiosa e/o terroristica”. Acci. Ma il Corriere, con titolino piccolino a 2 colonne dà sostegno: “Il ministri Cancellieri: atto teroristico. Si cerca in tutt’Italia il killer della scuola”. Che le parole attribuite alla Cancellieri siano un po’ tirate per i capelli lo si capisce subito, leggendo il sommario: “Il ministro Cancellieri: Pur non conoscendo il movente e la mano, sicuramente l’effetto è stato terroristico”. Ari acci.
Meglio starsene col Messaggero, che di questi misteri ha lunga esperienza, dall’Olgiata a via Poma: titolo a pagina 12 che suona così: ” Brindisi, caccia al terrorista. ‘Enorme sforzo organizzativo’. Vertice tra le forze dell’ordine e blitz in città e nei centri della provincia. Cancellieri: cerchiamo ovunque. Severino: sbagliata la fretta”. E se lo dice lei.
Sport. Gazzetta: la Juventus vuole Cavani per affrontare la Champions. L’Inter si prende “Palacio dei sogni” dal Genoa e laggiù non sono d’accordo.