
ROMA – Come cambiano le pensioni? Il governo di Renzi รจ al lavoro e non mancano le ipotesi sulle modifiche alla riforma Fornero, che ha allungato l’etร pensionabile e portato in un limbo oltre 300mila esodati.
Tra le ipotesi di cambiamento ci sarebbe quella di eliminare la doppia indicizzazione, in modo che possano accedere alla pensione coloro che hanno raggiunto i 41 anni di contributi versati. Una soluzione che, spiega Libero quotidiano, risolverebbe in parte la questione degli esodati.
Enrico Marro sulย Corriere della Seraย invece spiega che tra i possibili cambiamenti potrebbe esserci quello di una minipensione anticipata per i lavoratori a cui mancano 2 o 3 anni alla pensione. Un assegno da 600 o 700 euro al mese da restituire a rate dopo aver ottenuto l’assegno pensionistico dell’Inps.
E ancora “l’opzione donna”, spiega Marro, che alle lavoratrici offre l’opportunitร di andare in pensione con almeno 35 anni di contributi e 57 anni dโetร , ma con l’assegno calcolato interamente col metodo contributivo: calcolo che di fatto porterebbe ad un taglio del 15-20%.
Altra novitร in arrivo รจ la “busta arancione“, cioรจ la possibilitร per i lavoratori di accedere via posta o online al proprio estratto dei contributi versati e simulare il calcolo della futura pensione.
Libero quotidiano parla di pensioni e tra le ipotesi del governo, spiega il quotidiano, c’รจ quella di intervenire sulla “doppia indicizzazione” di etร e anni di contributi:
“Le due indicizzazioni hanno prodotto lโeffetto di tenere in stand-by milioni di lavoratori, costringendoli a rimanere in azienda fino a sei-sette anni in piรน. Lโidea, come racconta La Stampa, รจ ora quella di una parziale ma significativa marcia indietro: fissare un limite massimo entro un certo arco di tempo lโanzianitร contributiva a 41 anni, svincolandola dai limiti di etร . Tra lโaltro la misura avrebbe anche lโeffetto di sanare la questione esodati, senza costringerli a restare senza lavoro e senza pensione”.
Marro sul Corriere della Sera spiega:
“La riforma Fornero abolรฌ infatti le pensioni di anzianitร , aumentรฒ lโetร per quella di vecchiaia a 66 anni ed estese il calcolo contributivo pro rata a tutti i lavoratori. Il risparmio di spesa previsto per il primo decennio (2012-2021) supera gli 80 miliardi. Ma nemmeno la riforma Fornero sarร lโultima. Con insistenza tra gli addetti ai lavori si parla di un provvedimento di legge del governo che potrebbe arrivare a gennaio per introdurre qualche elemento di flessibilitร sullโetร pensionabile.
Con lo stesso provvedimento o con uno parallelo dovrebbe essere varata la riforma della governance dellโInps per chiudere la lunga fase del commissariamento. Lโipotesi che ha piรน chance prevede un presidente, un consiglio snello (3 membri) mentre il consiglio di indirizzo e vigilanza designato da sindacati e associazioni imprenditoriali verrebbe ridimensionato”.
Un cambiamento per le pensioni รจ in arrivo. Cambiamento chiesto sia da Vittorio Conti, ex commissario straordinario dell’Inps, che dall’attuale Tiziano Treu, aggiunge Marro:
“Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha ripreso in mano il vecchio progetto di una minipensione anticipata (6-700 euro al mese) erogata dietro richiesta dei lavoratori cui manchino 2-3 anni ai requisiti Fornero e che poi verrebbe restituita in piccolissime rate dal momento in cui scatta la pensione piena. Ma questa novitร non sarebbe sufficiente se la Corte costituzionale dovesse ammettere il referendum promosso dalla Lega per abrogare la stessa riforma”.
E se il referendum della Lega venisse ammesso,
“il governo, per evitare il rischio dellโabrogazione della Fornero che aprirebbe una voragine nei conti pubblici, dovrebbe intervenire sulla stessa riforma in modo da ottenere che la Corte ritenga non piรน giustificato il voto. Uno scenario da incubo che al momento nessuno, nel governo, vuole prendere in considerazione”.
Il nodo degli esodati poi rimane in primo piano, dopo i 6 decreti di salvaguardia approvati fino ad oggi per 170mila degli oltre 328mila esodati:
“Unโoperazione che costerร al bilancio pubblico circa 12 miliardi di euro fino al 2020. Secondo i comitati degli esodati ci sarebbero invece almeno altre 50 mila posizioni da sanare. Al di lร di questo braccio di ferro, che riguarda comunque persone che hanno perso il lavoro prima della riforma Fornero, va affrontato il tema dei lavoratori anziani che stanno perdendo o perderanno il lavoro senza essere coperti dagli ammortizzatori sociali fino al raggiungimento della pensione.
Di qui il tema della flessibilitร in uscita: stabilire cioรจ regole che consentano, in determinati casi, di andare in pensione prima. Oltre alla minipensione anticipata sotto forma di prestito a se stessi, altre ipotesi prevedono la possibilitร di lasciare il lavoro qualche anno prima ma con una pensione piรน bassa o attraverso penalizzazioni per ogni anno di anticipo o con il calcolo dellโassegno col metodo contributivo, cioรจ sulla base dei versamenti effettuati durante tutta la vita lavorativa”.
Spunta poi la “opzione donna”, scrive Marro:
“Si tratta della possibilitร , prevista dalla legge 243 del 2004, per le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 57 anni dโetร di andare in pensione, se lo vogliono, ma con lโassegno interamente calcolato col contributivo, che di regola comporta un taglio del 15-20%, rispetto al calcolo retributivo. Lโopzione scade il 31 dicembre 2015. LโInps, contrariamente a quanto disposto in precedenza, ha deciso di continuare ad accettare le domande di chi matura i requisiti fino alla fine del 2015. La Ragioneria aveva invece spinto per una interpretazione che, tenendo conto della vecchia ยซfinestra mobileยป, chiudesse lโoperazione nel 2014”.
E altro nodo รจ rappresentato dal contributivo:
“Per la prima volta questโanno, a causa della prolungata recessione, lโindice per la rivalutazione del totale delle somme versate allโistituto di previdenza da ciascun lavoratore รจ negativo (-0,1927%). Questo significa che, per esempio, su ogni 100 mila euro di contributi se ne perderebbero 192. Per fortuna lโInps ha deciso di non applicare la svalutazione. Ma anche in questo caso attende lโavallo dei ministeri vigilanti: Lavoro ed Economia. Il problema non รจ di poco conto. Se non si trova una soluzione, anche nel 2015 lโindice potrebbe essere negativo”.
In arrivo poi la “busta arancione”, che permetterร ai lavoratori di controllare i propri contributi versati sia via posta che online, con la possibilitร di consultare il proprio estratto conto e simulare l’ammontare della futura pensione:
“In queste settimane lโInps sta sperimentando verso 10mila lavoratori che hanno giร il pin di accesso al sito il sistema di simulazione della pensione. Treu รจ deciso a estendere progressivamente questa possibilitร a tutti i lavoratori iscritti allโInps, partendo da quelli piรน vicini al pensionamento, dove il margine dโerrore รจ piรน basso”.
