Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi: “Perché Mario Monti non ce l’ha fatta”

Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi: “Perché Mario Monti non ce l’ha fatta”

ROMA – Mario Monti non ce l’ha fatta, perché “credeva che, per diventare un leader politico, fosse sufficiente essere imposto” scrive Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi:

Prima, dalla Ue, che puntava ad avere un suo sherpa di assoluta fiducia in Italia, in grado di tutelarla da quei peracottari dei politici italiani, abituati a disattendere, non solo le promesse, ma anche gli impegni da loro solennemente assunti. Chi di meglio, agli occhi di Bruxelles, di Mario Monti che è stato a lungo commissario europeo e quindi conosce a menadito le ritualità delle aule e dei corridoi di Palazzo Berlaymond? Non solo. Lui è stato un eurocrate prima che l’eurocrazia vedesse la luce. È nato così, come imprinting.

Monti è stato poi imposto, secondo livello, come premier, dal presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, che ha fatto un investimento in questo austero professore in loden, proprio perché lui era così diverso dai politici con i quali Napolitano ha dovuto accompagnarsi, con crescente disgusto, durante la sua ultrasessantennale carriera politica.

Infine Monti è stato imposto, terzo livello, dal sistema mediatico italiano (per questa volta stranamente omogeneo, senza dissonanze o stecche di sorta, rispetto allo spartito). Il sistema mediatico, in questa occasione, ha sentito Monti come uno dei suoi (anzi delle sue proprietà) e lo ha quindi proposto, ai lettori e ai telespettatori, con gioiosi e fragorosi squilli di tromba come neanche l’Aida. In un certo senso, però, descrivendolo come un taumaturgo, lo ha anche involontariamente danneggiato perché ha ingigantito le attese dell’opinione pubblica.

Successivamente però, il percorso politico di Monti è stato in continua discesa. Prima lentamente, poi in modo sempre più accelerato, fino allo schianto finale. Il fatto è che la politica ha regole brutali che Monti non conosce e che, anche se le conoscesse, non riuscirebbe a praticarle. Salvador de Madariaga diceva che «la politica assomiglia alla corrida. Solo che, in politica, non scorre il sangue. Ma qualche volta sì». L’ex ministro socialista delle finanze, Rino Formica, ai tempi di Craxi (chiedo scusa alle signore) riassumeva in modo più icastico ma anche efficace, questa circostanza, spiegando che «la politica è sudore e merda». Contro questa gente, non c’è loden che tenga.

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Gianluca Pace