Pistorius, dimissioni Papa, Berlusconi: la rassegna stampa e le prime pagine

ROMA – Finanza e scandali, il giorno degli arresti. Il Corriere della Sera: “Fermato ex manager Mps. In cella l’immobiliarista Proto, Cellino (Cagliari) e Angelo Rizzoli Berlusconi: ma le tangenti esistono. La Lega: combattiamole. Pd: apologia. Proteste dei giudici.”

Berlusconi: le tangenti esistono. Le toghe e la Lega insorgono. L’articolo a firma di Paola Di Caro:

“Il Carroccio Il leader del Carroccio Maroni: le aziende devono combattere quel sistema ovunque ROMA — Nella giornata degli arresti a catena di vecchie e nuove inchieste, Silvio Berlusconi getta con forza un macigno nelle acque già agitatissime della campagna elettorale. Lo fa ribadendo quello che dice da quando è nuovamente esploso lo scandalo Finmeccanica — con l’arresto dell’ad Orsi nominato proprio dal suo governo —: bando alle ipocrisie, è la sostanza del discorso, pagare tangenti quando si fanno affari con «Paesi del Terzo mondo» è normale e non può essere oggetto di scandalo né tantomeno considerato reato. «La tangente è un fenomeno che esiste — dice l’ex premier —, non si possono negare le situazioni di necessità se si va a trattare nei Paesi del Terzo mondo o con qualche regime». Su Finmeccanica in particolare e il caso della vendita di elicotteri Agusta «l’India è un Paese fuori dalla sfera occidentale, sono moralismi assurdi: così non si fa l’imprenditore, così Finmeccanica e le altre non staranno più sul mercato». Poi certo, tutto sta per Berlusconi a dare alle cose il giusto nome: «Queste cose sono sempre proibite dalla legge. Ma sono cose a latere, certi Paesi magari ti chiedono di fare una scuola o un ospedale, che non sono cose contro la legge: sono costi che le aziende mettono in bilancio. Non vedo reati da parte delle nostre aziende».”

Mps, un avviso di Bankitalia e due testimoni dietro l’arresto dell’ex capo della finanza. L’articolo a firma di Fiorenza Sarzanini:

“Era rientrato giovedì scorso a Milano dalle Maldive e subito ha disposto lo sblocco di titoli per un milione di euro. «Stava creando una provvista per fuggire all’estero» sostengono i pubblici ministeri che ieri hanno ordinato il fermo di Gianluca Baldassarri, 51 anni, l’ex capo dell’Area Finanza del Monte dei Paschi. Durante la perquisizione gli hanno trovato trentamila euro in contanti. È lui il manager a capo della banda che avrebbe percepito illecitamente il 5 per cento su ogni affare concluso. E che avrebbe nascosto agli organi di vigilanza e al mercato il contratto con Nomura relativo al «derivato» Alexandria, firmato per cercare di ripianare i bilanci della banca senese, chiudendolo nella cassaforte dell’allora direttore generale Antonio Vigni. Nell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta e sulle operazioni finanziarie decise per sostenere l’esborso che alla fine fu di circa 19 miliardi di euro, arriva dunque una nuova e clamorosa svolta. E potrebbe non essere l’unica. L’ultima accusa relativa all’occultamento dell’accordo è infatti contestata in concorso allo stesso Vigni e all’ex presidente Giuseppe Mussari, che oggi a mezzogiorno arriverà a Siena per essere interrogato.”

«Formigoni dice di essere limpido? Si arrampica sugli specchi». L’articolo a firma di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella:

“Formigoni? «Non è stata una bella situazione in conferenza stampa… Quella di Gesù se la poteva risparmiare, anche perché sta dando del Giuda a quell’altro (cioè a Pierangelo Daccò, ndr). Gli dicevano che il presidente della Germania si è dimesso per molto meno e lui si arrampicava sugli specchi, a un certo punto stava dicendo di quelle cagate… “Sono limpido come l’acqua di fonte”, eehh, non fare il figo!». Si mettono davvero male le cose per il Gesù di turno se a farsene beffe, quando proclama la propria limpidezza, è persino uno dei suoi discepoli più stretti. Come appunto il segretario particolare del presidente della Regione, Mauro «Willy» Villa, che la mattina del 18 aprile 2012 commentava così al telefono con un amico l’autodifesa-show in una videochat al Corriere («sono limpido come acqua di fonte, anche Gesù ha sbagliato nella scelta di uno dei collaboratori») di Formigoni, all’epoca non ancora indagato ma chiamato per la prima volta in causa dal quotidiano sui viaggi pagatigli da Daccò: cioè da chi nello stesso tempo «apriva porte» in Regione per gonfiare le remunerazioni pubbliche pretese da Fondazione Maugeri e San Raffaele, e da questi colossi della sanità privata veniva a sua volta ricompensato in proporzione ai propri servigi con 70 milioni di euro.”

«Abile manipolatore del mercato» Il finanziere Proto a San Vittore. L’articolo a firma di Andrea Galli e Gianni Santucci:

“Slancio politico: «La volontà fa diventare re anche senza corona» (dichiarazione scolpita durante il dibattito prima delle — mai avvenute — primarie del Pdl, quando intendeva presentarsi come «nuovo Berlusconi»). Autopresentazione come spaccatutto nel mondo economico: farò «vedere che anche un giovane può competere con i dinosauri della finanza» (iperbolica frase usata per proporsi come presidente di Unicredit). Meno di due mesi dopo quelle autopromozioni, Alessandro Proto, l’uomo che sbandierava al mondo di aver scalato la Tod’s e la Rcs, finisce nel carcere di San Vittore accompagnato da due ufficiali della Guardia di Finanza di Milano. L’accusa: aver manipolato il mercato azionario. L’«arma» del reato: una sfilza di comunicati diramati con frequenza tambureggiante fra siti, agenzie di stampa e giornali economici in cui annunciava fantomatiche acquisizioni in Borsa. Il titolo dell’intervista rilasciata a un importante quotidiano a fine 2011 recita: «Da Brad Pitt a DiCaprio, trovo casa in Italia ai vip». Il suo regno invece, come hanno scoperto gli investigatori delle Fiamme gialle, era un altro. Un ufficio nel centro di Milano nel quale, grazie alla reputazione di finanziere che s’è costruito in un paio d’anni, fino a pochi giorni fa i suoi dipendenti hanno «allettato ingenui imprenditori con proposte di finanziamento». Incassando caparre tra i 5 e i 7 mila euro.”

Bancarotta da 30 milioni. Arrestato Angelo Rizzoli. L’articolo a firma di Ilaria Sacchettoni:

“Indagando su quattro fallimenti praticamente seriali che, negli ultimi anni, avevano riguardato società controllate dalla holding «Rizzoli Audiovisivi srl», i pm Francesco Ciardi e Giorgio Orano, coordinati dal procuratore aggiunto Nello Rossi, hanno ricostruito diverse appropriazioni e un’evasione tributaria nei confronti di Inps ed Enpals pari a 6 milioni di euro. Secondo i calcoli dei finanzieri del Tributario, Rizzoli ne deve anche 14,5 all’erario. Come è scritto nell’ordinanza, lui stesso «distraeva e comunque dissipava i beni e le risorse economiche delle società, prelevando dalle casse sociali a titolo di compenso di amministratore dal 2004 al 2011 (periodo in cui la società faceva registrare perdite complessive per 7 milioni e 286 mila euro) la somma di 6 milioni e 32 mila euro e, dal 2009 al 2011, di euro 2 milioni 392 mila e 927». Una cifra, è scritto, «sproporzionata e incongrua all’andamento economico della società e al progressivo aumento della sua esposizione debitoria e comunque eccedente di 2 milioni e 314 mila euro complessivi il compenso autorizzato dalla assemblea dei soci». Tutte operazioni avvenute attraverso le srl Produzioni internazionale, Ottobre film, Delta produzioni e Nuove produzioni. Dagli anni Novanta l’ex editore del Corriere della Sera produceva e distribuiva sceneggiati, film e soap opera per la televisione. Sue le fiction Capri, Ferrari, Il generale della Rovere, Cuore, Marcinelle, come pure il film Si può fare con l’attore Claudio Bisio. Ma il punto, secondo gli investigatori, è proprio questo. Che, cioè, una volta realizzati (e venduti) i film, quelle società, inizialmente utilizzate per le spese vive, venivano svuotate e pilotate verso il fallimento. Mentre i ricavi venivano trasferiti alla Gedia srl, cassaforte di famiglia, amministrata dalla moglie Melania De Nichilo Rizzoli, deputato del Pdl. Un patrimonio amministrato con lungimiranza e investito in almeno sette immobili. Abitazioni o tenute prestigiose come la «Ca’ de dogi» all’Argentario e la residenza (21 stanze) ai Parioli ora sotto sequestro. Il tutto stimato all’incirca sette milioni di euro.”

L’ultima lezione di Benedetto XVI «Resterò nascosto al mondo». L’articolo a firma di Aldo Cazzullo:

“«Adesso mi ritiro, ma nella preghiera sarò sempre vicino a tutti voi. E sono sicuro che anche tutti voi sarete vicini a me, anche se per il mondo rimango nascosto…». Come se nel mondo moderno fosse davvero possibile nascondersi, come se la solitudine morale in cui il Papa è stato lasciato potesse diventare solitudine fisica. I parroci romani si commuovono all’idea che il loro vescovo si sottragga per sempre alla loro vista già da vivo, gridano «viva il Papa!», lo applaudono, gli fanno ampi gesti di saluto, combattuti tra l’affetto per il Pontefice e il disorientamento per il sovrano che abdica. Lui capisce il loro turbamento, e per tranquillizzarli improvvisa, parlando a braccio, un aneddoto; come farebbe un padre che racconta ai figli una storia all’inizio paurosa ma dal finale lieto.”

Il giorno degli arresti eccellenti. La Stampa: “La giornata delle manette. Sono stati arrestati, per circostanze diverse, il presidente del Cagliari Calcio Massimo Cellino, il finanziere Alessandro Proto, il produttore Angelo Rizzoli e, nell’inchiesta Mps, l’ex capo dell’area finanza della banca, Gian Luca Baldassarri. Inchiesta Finmeccanica, per Berlusconi le tangenti all’estero sono «commissioni».”

“Voleva scappare”: fermato Baldassarri. L’articolo a firma di Guido Ruotolo:

“Un colpo d’accelerazione. Uno scatto inaspettato che porta l’inchiesta Mps a una svolta decisiva. Il fermo di Gianluca Baldassarri avvenuto ieri mattina a Milano è foriero di possibili nuovi sviluppi investigativi. Il reato contestato all’ex direttore dell’Area finanza quello della “banda del 5%” – è il concorso nel delitto di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d’Italia. In concorso con altri vertici di Mps: l’ex presidente Giuseppe Mussari, che sarà interrogato oggi, e l’ex direttore generale, Antonio Vigni, cui la contestazione del reato fu notificata l’altra settimana. Baldassarri è stato fermato (domani a Milano l’udienza di convalida) «ricorrendo il concreto pericolo di fuga evidenziato tra l’altro, dalla richiesta di smobilizzo di titoli per un controvalore superiore a un milione di euro in data successiva al sequestro eseguito il 7 febbraio scorso».”

L’allarme di Toni Morrison “Nell’America di Obama sta tornando il razzismo”. L’articolo a firma di Maurizio Molinari:

“Dall’inizio di febbraio a una lista selezionata di americani, in più città, sono state recapitate a domicilio sei pagine dattiloscritte da Toni Morrison, l’ultima scrittrice americana a vincere un Nobel della letteratura. Si tratta di un testo di dura denuncia del razzismo che dilaga negli Stati Uniti. «Dall’indomani dell’elezione di Barack Obama la nostra nazione è divenuta teatro di un’odiosa ondata di razzismo e intolleranza che porta con sé antisemitismo, omofobia e altri pericolosi pregiudizi» scrive la scrittrice afroamericana, puntando l’indice contro «l’estrema destra religiosa portabandiera di una nuova forma di intolleranza mascherata da moralità».”

Pistorius arrestato: ha ucciso la fidanzata. L’articolo a firma di Lorenzo Simoncelli:

“Oscar Pistorius, il campione paralimpico sudafricano, l’ha passata in carcere la sua notte di San Valentino. Su di lui pende l’accusa pesantissima di omicidio della fidanzata, la trentenne modella Reeva Steenkamp. La tragedia si è consumata alle prime ore dell’alba di ieri nella zona est di Pretoria, capitale del Sudafrica. La dinamica dei fatti è ancora oscura, ma secondo le prime indiscrezioni la compagna di Pistorius sarebbe entrata a tarda notte nell’abitazione di Oscar per fare una sorpresa al compagno nel giorno degli innamorati. L’atleta, che non aspettava la visita della modella, pensando a un ladro avrebbe preso la pistola e sparato, uccidendo sul colpo la fidanzata. Questa è la tesi di Pistorius, che però con il passare delle ore è apparsa sempre più dubbia per gli inquirenti. Infatti, nonostante l’atleta sudafricano avesse subìto in passato altri furti nella sua villa della zona residenziale di Pretoria, la sua versione non è parsa convincente, in particolare dopo che sono stati ascoltati i vicini di casa che nelle prime ore del mattino avevano sentito urla e schiamazzi provenire dalla casa del campione.”

Corriere della Sera
la Repubblica
La Gazzetta dello Sport
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FIlippo Limoncelli